"In disaccordo con la decisione del WWF
Nazionale di collaborare con il JOVA BEACH PARTY ”il 15/07/2022 è
stata deliberata dall’assemblea dei soci la chiusura e liquidazione
della sezione locale di Fermo del WWF e precisamente della “O.A.
WWF NATURA PICENA ODV”
La notizia è
diventata ufficiale: prima ancora che le ruspe possano di nuovo violare il lido di Casabianca, dove la tappa del Jova Beach Party è prevista per il 5 e 6 agosto, la sezione WWF Natura Picena si scioglie. Ancora una volta
sconcerta la scelta "chirurgica" del sito: l'unica spiaggia delle Marche
meridionali dove nidifica il fratino! Quasi a sbeffeggiare l'impegno dei
volontari sul campo.
Non possiamo
che testimoniare profonda solidarietà a tutti i componenti del
gruppo, oltre che ammirazione per la loro
coerenza e il loro coraggio; un esempio che altre sezioni locali dovrebbero seguire, in
quest'ora buia per la storia dell'associazione. Si tratta della
testimonianza più drammatica di quello scollamento in atto da anni
-ed esacerbatosi con il JBP- fra la sezione centrale del WWF e quelle
locali (discorso che si potrebbe estendere anche ad altre associazioni). Due visioni oramai inconciliabili: da un lato chi, nelle basi
locali, vuole tenere fede ai sacri principi dell'ambientalismo e
dello statuto stesso dell'associazione, quindi difendere strenuamente
i presidi naturalistici del territorio, dall'altro chi, nei piani alti
oramai ritiene che Parigi val bene una massa di persone al Jova Beach
Party, anche se questo comporta il sacrificio del nido di un Fratino
o di una Caretta.
"In questi anni, con
grandi sforzi, - continua il Comunicato stampa- si è cercato di riportare
localmente e, non solo, il WWF e le sue attività, fungendo da
riferimento dell’Associazione su tutto il territorio del Piceno.
Purtroppo, negli ultimi due anni si sono verificati spiacevoli
inconvenienti. Già nel 2019 il WWF Nazionale con la sua decisione di
collaborare con il Jova Beach Party aveva messo in crisi le nostre
figure di volontariato per le critiche piombateci addosso come
“lapilli di lava”.
Dopo il concerto tutte
le associazioni, compresa la nostra, si sono prodigate per il
ripristino e la riqualificazione della zona “Lido di Fermo”. Ma
ancora una volta il Comune di Fermo ha dato il consenso per un nuovo
concerto che si terrà in agosto e, ancora una volta, il WWF
Nazionale ha deciso di collaborare. Tale
faticosa opera di ripristino ecologico verrebbe totalmente cancellata
e vanificata dal nuovo Jova Beach Party previsto per il prossimo
agosto, a tutto danno del fragile habitat dunale in quanto tale e
come luogo ospite del Fratino".
Si tratta di una
notizia che mi tocca personalmente, non solo per la solidarietà
umana verso chi vive come me un percorso di militanza sul fronte
di una spiaggia sempre più aggredita, ma anche e soprattutto
perché sono stato testimone del primo annuncio pubblico dell'imminente scioglimento, da parte di Andrea Scavella, durante una serata pubblicizzata da una mia vignetta,
quella stessa che fa copertina al dossier A Chi Jova Beach Party.
L'incontro "Sì Fratino, No Party!" del 28 maggio a Fermo, era una prima mobilitazione pubblica contro la riproposizione del concerto, finalizzata principalmente a divulgare i contenuti della Diffida al Comune
di Fermo da parte del Comitato TAG Costa Mare.
