Molti si chiedono ancora: “Ma perché mai Jovanotti ha scelto di fare i concerti proprio sulle spiagge?” La risposta è semplice: “Per fare soldi no?!”. Lui stesso l'ha definita l'idea migliore della sua vita, e in effetti, come dargli torto? Si è trattato di un colpo di genio: il ragazzo fortunato ha ottenuto le spiagge gratis, o quasi, mentre un codazzo di "fashion victim" in poltrona da sindaco impegnava centinaia di migliaia di soldi pubblici per i lavori necessari ad adeguare i luoghi (piallare spiagge, tagliare aberi, tombare fossi, spostare attività etc.) e fare spazio a quel villaggio commerciale che Jovanotti aveva l'ardire di paragonare (fatevi pure una risata) alle Città invisibili di Calvino. Un'idea geniale, che una spolveratina “green”, ben sorretta da una poderosa azione di marketing, poteva addirittura far risultare come un'azione altamente meritoria. Essenzialmente l'equivalente del dipingere di verde un oleodotto nella foresta amazzonica, per sostenere che se ne è ridotto l'impatto ambientale.
Per fare un esempio in soldoni, il canone di affitto demaniale della spiaggia del Muraglione di Viareggio, chiusa per oltre un mese nel 2019, è stato di solo 3.495€! Nel frattempo tutti i poveri cristi che la frequentavano si sono visti requisire la propria spiaggia. Non a caso, poco prima del concerto, erano apparse sui muri del porto di Viareggio scritte sarcastiche del tipo: “Ma quale Nuova Era, da sempre i Massoni ci prendono le spiagge. Jova Go Home!”.
Vi lascio immaginare quanto avrebbero pagato se avessero affittato uno stadio per l'equivalente degli stessi giorni. Per fare un esempio significativo (leggi QUI) l'affitto del San Paolo di Napoli richiede il 10% dell'incasso, con la stipula obbligatoria di una polizza da un milione di euro. E si tratta di tariffe del 2017, che vanno aggiornate al rialzo.
Nel 2022 il raddoppio delle date del Jova Beach Party, non ha avuto altro fine se non di ottimizzare gli investimenti, permettendo di raddoppiare in alcuni casi gli incassi, mantenendo fissi i costi di allestimento. Allo stesso modo, tornare negli stessi luoghi ha permesso di riutilizzare tutta la documentazione tecnica (ad esempio alcune V.Inc.A) già acquisita nel 2019, potendo contare al tempo stesso su amministrazioni dal servilismo già ben rodato. Un calcolo del proprio tornaconto economico che ha del cinico, se si pensa che in cambio l'impatto ambientale si è amplificato, poiché si è andato a fare di nuovo danno in ambiti naturalistici nei quali la ripresa vegetazionale era ancora in corso -il caso di Fermo è eclatante!- aumentando pure il carico antropico del concerto stesso, spalmato su due date.
I biglietti per il concerto costano dai 65 ai 345 euro, quindi due concerti consecutivi, con una capienza complessiva media di 50.000 persone (per tenerci bassi) possono rendere come minimo 4 milioni di euro, solo di incasso netto, senza contare tutto l'indotto del villaggio con le consumazioni, o gli acquisti di tutti i gadget legati all'evento. Capirete che, applicando i parametri non aggiornati dello stadio San Paolo, pagherebbero almeno 400.000 euro di affitto. Invece nel 2022 "per la prima tappa del tour a Lignano Sabbiadoro la Fvg Live srl, che l’ha organizzata, ha pagato al comune 3.260 euro. A Barletta la Trident ha pagato 2.698 euro" chiarisce Sara Gainsforth nel suo ottimo articolo "I costi sociali del Jova Beach Party". Ci potete credere? Non vi sembra una indicibile vergogna?!
Se fossero stati davvero onesti, avrebbero proposto una compensazione economica, in forma di donazione alla collettività, invece al contrario hanno sottoscritto accordi coi Comuni pretendendo un impegno economico finalizzato alla prestazione di servizi necessari allo svolgimento dei concerti, primo fra tutti il livellamento delle spiagge e l'allestimento di adeguate aree di parcheggio. Quindi, non solo non pagano praticamente un affitto, ma si fanno pure pagare i servizi di allestimento e gestione di uno spazio evidentemente non appropriato! Il Comune di Viareggio quest'anno ha destinato per l'evento 270.000€!
