Ora che l’estate 2019 volge al termine, vorremmo tutti risvegliarci e
scoprire che si è trattato solo di un incubo e che no, in realta' il WWF Italia non
è andato in giro per le spiagge italiane insieme ai trattori Landini, spianando
dune e siti naturalistici per far posto ai megaconcerti di Jovanotti, con il
contorno di sponsor dalla fedina ecologica non certo pulita come Estathe e
Sammontana.
Invece, le cicatrici lasciate sulle nostre spiagge e il profondo senso di
ingiustizia subita, le ore rubate ai nostri impegni e al nostro riposo estivo, che
nessuno ci restituirà, ci riportano inevitabilmente alla realtà dei fatti.
Ho cominciato giovanissimo a fare attivismo proprio con il WWF, quindi è
un’associazione per la quale nutro un grande affetto, con la quale ho condiviso
tante battaglie, che mi guardo bene dall’attaccare in maniera gratuita. Anche
se, dopo i primi anni, non ho più militato come attivista nei circoli locali, dal
lontano 1987 rinnovo una tessera associativa insieme alla mia famiglia. Me la
sono ritrovata sul comodino alcune settimane fa, con il mio nome e la firma di
Donatella Bianchi, in scadenza a luglio. Dopo 32 anni quella tessera non verrà
rinnovata. Entro, mio malgrado, a far parte della schiera di quelle centinaia,
forse migliaia di persone, che non la rinnoveranno, o che non daranno più il
sostegno al WWF a causa di questo evento, non solo questo forse, ma si è
trattato della classica goccia che fa traboccare il vaso.
Oggi ci sarà il Party a Lido Degli Estensi. Si tratterà dell’ultima
spiaggia italiana ad essere violentata, a meno che la tappa di Montesilvano non
venga confermata. Le prossime date, a Viareggio, dove una spiaggia pubblica è
stata requisita per quasi un mese, e a Lignano, sono delle semplici repliche. Il
Lido degli Estensi è oltretutto l’ultima spiaggia del tour interessata da
nidificazioni di fratino (e un esposto è stato presentato per i lavori
preliminari, che hanno danneggiato quelle in atto), l’unico
sito certo dell’Emilia Romagna con una popolazione di Cicindela, coleottero
protetto da una legge regionale sulla fauna minore, e uno dei pochi siti regionale
con vegetazione spontanea intatta, fino a quando non è stata distrutta dalle
ruspe, arrivate nella notte tra l’11 e
il 12 agosto, come i ladri.
Quello che è andato in onda sulle spiagge italiane quest’anno è un film
dell’orrore senza precedenti, una vera carneficina degli ultimi sprazzi di
naturalità delle coste italiane, ancora più odiosa in quanto venduta
mediaticamente come campagna di sensibilizzazione ambientale.
Io non incolpo tanto il WWF -ovvero la sua dirigenza - di essersi lanciato in questa avventura. Anche
se sensibilizzare sui fragili ecosistemi costieri, e sull’inquinamento
da plastica, portando 40.000 persone in spiaggia per un megaconcerto, appariva
da subito come una immane sciocchezza, a chiunque può capitare, con le migliori
intenzioni, di fare errori di valutazione.
Io gli do soprattutto colpa di non essersi dissociato per tempo, quando le
peggiori previsioni si erano oramai avverate, e a tutti appariva evidente quali
e quanti danni ambientali questo Tour stesse producendo, quando le foto e non
le parole hanno cominciato a circolare, quando tutto, ma proprio tutto il mondo
ambientalista vi si è schierato contro, data dopo data, quando sono stati
presentati appelli ed esposti ben documentati, e loro - in un crescendo di arroganza -sono rimasti
testardamente, stupidamente aggrappati al loro orgoglio, a difendere gli
interessi di Jovanotti e Trident, più che i loro stessi interessi, più che la
loro stessa storia e la loro missione. Se sbagliare è umano, perserverare è
diabolico.