Cosa vedete in basso nella locandina? Tanto il logo del
WWF, quanto il logo della Fiab. Incredibile, no?! Eppure è una cosa abbastanza logica se ci
pensate, perché entrambe le associazioni facevano parte -a quella data- dello stesso TAG Costa Mare, un coordinamento che unanimemente si era espresso contro la realizzazione
del concerto. Ebbene, la locandina definitiva non riportava più né il logo
Fiab, né quello WWF! Se il primo è stato rimosso a seguito di
richieste non formali da parte della dirigenza Fiab, per il secondo invece
è arrivata alla sezione picena addirittura una diffida dal WWF nazionale, a segnalare l’assoluto divieto di utilizzare marchio e nome, senza la
preventiva autorizzazione dello stesso. La definitiva, amara constatazione di
una "assoluta mancanza di stima e rispetto, verso coloro che operano
sul territorio come volontari e senza interesse alcuno e non
hanno nessuna intenzione di tradire i principi fondamentali
dell’ambientalismo" come riportato nell'ultimo verbale dell'associazione, che ne decreta lo scioglimento.
“Come soci credevamo
di far parte di una associazione che si prendesse cura dell’ambiente
e che permettesse a noi locali di portare avanti progetti sul
ripristino di aree, come quello di Lido di Fermo.
Una scelta, quella del
WWF Nazionale che contrasta nettamente con quella che era la nostra
idea di ambientalismo e anziché essere i nostri “Paladini Eroi”
e combattere al nostro fianco, si sono arroccati nelle loro idee,
guardandoci dall’alto verso il basso come “Giustizieri della
notte”. In questo tsunami che sta spazzando ambienti naturali e
specie che tra l’altro dovrebbero essere protette, anche se oramai
non si capisce da chi, non ci sentiamo più di rivestire questo
incarico di referenti di questa associazione.”
Parole che pesano come
un macigno, e condannano fermamente la deriva “politica” del WWF oramai impegnato dai piani alti a proporre un modello di ambientalismo 2.0 funzionale al sistema capitalista, che fa più danni di quelli che risolve, assegnando bollini green a eventi devastanti, e associandosi con aziende impegnate in operazioni di greenwashing. Una deriva che li allontana inesorabilmente dalla propria base di volontariato. E così, le prime vittime del JBP -a parte animali e piante- non possono che essere gli attivisti stessi del WWF, quelli che ancora fanno militanza di trincea, e danno fastidio, perché come sentinelle di un territorio entrano in conflitto con chi ne reclama il diritto di uso e abuso.
Sulla spiaggia di Fermo si consuma un dramma che è emblematico di un momento storico nel quale anche l'ambientalismo in generale tende a svincolarsi dall'appartenenza ai territori per diventare un'espressione green del capitalismo finanziario. Mi ha colpito recentemente la promozione, da parte del WWF nazionale, di una raccolta firme (leggi QUI) per chiedere al governo l’urgente e totale fuoriuscita del nostro paese dalla dipendenza dalle forniture russe, promuovendo un uso "selvaggio" dell'energia eolica. Il vento è cambiato e bisogna prenderne atto. Il fondo mondiale per la fauna selvatica, in questo caso - e analogamente a quanto sta avvenendo con il JBP - si disinteressa delle sorti della biodiversità, in specie di aquile, nibbi, e compagnia alata, per occuparsi prioritariamente degli aspetti ambientali legati alla gestione di equilibri politici nazionali ed internazionali.
Ai piani alti oramai pretendono di operare ad un livello superiore di conservazione dell’ambiente e di sensibilizzazione che deve venire a patti con l’inevitabile, come ad esempio, nel nostro caso, il concerto di Jovanotti. Per loro il problema non è già più se i grandi eventi sulle spiagge si debbano o non debbano fare, ma come. Per questo costruiscono nuovi protocolli di gestione, mitigazione e compensazione ambientale. Noi attivisti di trincea siamo ancora fermi ad una visione manichea, improduttiva e sterile che ci porterà inevitabilmente -secondo loro- all’isolamento e all’estinzione (insieme al fratino). E difatti, la sezione del WWF piceno si è estinta, come è scomparso il fratino che non torna a nidificare a Fermo dal 2019, anno del primo JBP.