Ostaggi di Jovanotti, i residenti devono inoltre sottostare al possesso di uno speciale PASS per dimostrare il loro diritto di rientrare a casa, negli orari consentiti, non potendo inoltre più accedere a molte aree di parcheggio. A Cerveteri persino i disabili hanno perso la loro spiaggia, trasformata nel quartier generale di Jovanotti (leggere QUI per credere). A Vasto i bambini hanno perso l'accesso alla loro area giochi, mentre delle folli ordinanze sindacali che vietano il consumo la vendita per asporto di qualsiasi tipo di bevanda e alimenti in bottiglia o in contenitori di vetro, e alcolici superiori agli 11 gradi, sommandosi al blocco della circolazione, aumentano l'effetto "buco nero" del villaggio di Jovanotti: una sorta di zona franca, nella quale i titolari degli stand commerciali non pagano neanche al Comune l'affitto dello spazio, come invece a Viareggio devono fare invece le Onlus locali, che hanno legittimamente protestato (leggi QUI). Tutto questo perché qualcuno ha avuto l'idea migliore della sua vita -ovvero fare concerti in spiaggia- e nonostante tutte le proteste, appare ben determinato a continuare. Siamo di fronte alla rappresentazione più spettacolare -nella sua frivolezza- del sacrificio dell'interesse collettivo a favore di interessi privati, Trident&Jova con grande faccia tosta socializzano i costi e massimizzano gli introiti. Un colpo di genio, non c'è che dire, tanto di cappello (dei Minions)
Rispetto all'edizione 2019, la combriccola del JBP, oltre a ottimizzare i suoi investimenti col raddoppio date, ha inteso perfezionare pure il meccanismo della (green)washing machine. Già nel precedente Tour, lembi di spiaggia sporca -erbacce e fastidiosa biodiversità, spiegazzati da inutili dune- venivano messi dentro la lavatrice, centrifugati, stirati, e lasciati più puliti, quindi migliori di prima. Un ambizioso obiettivo "naturalistico" raggiunto grazie alla guida da presidente WWF di Donatella Bianchi, che non a caso aveva cominciato la sua carriera prestando la propria ugola per la canzone del detersivo Mira Lanza “Mira mira l'olandesina” (Leggere QUI per credere). Addirittura, con ammirevole senso civico, i "Beach Angels" ripulivano la spiaggia dei rifiuti prodotti dal concerto stesso! e Jovanotti se ne vantava. A dire il vero, neanche riuscivano a farlo molto bene, dato che ad ogni tappa, saltavano fuori rifiuti di tutti i tipi nel post-concerto, tra la battigia e i marciapiedi. Ma d'altronde, come chiedergli di più, poveri ragazzi? Venivano pagati con due panini e una bibita! (Leggere QUI per credere ).
Benché si potesse definire davvero “encomiabile” tutto questo, era ancora troppo poco! Bisognava inventarsi qualcosa per controbattere alle crescenti critiche: nonostante la foglia di fico del WWF, ripulire la propria sporcizia e lanciare qualche messaggio di sensibilizzazione dal palco, non sembrava quest'azione così degna di merito, dopo aver devastato la biodiversità di intere spiagge! Bisognava dunque riguadagnare terreno e credibilità anche negli ambienti ecologisti, quindi mettere mano alle fogne di Nuova Delhi per risanarle, allargando il proprio raggio d'azione oltre le spiagge del Tour, per compensarne i danni ambientali con azioni di grande risonanza mediatica. Bisognava insomma fare della tutela della natura il più grande spettacolo dopo il Big Bang: per questo i dirigenti del WWF hanno concepito Ri-party-AMO, spacciata come “la più grande mobilitazione nazionale per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio”. Una grande illusione ottica a corredo del secondo Jova Beach Party, un vero AMO messo lì per fare abboccare gli ultimi increduli.
