Quest'anno
in Calabria sono stati rinvenuti 30 nidi di Caretta caretta, anzi no,
ho appena ricevuto un messaggio da un volontario di Caretta Calabria
Conservation che mi annuncia il ritrovamento del 31esimo nido, questa
mattina, 11 agosto.
L'esito della nidificazione di Caretta in Italia può essere seguito sul sito Tartapedia,
dove aggiornano settimanalmente il numero dei ritrovamenti. Vi
consiglio a questo punto di consultare una mappa della Calabria,
tuffarvi con la fantasia nel mar Ionio e risalire con il dito da Melito
di Porto Salvo, che rappresenta davvero la punta dello stivale, fino a
Bianco sul versante ionico della provincia di Reggio. In questo magico
tratto di costa lungo soli 40 km, sono stati rinvenuti ben 25 nidi di
Caretta caretta. Nei restanti 740 km di costa calabrese sono stati
rinvenuti solo 6 nidi. È oramai cosa nota che il litorale reggino ionico
sia il luogo principale di nidificazione in Italia, tanto che
Brancaleone, dove vi è un Museo del mare, e dove è stato effettuato il
13 giugno il primo ritrovamento di quest’anno, viene definita la città delle tartarughe di mare.
Eppure,
il dato sulla distribuzione dei nidi acquista tutt'altra luce se
incrociato con un altro dato, quello delle competenze territoriali delle
associazioni che monitorano i nidi, che allo stato attuale sono due:
WWF e Caretta Calabria Conservation. Ebbene, che ci crediate o meno, i
25 nidi corrispondono al tratto di costa monitorato esclusivamente da Caretta Calabria Conservation,
un'associazione che ne effettua la ricerca a bordo di fatbike
elettriche e grazie anche all’uso di un drone. Nel resto della costa
calabrese il monitoraggio viene effettuato dal WWF, che quest'anno ha
ricevuto un finanziamento regionale, cosi come Caretta Calabria
Conservation, che opera tuttavia dal 2012 senza riceverne alcuno, e su tutta la
costa calabrese, prima che il WWF si “impadronisse” del territorio,
reclamando a sé anche il monitoraggio dei 40 km suddetti, senza poter
tuttavia scalzare Caretta Calabria Conservation, che
ha così continuato a operare nel suo principale territorio di
pertinenza. Fortunatamente per le tartarughe, viene da dire analizzando i
dati.
Possibile,
vi chiederete, che in un tratto così breve ci siano tanti nidi, e nel
resto di tutta la costa calabrese solo 6? Considerato che prima del 2019
il WWF in Calabria non si occupava del monitoraggio dei nidi di
Caretta, è facile supporre una certa inesperienza operativa. Ma i
legittimi dubbi che sorgono sull'efficacia, o la sincerità, dell'azione
del WWF, si rafforzano quando si considera che oltretutto quei 6 nidi
non sono stati rinvenuti direttamente dall'associazione ma segnalati da
persone terze. Come anche quelli rinvenuti nelle immediate vicinanze di
Roccella, a Riace e Grotteria, che vedete segnalati nella mappa
allegata, a detta degli esperti di Caretta Calabria Conservation deposti
probabilmente da una unica femmina, che ha scelto quel tratto di costa
per nidificare.
La possibilità che quindi la stessa femmina abbia
deposto un nido anche a Roccella Ionica, sito del Jova Beach Party è
altissima. Si comprende allora ancor meno la sicumera con cui il
sindaco di Roccella ha bollato come infondate le denunce contenute
tanto nell'esposto di Augusto De Sanctis, quanto in quello congiunto di
Legambiente Calabria, Lipu, Altura, StorCal e Caretta Calabria
Conservation al fine di chiedere di annullare la tappa del tour o
spostarla dopo fine agosto, in modo che non interferisse con il ciclo di
riproduzione delle tartarughe marine. Dove si legge che proprio a
causa dell'assenza di monitoraggi effettuati all'inizio della stagione
riproduttiva di entrambe le specie, per il principio di precauzione, non
potendo escludere la presenza di nidi nell'area considerata, si deve
ritenere l'impatto dell'evento potenzialmente invasivo, anche in
considerazione del fatto che la data scelta, il 10 agosto, rappresenta
in assoluto il periodo in cui si effettua la maggior parte delle schiuse
di uova di C. Caretta. Una denuncia, che trova piena conferma nel
parere n. 45930 del 24 luglio 2019 dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale, che conferma la criticità per l’area
in questione che si colloca in un’area piu vasta del medio Ionio
Calabrese, che si estende da Marina di Gioiosa Ionica a Punta Alice,
considerata area di nidificazione regolare a bassa densità, ravvisando i rischi, in un periodo coincidente con il picco delle schiuse di uova, di
possibili danni a eventuali neonati che potrebbero essere in fase di
emersione dal nido, danni da calpestio o passaggio di mezzi su eventuali
nidi deposti prima del 10 agosto, disturbo sonoro e luminoso nei
confronti di femmine in fase di emersione, disturbo luminoso a eventuali
neonati in fase di emersione il 10 agosto.