Il lido di Casabianca oggi, dopo l'opera di rinaturalizzazione
Insomma, terminando di scorrere il Comunicato del WWF Natura Picena, la spiaggia non è affatto una distesa libera e spianata dove
divertirsi, fare falò e allestire concerti: al contrario è un
coacervo di esseri viventi, piante e animali, che vivono in simbiosi
fra loro e che vanno protetti prima
che sia troppo tardi,
Se vogliamo dirigere la
nostra sensibilità ambientale verso qualcosa di veramente utile
dobbiamo fare in modo di spingere perché questi eventi avvengano in
luoghi più antropizzati. Non nelle spiagge, nelle nostre dune
fragili, ma in posti che, in un certo senso, sono già adibiti a
questo tipo di attività che disturbano molto poco il resto degli
animali e delle piante, come le piazze e gli stadi dove già
avvengono i concerti.
Pertanto, non ritenendo
più plausibile assecondare le deturpazioni previste e volte ad
appoggiare un comportamento non consono al proprio credo e contrario
al rispetto dei principi sacri dell’ambientalismo e dello statuto
si è giunti alla decisione di chiudere la sede locale. Chiudere la sede è una
chiara dimostrazione del dissenso nei confronti di chi governa il Wwf
oggi in Italia e che con tale iniziativa ha prestato il fianco ad un
tale scempio.
Sicuramente
non è una resa da parte dei soci ed attivisti, i quali continueranno
a praticare la propria passione con lo spirito di portare avanti i
propri principi rivolti al rispetto della natura e salvaguardia
dell’ambiente.
Era doveroso riportare per intero questo documento, che possiamo già definire una pietra miliare della storia dell'ambientalismo italiano, nell'ambito del quale il Jova Beach Party rappresenta uno spartiacque. Mai come prima, si era manifestata una simile spaccatura all'interno del mondo ecologista, con linee di frattura profonda che si sono propagate anche all'interno delle associazioni stesse. E si spera che la nuova Presidenza WWF di Luciano Di Tizio possa cambiare rotta e contribuire a mitigare questo conflitto.
Quella del lido di Casabianca a Fermo è una storia horror, che viene raccontata nel dettaglio da Fabio Vallarola in questo POST, per chi voglia approfondire. La storia di un giardino dunale che rimane in
bilico per anni fra riconoscimento della sua naturalità e annullamento della stessa. Tra paradiso e inferno. Tra illuminazione e blackout dei cervelli in Giunta comunale. Già prima del primo JBP era destinato a diventare un Sito di
Interesse Comunitario, salvo poi essere azzerato dalle ruspe. Dopo una doverosa opera di restauro ambientale, che ha richiesto la ripiantumazione di alcune piante psammofile -tra cui i gigli di mare- e l'apposizione di una segnaletica- il lido di Casabianca era destinato a tornare al suo splendore ed essere finalmente gestito dal WWF
Natura Picena.
Lieto fine? No. Jovanotti torna a bussare al portone, e gli sconsiderati dell'amministrazione gettano di nuovo incredibilmente tutto all'aria: così la
spiaggia rischia di tramutarsi ancora in discoteca, per il divertimento di uno, anzi due giorni, mentre il WWF ha perso una delle sue sezioni locali, vanificando il patrimonio di un'esperienza pluridecennale. Ma forse ai piani alti, tutto ciò non interessa granché.
Come non li ha interessati la nobile proposta di affidare a dei giovani la conduzione della Sezione locale,
piuttosto che chiuderla.
Niente da fare quindi, l'albero raffigurato nel logo viene abbattuto, esattamente come le tamerici abbattute a Marina di Ravenna. Il WWF Natura Picena chiude. Lascia una voragine nella comunità, esattamente come quella scavata dalle ruspe sulla spiaggia di Marina di Cerveteri (leggi QUI), per fare una grande scultura in sabbia dei Minions, uno fra i tanti sponsor del concerto!
A chi Jova tutto
questo?