Molti si chiedono ancora: “E il WWF nazionale, cosa ci fa con Jovanotti sulle spiagge d'Italia?” Mi riferisco volutamente al nazionale per non offendere tante basi locali che con il JBP non c'entrano e non vorrebbero entrarci nulla. Onestamente, nel 2019 non si capiva proprio cosa diavolo ci facesse, a parte permettere a Jovanotti di fare i suoi concerti, infangando la propria reputazione, e generando rabbia e frustrazione nella propria base associativa. Sembrava solo un tentativo, peraltro malriuscito, di sfruttare la popolarità mediatica del cantante, per rilanciare la propria immagine, millantando "la più grande campagna popolare sul tema delle plastiche che sia mai stata fatta" . Nel 2022 invece tutto appare più chiaro: se Jovanotti ci sta per fare soldi, il WWF ci sta per gestire soldi! “Quali soldi?”. Quelli che ambiscono a ottenere dalla “più grande mobilitazione nazionale per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio” ovviamente, e non pochi: 5 milioni di euro, da “ripartire” con il loro progetto Ri-Party-AMO.
Per realizzare un'operazione tanto ambiziosa - sfoggio di un gigantismo green che nemmeno Hulk sarebbe capace- ci vogliono i soldi -che pure fanno tanto "green"- e quando ci vogliono i soldi, bisogna chiamare le banche. Allora, dati gli alti ideali in campo, fanno per caso uno squillo -che so- a una seriamente impegnata come Banca Etica? No, decidono di collaborare con Intesa San Paolo, che sotto il profilo etico non ha certo un curriculum impeccabile. Ce ne parla Linda Maggiori in un articolo intitolato “Anche mettere i soldi in banca può avere un enorme impatto ambientale e sociale” dove scrive: "Serve a poco muoverci in bici – e lo ricordi bene la Fiab, sponsor del Tour- o professarci pacifisti, se poi affidiamo i nostri soldi a banche senza scrupoli che investono nel fossile o nelle armi”. Tra queste, Intesa risulta essere la banca fossile numero uno in Italia! E fino al 2021, sul podio per le armi. Ma oramai non ci stupiamo più di nulla: sappiamo che nemmeno Jovanotti in termini di sponsor si fa troppi scrupoli, e anche se vegetariano si fa sponsorizzare da Fileni. Del resto l'essenza del greenwashing è proprio questa: prendere i peggiori, e farli sembrare i migliori. Per questo le aziende lo pagano, come un automobilista pagherebbe l'autolavaggio.
Dato che viene coinvolta una banca, molte persone ingenuamente possono aver pensato che fosse lo stesso istituto a “donare” i soldi, o meglio, a "pagare" il servizio di autolavaggio. Magari con soldi che provengono da qualche circuito poco virtuoso, ad esempio fossile e armi. Insomma, un bel greenwashing col colore dei soldi.
Altre persone altrettanto ingenuamente possono aver pensato -dati gli alti incassi del Tour, le spiagge ottenute quasi gratis, e il fatto che il JBP sia oramai diventata un'industria nazionale- che i soldi li tirassero fuori loro, da una percentuale dei loro enormi guadagni. D'altronde se facciamo un semplice calcolo sulla base di quanto hanno risparmiato non affittando degli stadi -ovvero moltiplichiamo 400.000 x 10 tappe- otteniamo una cifra di 4 milioni di euro, molto vicina a quei 5 milioni richiesti per l'operazione. Pensano di restituirli alla collettività, per caso? No! Fanno un crowdfunding, le facce toste!
Quindi, dopo non aver speso praticamente nulla per l'affitto delle spiagge, dopo aver usufruito di ingenti risorse pubbliche per l'adeguamento di luoghi non appropriati, dopo aver danneggiato tutti i villeggianti e i residenti che avrebbero voluto usufruire della loro spiaggia e della loro libertà di cittadini, ecco che vengono pure a chiedervi dei soldi per vendersi la "più grande mobilitazione nazionale per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio". E non gli basta ancora, vi chiedono oltretutto di fare i volontari, magari per due panini, una bibita e mezzo gadget! Perché la loro faccia tosta a questo arriva: loro fanno grossi affari, poi tramite il WWF -trasformato in un ente per l'occultamento delle magagne ambientali- vi chiedono di donare per rimediare ai danni creati dal Tour, infine addirittura di fare da volontari in queste operazioni. Tutto per potervi fare un selfie nell'ambito della più grande operazione di tutela ambientale mai concepita da mente umana. E quando vi ricapita?
