martes, 9 de julio de 2019

JOVA BEACH È UN BIDONE, MA SENZA BIDONI!


Il primo concerto è andato! Come cannoni i titoli di giornale sparano a caratteri cubitali nell’arengo mediatico l’elogio sperticato delle Joviali visioni, intimando a noi, piccoli drappelli in trincea, col fratino e qualche altro animaletto insignificante, di arrenderci. “Questa è una follia, e vi ringrazio di esserne parte, dice Jova, ma senza follia non si è mai fatto nulla di rilevante.” Dunque, una follia certificata come sana da quasi tutti i giornali. Come La Stampa, dove Piero Negri commenta: “Si aspettava che qualcuno gli dicesse no, ma non è avvenuto. Ha vinto il gusto della sfida, del fare perchè nessuno l’ha mai fatto prima”. Emerge ancora l’Italia del fare, non si sa in che direzione e per quale motivazione, purché si faccia. Quell’Italia che tanto ricorda Renzi, cui Jovanotti ha fatto più di un endorsement. Un’Italia del fare che ha come grande nemico il partito del NO, un no sempre ingiustificato e puerile, precisamente citato nelle parole di Maurizio Salvadori di Trident: “Poi c’è il partito del no. Ma questa volta non stanno vincendo”. E si capisce allora dal linguaggio la portata politica di questo tour, spalleggiato a gran voce da quasi tutti i media, quasi sempre mediamente servili, e si capisce perchè noi riteniamo doveroso rimanere in trincea fino all’ultimo. Perché la posta in gioco non è la reputazione di un artista e del suo spettacolo, ma il fatto che Jovanotti col suo Beach Party si presti a fare da ariete di sfondamento per una ideologia precisa e pericolosa, che intende ridurre la natura, specialmente se protetta, a palcoscenico per le attivitá umane, luogo ludico e turistico dal quale spremere profitti. Ideologia che ha trovato una prima compiuta espressione legislativa nella renziana riforma della Legge sui Parchi.

Sulla pagina Habemus Dune un amico, commentando le immagini della calca impressionante del primo concerto di Lignano, parafrasa Battiato: "Povera Patria....si credono potenti e gli va bene, quello che fanno e tutto gli appartiene". Ed è vero, guardando i titoli ti sembra che il mondo sia davvero loro e per un attimo ti deprimi, a stare sempre schierato in difesa delle cause perse. Ma poi, a guardare bene, a costoro che si credono potenti, non tutto gli va bene, anzi ben poco. Lo si intuisce dalla disperata necessitá di Jovanotti di pomparsi, di autocelebrarsi in un suo post, che denuncia un atteggiamento alquanto sulla difensiva: "Mamma mia ragazzi! Che botto è stato il primo Jova Beach Party, mamma mia. È stato un risveglio di quelli che il mondo appare diverso".
 
Perché se scorri con attenzione nel flusso di notizie, va a finire che qualche mucchio di immondizia ti caschi inevitabilmente in un angolo dello schermo, causando sconcerto riguardo al concerto, e sollevando qualche riflessione a sostegno del puerile partito del NO. Invito a leggere a riguardo l'articolo di Liguria Oggi. Anche nella pagina fb di Jovanotti, di critiche ne trovi a iosa. Che stavolta sono dei suoi stessi fan. Di quelli che hanno pagato per vederlo. Mica di gente come me che non ha mai posseduto un suo disco. Ne riporto solo un paio (per chi volesse una gradita selezione più ampia rimando al post degli Amici di Torre Flavia).
Il primo di Francesca Rescigno: "Mi dispiace, io c'ero a Lignano, e a parte qualche caso isolato, gli unici a godersi la serata erano ubriachi persi o strafatti. Era impossibile muoversi, accedere ai bagni, alle docce, riuscire a prendere i mitici gettoni per bere o mangiare, intravedere il palco, non c'era la minima misura di sicurezza e non parliamo di ambiente e pulizia, la spiaggia sembrava una discarica, davvero mi aspettavo una cosa molto diversa, certo Jovanotti sempre bravo ma questa volta per fare cassa (50mila persone!!) ha esagerato. Peccato! Ho visto tanta gente andare via ancor prima della pioggia, dopo il primo temporale poi non ne parliamo...brutta esperienza che non consiglio a nessuno, tanto meno con bambini al seguito!" che poi rincara la dose "Mi dispiace, per me è stata una grande delusione, ho visto tanti suoi concerti e mi aspettavo un evento unico e ben strutturato e invece ci hanno tenuti come bestiame solo per fare cassa. Ci sono rimasta proprio male". Il secondo di Luisa Ferrara: "Io da fan sono proprio rammaricata per questo flop.. troppa gente delusa per il tuo standard Jova.. condivido tutti i commenti sulle file interminabili che per fortuna non ho dovuto fare perchè con me e il mio compagno c' erano i nostri 4 figli e per fortuna il mio istinto materno mi ha fatto portare 12 panini e bottigliette d' acqua sufficienti ( mi sono nascosta i tappi nel reggiseno ). Ma se pubblicizzi una cosa anche per famiglie, non puoi sperare che le madri siano più geniali della tua organizzazione... tutti quelli con i bambini sono rimasti infondo ( e ci sta ) ma non si sentiva una mazza. Peccato, nel complesso l' idea è geniale ma vanno riviste molte cose. Altro punto: sicurezza pessima. Nessuno mi ha controllato gli zaini all' ingresso. Cavolo.. centinaia di bambini, migliaia di persone.. un miracolo che non sia successo nulla! Ah.. cestini inesistenti e tasche piene di immondizia.. altro che sassi".

