Oggi, 17
agosto. Quella che vedete è la spiaggia libera di Vasto, tra il Pontile e Fosso
marino. La spiaggia libera da Jovanotti, che oggi qui avrebbe dovuto tenere il suo
concerto. Invece gli è andata male. Si respira, le onde sono solo quelle del
mare e non quelle del 5G, e vi assicuro che regala una bellissima sensazione
fare il bagno dove avrebbe dovuto esserci il Jova Beach Party, all’ora in cui
avrebbe dovuto esserci il Jova Beach Party, in un grande litorale chiamato Bene
comune. Anche il fragmiteto, spazzato via dall’intervento delle ruspe, deve
aver saputo dell’annullamento del concerto ed è rispuntato alla luce del sole con
i primi germogli.
In questo
giorno fortunatamente così tranquillo, il mio pensiero e il mio ideale abbraccio
va a tutte le persone che si sono viste invece requisire e violentare la spiaggia,
a Policoro, Roccella e via a scendere nel cartellone di questo tour. Dagli
auguri di Ferrawoodstock di Jovanotti, nel suo post fb del 16, si intuisce che,
se il palco vastese gliene avesse dato la possibilità, avrebbe evocato il
grande concerto, nel giorno che 50 anni orsono fu di Jimi Hendrix, Joe Cocker,
Crosby Stills Nash & Young, Country
Joe and the Fish. Così, dopo aver profanato, con l’esposizione della Venere di
Willendorf, il culto della Grande Madre, avrebbe profanato anche la memoria di
Woodstock, istituendo umilissimi paragoni con se stesso e il suo Jova Beach
Party. E i giornali lo avrebbero seguito a ruota, ne sono certo.
Fortunatamente, per noi tutti che amiamo l’autentico sogno Pace, amore e rock ‘n
roll, gli è andata male.
Ne parla anche La Stampa oggi, con un articolo -che allego qui in basso- finalmente
serio, dopo gli spot pro-Jova offerti dal Fatto Quotidiano e da Repubblica, articolo
ripreso da Vastoweb con una mappa che evidenzia come, a sbugiardare ancora Maurizio Salvadori, Fosso Marino sia un corso d'acqua e non uno scarico di acque bianche. Si sottolinea l’intervento di Augusto De Sanctis, con il quale non si può che
condividere lo sgomento per gli attacchi che vengono portati alle numerose
autorità - Comandante provinciale dei Carabinieri, Questore, Guardia di
Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Stradale, Anas, Capitaneria di Porto - che
hanno detto no all’iniziativa. Attacchi reiterati con strafottenza da Jovanotti
nel suo post ferragostano: oggi che è
il giorno simbolo della vacanza degli italiani avremmo dovuto essere al lavoro
a preparare la festa di Vasto ma ci hanno fermato (senza una vera ragione che
sia una, purtroppo), e ribaditi anche il giorno successivo nel pubblicare
un video della tappa di Policoro, insinuando che una Commissione di Vigilanza possa prendere una simile decisione per paura, paura della grande gioia che il Jova Beach Party regala alla
gente. E se incontrate i
burocrati che domani ci impediranno questa festa a Vasto fategli vedere di cosa
hanno avuto strizza, e di chi soprattutto! Andiamo avanti!
Attacchi
anche dal senatore PD Luciano D’Alfonso, che ha presentato addirittura una
interrogazione parlamentare per la mancata realizzazione di un evento,
ingigantito fino a essere definito di livello internazionale - laddove è
probabilmente l’acme del provincialismo culturale italiano - e ha chiesto al
primo cittadino di Vasto di creare
un’area grandi eventi che abbia più del necessario, in maniera da resistere a
qualsiasi criticità”come se fosse oramai assodato che una città debba prevedere
un’area per grandi eventi in spiaggia.
Attacchi
ripetuti dal Sindaco di Vasto, che ha parlato di campagne d’odio e complotti
politici, per poi offrire con spirito magnanimo il suo aiuto
per il recupero della tappa abruzzese a Montesilvano, in una lettera nella
quale addirittura afferma, da uomo di fede, di pregare con fervore per la
riuscita dell’evento, e vaneggia di effervescenza attrattiva delle città,
che non devono essere teche ma risultare desiderabili a migliaia di chilometri
di distanza, e non si capisce perchè non si possa farlo nel rispetto delle
leggi e dell’ambiente. Sono sicuro che a Montesilvano cercheranno ogni scusa
garbatamente istituzionale per non averlo
tra i piedi, nel terrore che possa fargli andare male le cose anche lì!