Ma soffermiamoci un attimo sulla cifra da raggiungere, che è veramente alta: 5 milioni di euro! Se andiamo sul sito di Intesa San Paolo, nella pagina For Funding dedicata a Ri-party-AMO risultano al 16 agosto raccolti 3.292.083€, mentre i donatori sono “solo” 468. Il che significa una media di circa 7.000€ a donatore! A me sembra davvero impossibile: ho una discreta esperienza di crowdfunding e so che le persone “normali” generalmente donano cifre tra i 10 e i 100 euro. Ben pochi sono così motivati da andare oltre, o possono semplicemente permetterselo. E difatti, se si apre la pagina della donazione ecco che si trovano 4 bottoni di 30, 50, 75, 100€. Una donazione media di circa 7.000€ farebbe pensare che abbiano partecipato piuttosto delle aziende, come sponsor. Per caso aziende necessitanti di greenwashing?
Viene insomma il dubbio che questa enorme cifra non sia il risultato di spontanee donazioni, ma che l'idea del crowdfunding faccia parte essa stessa della sottesa operazione di marketing, per far credere di essere sostenuti da una enorme partecipazione popolare. La realtà potrebbe essere molto diversa: parte di quei soldi vengono forse dai giri di investimenti di Banca Intesa nel fossile e nelle armi? Oppure rappresentano un impegno economico richiesto alle aziende che sono coinvolte nel Tour?
Ma continuiamo a dipanare l'intricata matassa: Questi soldi, provenienti da questo crowdfunding, le cui dinamiche si presentano oltremodo strane, dovrebbero sostenere le 3 azioni nelle quali si articola il Ri-Party-AMO: il Tour "Puliamo l'Italia" "Prendiamoci cura del Territorio" e "Formiamo le generazioni future".
Questo è quanto si legge sul sito della prima operazione: "da settembre 2022, per un anno intero, potrai partecipare alle Giornate di pulizia in giro per l’Italia. Saranno giornate all’insegna della tutela ambientale, una vera e propria mobilitazione verde partecipata e resa possibile, oltre ai volontari WWF, anche da famiglie, scuole e giovani da tutta Italia. L’impatto del progetto di pulizia si estenderà su 20 milioni di m2 di territorio, organizzeremo 8 grandi iniziative condivise in cui coinvolgeremo 10mila volontari".
Allegano anche una mappa con i luoghi prescelti. Tra le varie tappe di questo Tour dopo il Tour sono incluse alcune tappe del Jova Beach Party, come Vasto, Castel Volturno, Barletta, Viareggio, che saranno oggetto di pulizia spiaggia o pulizia dei fondali. Vengono inclusi anche due siti non costieri, ovvero il lago di Garda e il fiume Lambro. Dicono che effettueranno la bonifica di 20 milioni di metri quadrati, e su quest'altra cifra bisogna soffermarsi particolarmente perché c'è veramente da ridere! Misure che normalmente si esprimono in ettari, o in chilometri quadrati, vengono qui espresse in metri quadri! Si tratta di nient'altro che una maniera puerile e ingannevole di aumentare gli zeri della cifra per far credere di stare facendo chissà quale opera di portata storica. È come se io dicessi di misurare 1700 mm, per far credere di essere alto come una montagna.
Su questo tema il primo che ha riportato la questione nei giusti termini è stato Loris Pietrelli in un suo post: "detto così, sembrano tanti ma in realtà sono 20 km quadri ovvero una striscia lunga 40 km e larga 500 metri oppure 80 km x 250 metri. Questo è il modo di sbandierare un impegno che, tutto sommato, sembra assai modesto a confronto con l'impatto che l'evento avrà sul fratino e sistema dunale in generale. E' come quando ti vendono le mele a 1.99 €/kg e sei soddisfatto perché le hai pagate meno di 2 €”
Non paghi di tutto ciò, nell'articolo Jova beach party, perché il Wwf c'è: anche i grandi eventi possono diventare sostenibili - dall'Ufficio Stampa del WWF addirittura incredibilmente hanno sostenuto che questi 20 milioni di metri quadri corrisponderebbero a più di un terzo delle spiagge libere italiane. Dato che l'Italia ha 7500 km di coste - come scrive lo stesso WWF nel suo Dossier Coste - vi renderete conto da una immediata stima che questo è semplicemente impossibile! Anche se contassimo solo la metà dei 3.346 km di spiagge sabbiose, che risultano dal Rapporto Spiagge di Legambiente del 2019. Sembra insomma che l'unico interesse sia spararle grosse, quantificare ossessivamente, nel disperato tentativo di giustificare un Tour che con la tutela ambientale ha ben poco a che vedere.