Questo atteggiamento ha prodotto due gravissimi danni: screditare l'associazione
di fronte a tutto il mondo ambientalista o comunque sensibile alle tematiche
naturalistiche, creando una frattura difficile da sanare; e poi screditare il
mondo dell’ambientalismo di fronte a tutti gli altri, esponendolo a una carneficina
mediatica, nella quale personaggi poco edificanti come Maurizio Salvadori,
forti del loro appoggio, hanno avuto agio a gridare al terrorismo ambientale, bollando ogni denuncia come fake
news diffuse da piccole sigle in ricerca spasmodica di visibilità
(anche quando si parlava di Lipu, Legambiente, Italia Nostra), agio a far credere
che gli ambientalisti siano dei beceri conservatori, in odore di fascismo, che hanno paura del nuovo, della
carica rivoluzionaria del JBP; una carneficina mediatica nella quale il fratino, additato come l’onnipresente
rompicoglioni che impedisce di fare i concerti al povero Jovanotti – basti citare
l’indecente articolo di Selvaggia Lucarelli - è diventato suo malgrado oggetto
di rinnovato odio sociale, e tutto questo senza che il WWF proferisse una sola parola
di solidarietà verso quel mondo con cui era schierato fino a ieri in una comune
battaglia. Il culmine di tutto questo aberrante processo mediatico nel tweet di
Donatella Bianchi, che riprende l’articolo di Gramellini, con un like del WWF, dove
gli ambientalisti vengono definiti minoranze organizzate che sanno solo
proibire e distruggere.”Il Fronte del No”. Qualcosa che offende non solo tutti
gli attivisti, impegnati nelle spiagge di tutta Italia, anche e soprattutto
WWF, ma la stessa intelligenza umana.
Lo sappiamo, la dirigenza WWF ha fatto tutto questo per sfruttare la
popolarità di Jovanotti in una
campagna dedicata all’inquinamento da plastica, ma anche per ragioni meramente
propagandistiche, lo capiamo benissimo. Dal suo canto Jovanotti e i suoi, ben più
furbi nel farsi i propri affari, hanno sfruttato la copertura del WWF per garantirsi
un pass plastic-free di paladini dell’ambiente mentre procedevano a devastare
le spiagge italiane, chiavi in mano, per il loro porco guadagno. Ed entrambi
hanno tratto fuori il peggio di loro stessi da questa collaborazione.
Io vivo in Abruzzo, dove il WWF è sempre stato in prima linea nella
tutela del fratino e della naturalità delle spiagge, dove gli attivisti con i
quali ho battuto chilometri di litorale sono indignati al pari di me, quindi
non mi vengano a raccontare che questa loro campagna non è un’aberrazione. Anni
di educazione ambientale, passati insieme a spiegare che le spiagge sono un
ecosistema e non un luogo di divertimento, gettati al vento per la follia di un
party estivo. Proprio dal WWF che ogni anno in Abruzzo invia ai Comuni un
vademecum di buone pratiche, clamorosamente contraddette ovunque dai lavori di
preparazione del JBP, proprio il WWF, che fino a maggio ha protestato contro l’aratura
di una spiaggia a Pescara, qui nell'articolo, e nulla ha avuto il coraggio di dire e ammettere
contro livellamenti ben più drastici, in luoghi di più elevato valore
ambientale!
In Abruzzo abbiamo vissuto anni di battaglie contro la petrolizzazione, iniziate
nel 2007 per dire no a un Centro Oli dell’ENI a Ortona, una battaglia nella
quale ancora il WWF è sempre stato in prima linea, al fianco, tra gli altri, di Maria Rita
d’Orsogna. Come fa adesso a stare insieme a un individuo, Lorenzo Cherubini in
arte Jovanotti, che la stessa Maria Rita D’Orsogna denunciava in questo suo post, perché ea sponsorizzato nel suo Backup tour 2013 proprio dall’ENI? Un individuo che inoltre è
apparso in radio, insieme a Fiorello, a ridicolizzare il fratino e tutti gli
attivisti impegnati nella sua tutela, mostrando in piu' occasioni un opportunismo e una strafottenza senza pari. Ascoltate qui
l’audio della trasmissione, per giudicare da voi. Come fa il WWF a non dire nulla sulla tappa di
Policoro, in Basilicata, terra di conquista dei petrolieri, nella quale sono
intervenute commistioni fra politica e affari palesemente disgustose, per far
svolgere il concerto addirittura dentro un SIC? Sono contraddizioni lancinanti,
inaccettabili per chiunque abbia un minimo di senso etico.
