Mentre le
ruspe nei giorni scorsi violentavano uno dei templi marchigiani della
nidificazione del fratino, la spiaggia di Casabianca a Fermo, sempre nelle
Marche, qualche chilometro più a nord, a Pesaro, si registrava un fatto eccezionale: una deposizione di uova da parte della Caretta Caretta, la
tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo. A questa
ha fatto eco la quasi contemporanea
scoperta di un
nido dall’altro lato dello stivale, a Castiglione della Pescaia. Come afferma Luana Papetti, responsabile scientifico di TartAmare, nell'articolo di Repubblica: "L'evento è scientificamente eccezionale, anche se si ripete ormai da qualche anno perché non è la zona dove normalmente le tartarughe
nidificano. Lo fanno al Sud, in Sicilia o Calabria, dove l'habitat è più
caldo. Il
fenomeno, molto probabilmente, è stato accentuato dai cambiamenti
climatici perchè in certe zone l'acqua e la sabbia
raggiungono temperature più alte, adatte alla nidificazione. Ma sulle
cause di questo 'spostamento verso Nord' stiamo ancora indagando".
Le modalità
di deposizione della Caretta sono più misteriose di quelle del fratino, avvenendo
con incursioni puntuali, nottetempo, e l’individuazione dei nidi per questo risulta più
difficile. I Fratini covano le uova, e i nidi sono per questo
più facilmente individuabili, mentre la Caretta le sotterra e le abbandona. Sarà la
forza dell’istinto e la luce delle stelle a guidare i piccoli verso il mare, confidando nel fatto che
nei dintorni non ci siano sorgenti luminose di disturbo, come dei lampioni, dei
fari, o i riflettori di un palco di Jovanotti.
Tutto
questo per sottolineare
che quella fragile striscia di finissima magia silicea che evidenzia con
il suo
lucente alone le nostre coste, andrebbe sottoposta interamente a tutela,
perché non possiamo più prevedere su quali spiagge andranno a
nidificare le tartarughe, visti
gli sconvolgimenti climatici, e date le mareggiate non sappiamo nemmeno
su
quali spiagge potremo ancora contare, anno dopo anno, e converrebbe
tenersi
stretto ogni cespuglio di cakile che colonizza la prima linea dalla
battigia,
al margine della spiaggia cosiddetta afitoica.
E
mentre le tartarughe cominciano con più frequenza ad occupare
le prime pagine dei giornali, e luglio trapassa in agosto, ci accorgiamo
che è
in atto un simbolico passaggio di testimone tra il Fratino, la cui
stagione di
nidificazione tra luglio e agosto scema, senza potersi ritenere
terminata, e la
Caretta, le cui schiuse avvengono principalmente tra agosto e settembre.
Una staffetta per la vita, o la sopravvivenza, che avviene sulla
linea della battigia, tra due esseri che occupano temporaneamente la
spiaggia
per deporvi le uova, ma che sono dotati l’uno di pinne, l’altro di ali, e
torneranno
nell’azzurro, sopra e sotto la linea d’orizzonte.
Tutto questo per ricordarci, in quest'estate di trincea contro il Jova Beach
Party, che non dobbiamo mai smettere di testimoniare la bellezza della natura, con piena fiducia nella sua forza creatrice, che sarà sempre più forte delle illusioni create dallo show business.
Per la
cronaca, la prima deposizione italiana di quest’anno è avvenuta a metà giugno a Brancaleone, il paese
delle tartarughe, e parliamo della Calabria,
della costa ionica reggina, riconosciuta quale più importante area di nidificazione della specie a livello nazionale. A conti fatti, con un periodo di incubazione medio di 50 giorni, sono dunque questi i giorni che vedranno schiudersi le prime uova. Alla luce di questa considerazione appare ancora più sconcertante scoprire come le date del Jova Beach che
riguardano la costa calabrese e ionica, e precisamente anche quel tratto sacro per la Caretta, lungo il versante ionico della provincia di Reggio, siano comprese proprio in questo lasso di tempo
nel quale la vita potrebbe improvvisamente erompere dalla sabbia immobile,
laddove non sia stata purtroppo arata o manomessa con trattori e ruspe.
Come monito, giova allora ricordare quanto avvenuto l'anno scorso ad Avola, in Sicilia, dove una tartaruga è stata schiacciata da un trattore mentre tornava sul lido dove due anni prima aveva deposto le sue uova. Una notizia ripresa anche dal sito del WWF, che conclude così l'articolo, che vi invito a leggere:
Il WWF da anni si batte attraverso azioni di sensibilizzazione sui comuni costieri per bandire la pulizia meccanica dei lidi, metodo che danneggia anche i nidi del fratino, il piccolo uccello che depone le uova sulle spiagge, e promuovendo la pulizia manuale dei lidi.
Peccato
che quest'anno proprio il WWF, ad eccezione di poche sezioni eroiche che si
sono dissociate, Siena e Cosenza ad esempio, abbia deciso di passare al
lato oscuro della forza, unendosi a Jovanotti e ai trattori Landini nelle operazioni di livellamento degli arenili, per prepararli ai concerti. Con tanti ringraziamenti da parte della Caretta Caretta.
grazie per questo articolo come marchigiana sono indignata dal fatto che il Jova beach sia sbarcato a Lido di Fermo tra il plauso dei locali amministratori e politici che così facendo danno un pessimo esempio di noncuranza, arroganza e indifferenza verso l'ambiente e gli altri abitanti del pianeta.
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