M veniamo ai 10.000 volontari. Anche qui, è più che legittimo sollevare dei dubbi: come si fa a quantificare un impegno volontario delle persone con tanti mesi di anticipo? Se possono contare solo su qualche centinaio di donatori per il crowdfunding, come pensano di arrivare a 10.000 volontari per le azioni sul campo? Una simile cifra, divisa per le 22 tappe previste corrisponderebbe a un impiego medio di circa 450 volontari a tappa, un'enormità! Personalmente non ho mai visto un'azione di pulizia con una tale quantità di persone su una singola spiaggia, ma attenderemo l'inizio del Ri-Party-AMO -previsto il 18 settembre con i primi 8 appuntamenti nazionali- per verificare coi nostri occhi, e soprattutto contare.
Di fronte a tante perplessità appare invece del tutto chiaro come la pulizia delle spiagge, dovesse servire ad operare una pulizia dell'immagine di Jovanotti, Trident, fare insomma "greenwashing". Operazione non del tutto riuscita se, nel bel mezzo dell'estate, molti giornali hanno parlato di "shitstorm" su Jovanotti, inondato di critiche e insulti per il suo Tour, tanto da dover blindare ai commenti i suoi account Twitter e Instagram.
Come potrete notare, si tratta delle stesse località che sono state interessate dal JBP 2019 e/o 2022. E allora uno legittimamente può chiedersi: ma non avevano lasciato le spiagge più pulite di prima? Non avevano lasciato i luoghi migliori di come li avevano trovati? Allora perché dover fare un'operazione di "rinaturazione" proprio lì? Non sarà che tra gli ambienti naturali da ricostruire, e quegli habitat andati perduti siano compresi anche quelli dove sono passate le ruspe per attrezzare il concerto? O che comunque, in una malcelata ammissione di colpevolezza si voglia "compensare" l'impatto ambientale negativo del concerto? Tra le centinaia di migliaia di commenti negativi, nel polverone social sollevato dalle ruspe di Trident mi sono segnato questo -sul post fb della pagina Jova Beach Party del 7 luglio- che invita a fare un salto allo stand di Banca Intesa San Paolo per scoprire Ri-Party-AMO: "Gioca anche tu all'ultimo, nuovissimo gioco, 'Il piccolo ambientalista'! Distruggi gli ecosistemi e crea danni alla fauna marina con le onde sonore a palla, poi ricostruisci un nuovo ecosistema finto e prova a far credere agli avversari che sia uguale a prima! Il divertimento è assicurato. Per egocentrici da 0 a 99 anni". Sembra solo una battuta, ma si avvicina incredibilmente alla realtà! Danneggiare la natura per tutelarla insomma. Distruggere gli ecosistemi per poi ricostruirli. È il paradosso che seriamente propone una grande associazione ambientalista come il WWF, e che rischia di generare una vera catastrofe culturale, oltre che ambientale.
"Prima degli interventi di predisposizione dell'arenile, le piante di valore presenti sono state estratte e messe a dimora per poi essere successivamente ricollocate nel nuovo progetto più specifico per il fratino" scriveva difatti il WWF nel suo Comunicato stampa sulla tappa di Fermo del 3 agosto, nel quale parlava ancora di valutazioni rigorose e polemiche strumentali (leggi QUI). Un approccio spregiudicato agli ambienti naturali da Taglia&Incolla, che abbiamo visto tristemente riproporsi a Viareggio, dove la Gramigna delle Spiagge, dell'Habitat 4 censito dal prof. Bacaro, è stata tagliata per essere messa in una cella frigorifera del mercato del pesce, dalla quale sarà successivamente "ripiantumata" (leggere QUI per credere).