Di fronte all’autorevole parere del massimo organo
scientifico dello Stato stupisce ancora la
risposta del sindaco di Roccella, un luminare in materia, che, come si apprende da articolo di Repubblica,
afferma come sia la relazione dell'Ispra a essere poco attendibile
perché basata solo su "documentazione bibliografica, studi in suo
possesso e fotografie trasmesse da segnalazione ricevuta" e non su
verifiche sul campo. Affermazione poi spalleggiata dalla stessa Regione
Calabria che conferma non sussista alcun problema ambientale per il Jova
Beach!
Per
il monitoraggio delle tartarughe il sindaco afferma di essersi
affidato al Centro di Recupero Tartarughe Marine M.A.R.E. che, a sua
detta, dal maggio 2019 (proprio quest’anno, che strana coincidenza)
svolge attività di monitoraggio dell’Area interessata, ai fini
dell’individuazione dell’eventuale presenza di nidi di Caretta caretta .
Monitoraggio che ha avuto esito negativo. Peccato che il Centro di
Recupero Tartarughe Marine M.A.R.E. (accreditato dalla Regione Calabria
con DDG n. 992 del 09/02/2010) e che l’ISPRA indica come centro
autorizzato per attività di recupero, trasporto, detenzione,
manipolazione ai fini sanitari/riabilitativi, marcatura con targhette
metalliche ai fini di monitoraggio sanitario e/o ecologico e successivo
rilascio di tartarughe marine rinvenute sulla fascia costiera della
provincia di Catanzaro e di Reggio Calabria (da Monasterace fino a
Roccella Ionica) NON abbia autorizzazione ministeriale per monitoraggio e
tutela dei nidi. Il recupero è evidentemente tutt'altra cosa. Tanto è
vero che nel loro territorio di pertinenza il nido di Riace non lo hanno
trovato né il WWF né loro. Quanto allora può essere credibile questa
difesa del sindaco? Ogni persona di buonsenso giudichi da sé.
Il
9 agosto, due giorni fa, si celebrava il TartaDay, la giornata dedicata
alla salvaguardia delle tartarughe marine e del loro habitat, e per
festeggiarlo degnamente il WWF ha contribuito a organizzare per il giorno seguente il
Jova Beach Party a Roccella, sito abituale di nidificazione, con
distruzione di un habitat riproduttivo. Cosa ancor più grave e
contraddittoria alla luce dei cospicui finanziamenti ( ben 105.000,00
euro!) percepiti per la tutela della specie. Per aggiungere al danno la
beffa, Gaetano Benedetto, direttore generale del WWF appariva in
televisione a consacrare il Jova Beach come “la soluzione al problema
della plastica” indossando la maglietta “Io sto con le tartarughe” A noi
sembra che stia solo tirando la sua, di Caretta, e purtroppo facendo l’interesse di
Trident Music. Il WWF Cosenza Sila Pollino non ha resistito al peso di
tutte queste contraddizioni e si è coraggiosamente, e coerentemente,
dissociato dall'appoggio a questo evento. Ed è tutto dire. The show must
go on? Anche la magistratura.
Egr. Sig.Sacchetti
ResponderEliminarSono l avv. angelo Calzone del WWF provincia di Vibo Valentia..Avrei piacere di incontrarla personalmente per fornirle qualche notizia dul contributo del WWF alla conservazione delle tartarughe Caretta caretta, che probabilmente disconosce.Magari insieme a qualche altro esperto che lei avra' consultato ma che e' stato, per mera dimenticanza, del tutto reticente al riguardo.Aspetto un suo positivo riscontro.Buonanotte, Avv.Angelo Calzone
Avvocato Calzone, dica pure in pubblico, non saranno mica segreti...
EliminarGentile avvocato, ho avuto una tessera del WWF dal 1987 al luglio di questo anno. Quindi conosco bene la storia associativa, clamorosamente rinnegata, insieme ai suoi principi fondanti, dall'adesione al Jova Beach Party. Il presente purtroppo parla chiaro, e se un'associazione che si attribuisce il monitoraggio di una specie su 740 km non individua per sua azione un solo nido, e ritiene di poter essere poi credibile nel garantire l'assenza di rischi per gli eventi concertistici in Calabria e sul mar Ionio, beh... mi spiace ma non ci siamo proprio. Io comunque non vivo in Calabria, sono venuto nel mese di Aprile, forse tornero' nelle prossime settimane a verificare con i miei occhi i gravi danni inferti al litorale di Roccella e Policoro. Nell'occasione, qualora possibile, non avro' problemi a incontrarla. Cordiali saluti
EliminarPreferisco guardare negli occhi le persone con cui ho a che fare. Sempre che lei sia disponibile.
ResponderEliminarL aspetto
ResponderEliminar