Dai commenti il tour plastic free appare come un gran bidone, anche se paradossalmente carente proprio di bidoni, e nemmeno plastic free! Perché tanta ne è stata abbandonata sulla sabbia. Tante bottigliette di acqua vendute a 2 euro! Con buona pace del wwf. Mentre Jovanotti ha incredibilmente il coraggio di esultare perché il giorno dopo la spiaggia era comunque stata ripulita: "Una buonissima notizie che speravo di potervi dare e sono felice di poterlo fare è che la spiaggia è pulita, ce l’abbiamo fatta. E puntiamo insieme a farcela ogni volta". Ma siamo arrivati a questo livello in Italia, che si occupa la spiaggia con un megaevento per poi prendere come un punto di merito aver ripulito dopo molte ore la sporcizia prodotta? E confessa che nemmeno era sicuro di farcela? Sperava?! Ma stiamo scherzando?! Si rende conto di quello che dice? E poi nel suo delirio si spinge a dire che è addirittura piu' pulita di prima! Come sia possibile, onestamente non sappiamo.

Ringraziamo comunque i Beach Angels, ragazzi accorsi a ripulire l’immagine sozza di Jovanotti solo in cambio di un panino, una bibita e l’ingresso al concerto, a quanto pare. Io non lo avrei fatto, nemmeno se fosse stato un mio idolo. Perché uno scambio del genere avrebbe squalificato dal punto di vista etico qualunque mio idolo.

Eppure Jovanotti, subissato dalle critiche, troppe, di chi ha pagato per il suo concerto, per una volta chiede scusa a nome degli organizzatori. Non personalmente comunque. Mai gli fosse passato per l'anticamera del cervello di farlo nei confronti di attivisti ed associazioni ambientaliste in tutti questi mesi! Il Jova qui si sorprende ad ammettere che "molti aspetti dell’organizzazione sono stati sottostimati". Infatti, anche l'esistenza di piante e animali nelle aree dei concerti era stata ampiamente sottostimata. E non vi erano dubbi che la superficialita'
e l’arroganza con la quale era stata affrontata tanto la scelta dei luoghi per il concerto, quanto la redazione delle valutazioni di incidenza, e la realizzazione dei lavori preliminari, con il lungo strascico di esposti, denunce e sequestri che sappiamo, si manifestasse in maniera eclatante anche nell’organizzazione interna del concerto. Non vi erano dubbi che il problema della sicurezza venisse a galla in altri commenti allarmanti, come quello di Virginia Belloli: "Io invece caro il mio Jova ti devo dire che a questo giro hai un po' toppato!!!!! Il clima della festa era top...energia e festa, ma la macchina organizzativa è stata pessima...ho passato più tempo in coda che a gustarmi il concerto! Coda x i token, coda x la birra, coda x il panino....ma mettete qualche punto ristoro in più e meglio distribuito!!!!! E la cosa che più mi ha fatto paura è stata la coda x uscire in quel punto stretto, tutti ammassati! Ringraziamo il cielo che non si sia scatenato l'uragano....hai presente se ci fosse stato un po' di panico tra la gente....avresti rischiato di avere qualcuno sulla coscienza! Era la prima data ed hai un'attenuante....ma vi conviene correggere il tiro x le prossime!" Mi permetto di dissentire con lei solo su un dettaglio: non ci possono essere attenuanti per chi ostinatamente, e nonostante una valanga di critiche e appelli da parte di enti autorevoli, decide di perseguire la sua strada a testa bassa, nel disprezzo di ogni norma di buonsenso. Per perseguire quella che candidamente viene definita una follia, tra l'applauso dei media italiani. Ma a fondo di questo vale ricavare un insegnamento generale: la conferma che qualunque azione lesiva del contesto ambientale presenta elementi di rischio ed insicurezza anche per il genere umano. Come nel caso di Vasto, dove, se non ci fossero stati esposti a riguardo, si sarebbe posizionata l'area del concerto su di un fosso, all'uopo insabbiato, mai citato nella Valutazione di Incidenza Ambientale.


Per concludere in bellezza, come non citare il richiamo di Jovanotti, in apertura del Party,  alle Cittá invisibili di Calvino? "Fin dall’inizio ho avuto nel cuore le città invisibili di Calvino immaginando la nostra con le caratteristiche di una città millenaria che vive per un solo giorno e poi parte verso il futuro". Un accostamento che avrei giudicato risibile e addirittura offensivo, se non avessi preso il tempo di leggere le centinaia di commenti negativi al suo concerto. Adesso questo accostamento mi appare sensato, direi quasi realistico. Ma non alle citta' nel loro complesso, a una sola specifica citta' invisibile: Leonia!
“Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove....Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri”


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