"Proporre la distruzione di un ecosistema naturale (perché questa è la sostanza dell'idea) togliendo le piante per poi ripiantarle in un mero tentativo di ripristino ambientale, significa non avere idea di cos'è un ecosistema, nel caso specifico ridotto a una sommatoria di piante che possono essere tolte e rimesse a piacimento. Come in una piazza soggetta allo spostamento delle panchine per fare dei lavori e poi successivamente riposizionarle! Facciamo notare che i ripristini si fanno a seguito di fenomeni di degrado, in contesti in cui non era possibile evitarli, nel tentativo di mitigarne effetti spesso devastanti con una sorta di "rattoppo", sempre meglio di niente. Diverso è programmarli come rimedio ad una scelta deliberata! Un messaggio di questo tipo è di per sé fuorviante e diseducativo, poiché si colloca in una logica consumistica in cui ciò che è stato fatto secondo modelli naturali può essere manipolato a nostro piacimento. Magari vantandosi, con arroganza, di farlo meglio di com'era prima! (d'altra parte non è questo lo slogan della kermesse?)" chiosava a riguardo Legambiente Versilia nel suo comunicato del 25/08/22.
A parte il messaggio "fuorviante e diseducativo" si mette in moto un meccanismo potenzialmente pericoloso, per non dire perverso, perché generalmente con i soldi si compra (quasi) tutto. Quindi se -per fare un esempio- l'area del concerto fosse limitrofa a quella di un Parco o Riserva naturale, come spesso è accaduto, cosa succederebbe se il WWF donasse dei soldi all'Ente che gestisce questa Riserva? Probabilmente -suppongo- la Trident, o chi per lei, incontrerebbe meno opposizioni da questo stesso Ente alla realizzazione del concerto. Anzi, magari nessuna opposizione, braccia aperte e tutti col cappellino del JBP a cantare "ciao mamma come mi diverto!". Dopotutto viviamo in un paese dove le risorse destinate all'ambiente, ed alla gestione di parchi e riserve sono decisamente pochine, rispetto alle necessità, e quando ricapita di avere una lauta mancia? Insomma, per farla breve, sembra essere uno scambio di tal fatta: "noi vi portiamo dei soldi, e in cambio ci lasciate fare il porco del comodo nostro sulle spiagge del concerto", anzi il "Porcobrado" del comodo nostro, in onore a uno degli sponsor del vegetariano Jovanotti.
Si rischia così di mettere in moto un meccanismo perverso di elemosine ambientali -che i maligni potrebbero anche definire "mazzette" ambientali- destinato a fare scuola, nel caso avessero la sciagurata idea di riproporre ad oltranza questo Tour, rendendolo una sorta di rituale nazional-popolare, una sorta di Sanremo delle spiagge.
Viviamo in un paese dove le strade, specialmente quelle interne sono bucate e rattoppate, e il dissesto idrogeologico è un'emergenza permanente. Sappiamo che vi sono solo due eventi che possono arginare questo problema: le elezioni, e il Giro d'Italia. Ma, dato che alle promesse elettorali crede sempre meno gente, le strade non vengono più rifatte come una volta. Invece là dove passa il Giro d'Italia, tornano indefettibilmente nuove. Ecco, non vorrei che il Jova Beach Party diventasse una sorta di Giro delle spiagge d'Italia, atteso -e richiesto- da tutti per le sue elemosine ambientali e le rappezzature da classificare come "rinaturazione".
Ma prendiamo come esempio uno di quei 7 luoghi baciati dal ragazzo fortunato: Marina di Ravenna. Sappiamo che il concerto si è svolto a poche centinaia di metri dal Parco del Delta del Po, e per questo l'evento ha richiesto la Valutazione d'Incidenza Ambientale. Se fosse il Parco -come ritengo probabile- a ricevere parte di quei soldi stanziati dal Ri-Party-AMO questo configurerebbe senz'altro un clamoroso conflitto d'interessi, essendo lo stesso Ente Parco ad aver rilasciato l'obbligatorio Nulla Osta alla Valutazione d'Incidenza Ambientale. Un conflitto d'interessi, che bisserebbe quello del 2019, altrettanto clamoroso, quando il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, che promuoveva l'evento, era contemporaneamente anche Presidente del Parco del Delta. E situazioni di questo genere si potrebbero verificare anche altrove!
Per aprire una parentesi sul tema della V.Inc.A., il Comune di Vasto -che quest'anno ha voluto a tutti i costi realizzare il Jova Beach Party, pur dopo l'annullamento del 2019- è lo stesso Ente che ha rilasciato il Nulla Osta, relativamente alla Riserva Naturale Marina di Vasto, a poche centinaia di metri dal sito del concerto.