Riguardo poi al
come e perché i concerti si possano e si debbano annullare, senza per questo
scomodare ministri della Repubblica o invocare complotti di natura politica,
dobbiamo ringraziare Luigi Spadaccini, giornalista vastese, che in questo suo post, corredato di articolo d’epoca, rievoca un altro annullamento eccellente a
Vasto: Abbiamo avuto in passato un altro concerto
annullato a Vasto a causa del parere negativo della commissione di vigilanza:
quello di Vasco Rossi allo Stadio Aragona. In particolare, la commissione
constatò la mancanza di idonee uscite di sicurezza, di servizi igienici, di
un'adeguata illuminazione e di un parcheggio per accogliere le numerose auto. Oltre
al parere negativo della commissione, ci fu anche un opposizione molto accesa
della Vastese, preoccupata del manto erboso, realizzato qualche mese prima.
Contrario, per i danni che avrebbe subito il manto erboso, anche l'assessore allo
sport del comune di Vasto. Il concerto previsto per l'8 agosto del 1987 venne
spostato allo stadio di Termoli.
E colpisce
davvero rammentare, in un’estate nella quale ci si batte ancora disperatamente per far
comprendere che la spiaggia è un ecosistema fragile, e per questo inadatto
ai megaeventi, come tanti concerti negli stadi italiani furono proibiti per la preoccupazione che il manto erboso potesse essere compromesso dal calpestio degli spettatori, e dai mezzi coinvolti nell'allestimento del palco. Ciascuno di
voi potrà ricordarne uno in particolare. La cosa triste è che per tante persone
risulterà piu comprensibile l’annullamento di un concerto in uno stadio - non
sia mai che un rimbalzo su una zolla mal curata mandi all’aria un’azione in area al
novantesimo - piuttosto che in una spiaggia dotata di dune e vegetazione, luogo
di vita per numerose specie animali. Ricordo che, oltretutto, Jovanotti a Vasto
si è gia esibito alcuni anni fa, nello stadio Aragona. A nessuno è sembrato un
evento di portata internazionale, a nessuno è sembrato che abbia reso Vasto
desiderabile a migliaia di chilometri di distanza, e se fosse stato annullato
come quello di Vasco, nessuno avrebbe gridato allo scandalo, o alla perdita di
indotti milionari. Era solo un grande concerto di un famoso artista, non un evento messianico, o una bandiera politica, come sembra che il JBP sia diventato.
Vi racconto
l’ultima. Con il mio amico Ralph, di Zurigo, ci siamo fermati a prendere
qualcosa da bere in un bar stamattina. Potrete immaginare la mia espressione
quando me lo vedo arrivare al tavolo con una lattina di Estathe Jova Beach
Party, dotata di cannuccia. I rivoli del grande indotto milionario di questo evento giungono
evidentemente ovunque si cerchi da bere. Notando la mia reazione
scomposta, Ralph mi ha chiesto preoccupato “Is it ok? Something wrong with it?”
indicandomi la lattina. Come spiegargli?! Ho lasciato che la bevesse tranquillo,
poi me la sono portata dietro, e visto che mi trovo nella spiaggia vuota del
suo Party, ho pensato di piazzare il suo vuoto per una foto ricordo, e
permettergli di essere anche lui, qui a Vasto, nel cinquantenario di Woodstock.
Alla
salute, Lorenzo.
p.s. questa
la riprendo e la butto nella spazzatura io, non c’è bisogno di scomodare i Beach
Angels.
Certo che il cherubini e il salvadori, oltre a vari politici locali e non si credono di essere dei padreterni! :-/
ResponderEliminarJova si era dimenticato della legge, oltre che della natura...
ResponderEliminarIn questi periodi nefasti sono in molti a dimenticarsi degli ambienti naturali, non sono sufficienti gli sconvolgimenti ai quali assistiamo tutti i giorni.
ResponderEliminarMi stupisce la mancanza totale di sensibilità verso la natura, da parte di un artista che ha girato il mondo in modo frugale, ma evidentemente le sue esperienze ascetiche erano solo una copertura. Il suo modo di essere si sta rivelando tutt'altro che razionale è soltanto una persona come tante che ha sete di danaro ed ha perso la testa in deliri di onnipotenza!