Rimini, 10 luglio 2019. C’ero anche io, in quella strana NO
FLY ZONE di cuscinetto, tra chi premeva per vedere, o scroccare, il concerto da
più vicino e le ultime sfilacciate retroguardie del popolo di Jovanotti,
qualche passo prima degli stand degli snack Fonzies e dei profilattici Durex.
NO FLY ZONE è un controsenso per intenderci meglio in una realtá capovolta come
la nostra, in cui tutti i valori sembrano sovvertiti. In realtá era una FLY
ZONE appositamente creata per i fratini, ovvero una NO WALK ZONE per gli
uomini. 200 metri di spiaggia, 2 ettari di respiro e speranza isolati al centro
del vortice delirante dello showwf business. È stato uno spettacolo vedere le centinaia
di persone trattenute da un cordone di carabinieri forestali e steward della sicurezza, i ragazzi brilli del dopo concerto respinti e obbligati
a seguire le vie del deflusso consentito, perchè in quella porzione di
spiaggia, quasi invisibili nel buio, vi erano 5 uccellini, 2 adulti e 3
piccoli, intenti a nutrirsi sulla battigia. È stato bello, a tratti surreale, condividere
questo momento con Roberta, Vincenzo, Lucia (che ha scritto un post analogo almio) e Fabio, godere la visione notturna dei fratini, trattenere il fiato
insieme alle migliaia di persone al margine delle recinzioni, con l’invasivo
sottofondo musicale di Jovanotti, seduti su un simbolico moscone per il
salvataggio al centro dell’area off limits. Purtroppo tutto questo è servito
solo a limitare i danni, gia’ da prima che riuscissi ad arrivare a RiminiVincenzo
aveva dato notizia della scomparsa dai radar di uno dei quattro pulli, i 4
Uovanotti di cui ho parlato piu’ volte nelle pagine di questo blog, che al
principio erano sei, poi cinque (Gimme five, all right!), poi quattro, e tali
erano rimasti per oltre due settimane, con la speranza che ce l’avessero oramai
fatta. Adesso, purtroppo, solo tre...
Cosa sia successo, nessuno puó dirlo con esattezza, ma resta
il fatto incontestabile che sia scomparso a ridosso dell’area e dell’ora d’inizio
del Jova Beach Party, come da esposto Asoer, quando fervevano gli ultimi frenetici preparativi,
evidente fonte di stress per le due famiglie di fratini. Che quindi il Jova
Beach Party sia una probabile causa di questa scomparsa nessuno, con un minimo
di onestà intellettuale, puó negarlo. Tantomeno il WWF, che sta diffondendo comunicati
fuorvianti al riguardo, attribuendosi tra l’altro esclusivo merito tanto della
sorveglianza quanto delle misure di sicurezza intraprese. Per loro, nessuna
responsabilità sarebbe da imputare al Jova Beach. Ovvero a sé stessi. Lo
capisco, non vogliono avere sensi di colpa, sono scomodi i sensi di colpa. Non
a caso Jovanotti, a fine concerto, ha detto “Qualcuno
vuol far sentire il divertimento, lo stare insieme bene, come una colpa. Forse
ci vogliono solo controllare” rivendicando a pieno la battaglia perché si
possano fare concerti sulle spiagge. Non solo dunque li sta facendo, vuole
continuare a farli e soprattutto vuole che altri li facciano, confermandosi pifferaio
magico di amministrazioni improvvide e ariete di una tendenza culturale
decadente, che mira a trasformare la natura in un grande palcoscenico, all’insegna
del divertimento e di un malinteso concetto di innovazione.
Dalla mia postazione il suo è sembrato semplicemente uno
spettacolo mediocre, confuso, senza nessun appiglio creativo che ne potesse
minimamente giustificarne il rilevante impatto ambientale, un semplice,
gigantesco capriccio e nulla più. Il suo villaggio, per il quale aveva
scomodato il paragone con le Cittá invisibili, niente altro che una provinciale fiera
estiva, gonfiata a dismisura dalla megalomania e dai soldi. Ha
speso poi, il Jova, qualche parola sui rifiuti, sul riciclo degli stessi, sull’impatto
zero. Sulla responsabilita' di ognuno di noi per il raggiungimento di questo obiettivo. Rivendicando un tour plastic free, che viene denunciato come colossale
inganno, non da me, o dagli ambientalisti, o dal partito del no, ma da ogni
mucchio di immondizia, lasciato qua e là, a commentare muto lo
stupro di un’altra spiaggia. Nemmeno una parola sui fratini così vicini a lui,
nemmeno una. Peccato, lui che è così esperto poteva forse aiutarci a capire chi
fosse, dei due, il fratino scomparso della famiglia riminese, se FRA oppure
TINO.
The showwf must go on!
No hay comentarios:
Publicar un comentario