Che dire poi di Fermo? La pietra dello scandalo 2022, il luogo da dove è partita la prima diffida per Jovanotti, come a dire “Fermo, Jovanotti!”. Abbiamo appreso solo l'11 luglio, a Tour ampiamente iniziato, della stipula di un protocollo d'intesa per la sistemazione definitiva della spiaggia di Casabianca e della zona costiera di Marina Palmense (leggi QUI). Come mai così tardi? Anche qui, i maligni potrebbero pensare che nel frattempo il TAG Costa Mare aveva presentato una diffida al Comune di Fermo -il 2 maggio- annunciando un possibile ricorso alla Corte dei Conti, alla quale aveva fatto seguito il 7 luglio una diffida ai dirigenti del Comune di Fermo, un esposto depositato alla Procura della repubblica l'8 luglio, fino all'esposto ampiamente annunciato e depositato alla Corte dei Conti il 20 luglio. Appare del tutto chiaro come, alla luce di tali eventi, il versamento del WWF si presti facilmente ad essere interpretato come risarcimento, o compensazione economica (oltre che ambientale) di quanto denunciato dal TAG Costa Mare.
La nota più triste, oltre che assurda, di questa vicenda, è che il WWF nazionale si dovrà fare carico di seguire direttamente la sistemazione delle sopracitate spiagge, essendo venuta meno la sezione locale WWF Natura Picena, che ha chiuso i battenti proprio a causa della decisione della Dirigenza nazionale di sostenere il concerto di Jovanotti a Fermo anche nel 2022.
Veniamo alla terza azione "Formiamo le generazioni future". Sempre sulla pagina For Funding del sito di Intesa San Paolo, si può leggere: "Vogliamo coinvolgere più di 250.000 studenti e donare 20 borse di studio". Anche qui, la tendenza a spararle grosse la fa da padrona, come se l'educazione fosse un processo grossolanamente quantitativo e non delicatamente qualitativo. Siamo passati dai 10.000 volontari alla cifra astronomica di 250.000 studenti!
Leggiamo: "Con la tua donazione sosterrai 8 incontri nelle università italiane organizzati da Intesa Sanpaolo e WWF Italia in cui verrà presentato il progetto e la partecipazione del Jova Beach Party. Ben 4.000 Giovani e studenti saranno coinvolti in workshop sulle tematiche ambientali per confrontarsi con gli esperti e i volontari (sezioni WWF YOUng - volontari WWF under 35) coinvolti nel progetto.
Finanzieremo inoltre il programma didattico RI-PARTY-AMO per le scuole elementari e medie in tutta Italia, attraverso il coinvolgimento di 4.000 classi, 100.000 alunni e altrettante famiglie. Il supporto educativo sarà guidato da diversi materiali didattici in linea con gli interventi del progetto RI-PARTY-AMO e il percorso si svilupperà all’aperto e in ambienti naturali, con attività creative e di gruppo, in cui bambini e ragazzi potranno scoprire, osservare e conoscere l’ambiente.
Grazie alla tua donazione, saranno garantite 20 borse di studio per il corso online “Il Manager della Biodiversità” per l’anno accademico 2022/2023, promosso dall’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Sostenibilità (EIIS).
Insomma, dopo essersi impegnato nel sostenere un Tour che ha lanciato i messaggi più diseducativi che mai si potessero immaginare, il WWF nazionale cerca di metterci una pezza parlando di educazione delle generazioni future. Suona come una solenne presa in giro, dopo aver sentito ripetere per tutta l'estate, come un mantra, che per migliorare una spiaggia basta pulirla, oppure che un ecosistema si può tranquillamente ripristinare dopo averlo distrutto. L'impegno educativo del WWF appare molto simile all'impegno di Massimo Gramigni della società PRG che a Viareggio ha promesso di ripiantumare l'Elymus Farctus tagliato per realizzare il concerto, dopo averlo messo in delle celle frigorifere umidificate del mercato del pesce. Diseducare per poi rieducare.
Nel 2019 il WWF nazionale disse che non avrebbe incassato un centesimo dal Tour. Questa volta non ha avuto il coraggio di dirlo, perché di soldi da gestire ne riceverà tanti. Ringrazio Loredana Atzei, alias Red Cat, per avermi concesso l'uso della sua fantastica vignetta del 2019, che sembra profetica rispetto agli eventi del 2022.
Le immagini relative alla campagna di Crowdfunding sono tratte dalla pagina For Funding del sito di Intesa San Paolo
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