“Essere ambientalisti significa chiudersi a riccio in
microbattaglie che dissetano il bisogno di visibilità personale
radicalizzandosi contro qualcosa e qualcuno sulla propria bacheca di facebook o
significa essere il motore di una mobilitazione per affrontare le grandi
emergenze ambientali che condizionano le nostre esistenze come i cambiamenti
climatici e l’inquinamento da plastica?” questa domnda se la pone Antonio Barone, ufficio stampa WWF, sulle pagine del Manifesto, in
risposta a un articolo giustamente intitolato “Jovanotti assediato dagli
ambientalisti. Ma the show must go on!” Sulla stessa linea difensiva di Salvadori, chi
si impegna a difendere il proprio territorio, la propria spiaggia, lo fa
automaticamente per brama di visibilità. Non contano i singoli, gli attivisti
di base, gli stessi attivisti WWF che quelle microbattaglie le combattono con
coerenza e conoscenza puntuale dei luoghi. Tante microbattaglie messe insieme
non ne fanno una grande, no! Stanno sostanzialmente dicendo che il fine giustifica
i mezzi, e che se grazie a questo tour il messaggio arriva anche solo al 10 o 20% delle
persone che hanno partecipato ai concerti hanno vinto loro. Non conta la qualita' ma la quantita'. Vogliono far
credere che per vincere la sfida bisogna scendere a compromessi con lo show
business, con tutto il mondo corrotto delle grandi aziende, questo vogliono far
credere, e che valgono più loro che le centinaia di piccoli attivisti impegnati
nelle loro microbattaglie territoriali, perché loro, e non Jovanotti che
riempie della sua onnipresenza quotidiani e canali televisivi, sono alla
ricerca di visibilità. Vogliono far credere che un’azione educativa possa avere
efficacia anche compiendone contemporaneamente una diseducativa, che insomma la
visibilità di Jovanotti val bene una ruspa, o due, o tre, o un esercito, anche
se si è passata la vita a predicare il contrario. Che insomma val bene vendersi
l’anima al diavolo per salvare il pianeta!
Non contenti, a riconfermare le finalità propagandistiche dell’operazione,
hanno lanciato con l'adesione al Beach Tour una campagna di reclutamento – o di adescamento - volontari, che
ha suscitato uno scandalo nazionale, sollevando più di una accusa di
sfruttamento del lavoro. Parlo dei cosiddetti Beach Angels, i volontari che
hanno lavorato per lasciare le spiagge più pulite di prima (incredibile che anche il WWF si sia associato a questo ingannevole mantra, ribadito dal pessimo Antonio Barone nell’articolo
sopra citato) per due panini e un gadget. Che lo facesse la Coop, che lo
facesse la stessa Trident, o qualche amministrazione coinvolta con manifesti di
dubbio gusto, avremmo capito, ma che il WWF abbia messo a disposizione i suoi
volontari per ripulire la sporcizia dei concerti di Jovanotti&Trident, garantendogli un guadagno
ancora più rotondo, nonostante l’indotto milionario dei suoi concerti, è qualcosa
di talmente ignobile, da lasciare esterrefatti. Senza contare che Jovanotti&Trident,
con grande signorilità, hanno addirittura chiesto l’esenzione dalle spese di uso del
suolo pubblico in ogni data!
Si comprende che per un’associazione in crisi di tesseramento, che dai 300.000 iscritti degli anni ’90 è passata a contarne forse un quinto,
Jovanotti sia parso una soluzione al problema, ma bisognava per questo
genuflettersi al suo potere mediatico, calpestando la propria dignità, e quella
dei volontari coinvolti? E al WWF converrà rimpiazzare tanti vecchi soci - con
una storia di militanza, una preparazione naturalistica, una fedeltà ai valori
fondanti - che si sono visti costretti a strappare la tessera, con altri che si
sono iscritti fondamentalmente per vedere il concerto senza pagare il biglietto?
Cosa farà l’anno prossimo per far rinnovare la tessera a questi nuovi soci, un
accordo per un tour con Mengoni, con la Pausini? Farà da oggi campagne di tesseramento
in base alle hit parade?
Tutto questo non doveva succedere! Oggi a Lido degli Estensi, va in
scena l’ultimo atto di questo tour degli orrori, eppure questa spiaggia avrebbe
dovuto essere automaticamente esclusa, a leggere il verbale del Consiglio
Nazionale WWF datato 21 dicembre 2018, dove si parla di "una serie di concerti evento, realizzati lungo le coste italiane,
prediligendo aree di spiaggia libera che non siano in alcun modo interessate da
alcuna forma di tutela e pertanto considerate vulnerabili, che escludano aree
protette e\o con vincoli ambientali di particolare rilievo, aree di
nidificazione delle tartarughe marine e del fratino, zone dunali e retrodunali
e di pregio". Appare lampante, alla luce di questo documento, che il
concerto NON DOVEVA avere luogo non solo al Lido degli Estensi, ma nemmeno a
Rimini, Fermo, Vasto, Barletta, Policoro, Roccella Jonica, Praia a Mare, Castel
Volturno, Cerveteri, Albenga! Cosa è successo dopo la sottoscrizione di questo verbale,
ha prevalso il senso degli affari? Si sono fatti mettere i piedi addosso da
Trident e non hanno avuto il coraggio di spiegarlo ai propri soci? Vi è stata
una contropartita segreta? Ce lo spieghino. Forse per coprire questo gigantesco
inganno i dirigenti continuano a difendere a spada tratta, data per data, il
tour? Prego tutti di leggerlo questo documento, di cui allego in basso un estratto, per giudicare con la propria intelligenza se non si tratta di uno
scandalo dalle proporzioni inenarrabili, che richiede le immediate dimissioni
della presidente Donatella Bianchi.
Se perseverare è diabolico, farlo dicendo bugie è ancora più
inaccettabile, e le falsità snocciolate a sostegno di questo tour sono enormi,
penose, patetiche. Poiché tutto si fonda su un grande inganno, ravvisabile fin
dal verbale del dicembre 2018, e ogni inganno per perpetrarsi ha bisogno di bugie.
Basta andare nella sezione Q&A del sito WWF, per mettersi le mani nei capelli, e constatare fino a quale bassezza si
possa arrivare per difendere i propri interessi, beninteso gli interessi di una
dirigenza o di una ristretta minoranza, oramai drammaticamente dissociati da
quelli associativi. Dove si afferma ad esempio che le località erano già state individuate dall’organizzazione prima che
l’artista ci coinvolgesse nell’evento, il che contrasta chiaramente con
quanto scritto nel succitato verbale e fa legittimamente chiedere perché allora,
se davvero avevano scelto quelle spiagge, il WWF non abbia rifiutato di
sostenerli. Il che contrasta anche con varie dichiarazioni dello stesso
Salvadori, che, per pararsi il culo, parla di scelte condivise.
Dove, riguardo a Rimini, si
afferma che è stata evitata l’area di
spiaggia libera dove erano avvenute le nidificazioni e scelta un’altra
all’interno di stabilimenti balneari, che ogni estate ospita migliaia di
persone. Tuttavia, alcuni lavori di movimentazione della sabbia che sono stati
realizzati a maggio, hanno creato disturbo ai fratini e provocato un loro
spostamento verso nord, dove questi hanno nidificato. Bugia! I fratini
nidificano sulla spiaggia di Miramare, o almeno ci provano, da 6 o 7
anni.
Dove si dice che il concerto di Torre Flavia era stato spostato, tra l’altro
non per iniziativa loro, su un parcheggio sterrato nel quale l’unico elemento naturale (un piccolo
canneto) verrà totalmente rispettato. Bugia! Le foto di archivio attestano il contrario, con la presenza di
dune, ammofile, gramigne delle spiagge, cakile, giglio di mare e nidificazioni
segnalate di cappellaccia e beccamoschino. Mentre le foto del dopo intervento
attestano che neanche quel canneto è stato preservato!
Dove si dice, riguardo a Vasto, I
lavori relativi ad un canale che scorre sotto la piazzetta di Vasto marina,
presente nell’area di concerto, erano stati preventivati e iniziati dal Comune
precedentemente al concerto e indipendenti da esso Altra bugia! Esiste una
determina dirigenziale, la n. 801 del 31 luglio 2019, che afferma come fossero preliminari
a un sopralluogo per la realizzazione del Jova Beach. E potremmo continuare a
lungo, citando Lido degli Estensi dove si afferma che tutti i tentativi di
nidificazione del fratino finora sono andati a vuoto. Bugia! E si afferma di aver
chiesto e ottenuto che l’area di concerto non interessasse in alcun modo la
duna, quando tutte quelle embrionali, dove di fatto nidifica il fratino, sono state spazzate via. E poi si cita con orgoglio la
Vinca, viziata, come a Policoro, da incredibili conflitti di interessi, laddove il sindaco di Comacchio riveste il ruolo di Presidente del Parco del Delta del Po, ovvero l’Ente stesso che ha redatto il documento.
Mistificazioni anche quando hanno affermato, riguardo a Castel Volturno, della
necessità di procedere a una bonifica dell’ambiente dunale a causa dei rifiuti presenti nell'area, bonifica tra l’altro
ritenuta illegale dagli stessi carabinieri forestali che hanno sequestrato l’area.
Mistificazioni in ogni angolo, nella stessa pomposa definizione di Tour Plastic
Free quando sono andate in giro tonnellate di bottiglie di plastica, stoccate
per ore sotto il sole, come si evince dalla foto di Cristina Caselli, qui in basso, anche con
il logo del WWF! Bottiglie e materiali che sono andati dispersi nell’ambiente
come attestano molte foto e video, cosa che non sarebbe successa se il concerto
si fosse svolto in uno stadio. Un vero festival della mistificazione, di data in data, nella
quale se ne sono viste di tutti i colori, anche quelli dei fumogeni inquinanti
spruzzati in faccia alle aree protette coinvolte loro malgrado nelle adiacenze
del palcoscenico! Non si sono fatti mancare nulla, nemmeno la sperimentazione
sul 5G, che una petizione di oltre 30.000 scienziati in tutto il mondo sta denunciando come
altamente impattante per la salute umana e degli ecosistemi. E tutto questo,
ancora, senza che il WWF proferisse parola.
Invito dunque tutti i soci WWF a protestare, o continuare a
protestare, in maniera vibrante, perché questo Tour ha rappresentato una
tragedia per tutto l’ambientalismo italiano, sdoganando i megaeventi sulle
spiagge, dando stura e supporto al peggiore malcostume delle amministrazioni
italiani, riportando indietro di decenni la lancetta di tante battaglie. A
taluni amministratori non è sembrato vero di poter avere mani libere sulle
spiagge, e stavolta addirittura con il WWF dalla loro parte, avendone gloria
nazionale grazie a Jovanotti. Basti guardare questo video del Day After di Policoro per capire a che livello siamo arrivati!
Dato che vari Comuni di tutta Italia si stanno candidando per una nuova
stagione di JBP, quindi i danni prodotti continueranno a perpetrarsi a valanga
su tutto il territorio, occorre che finalmente il WWF si dissoci, e lo faccia non
solo per levare a Trident quello scudo ecologista che lo ha messo al riparo da
una piena gogna mediatica, ma per garantire la sua stessa sopravvivenza. Il WWF
è una grande associazione che ha in campo tanti altri progetti meritori, conta
nelle sue fila tanti attivisti appassionati e competenti, e non può permettersi
di mettere in gioco la sua credibilità solo per garantire a Jovanotti il
diritto di stuprare altre spiagge italiane. Nel rispetto della sua storia e
della sua funzione, deve chiudere questo capitolo infamante. Appoggiare ancora
il JBP, non ammettere che vi siano stati dei danni, o reati, ambientali - dei quali si occupera' la magistratura - oltre che dei
danni culturali, forse ancora più gravi, potrebbe portare all’estinzione dell’associazione,
almeno per come l'abbiamo conosciuta finora, oltre che del fratino. E bisogna evitarlo.
Condivido pienamente per questo l’accorato appello del presidente del
WWF di Siena, che ha avuto il coraggio di dire quello che andava detto, denunciando
la difficile condizione nella quale si sono trovati i suoi stessi attivisti, i
primi ad essere umiliati da questa dissennata decisione del Consiglio nazionale, i primi a meritare per questo solidarieta'.
Invito tutti ad ascoltare il suo video. E auspico con lui che dal dibattito
interno, necessario dopo gli eventi catastrofici di questa estate, che hanno sollevato il dissenso di piu' che una sezione locale, possa
rinascere una associazione dai tratti più democratici e trasparenti, nella
quale la centralità venga restituita agli attivisti di base, quelli che
combattono ostinatamente e coraggiosamente le microbattaglie territoriali, e
non all’interesse dei grandi gruppi politici o finanziari che muovono le leve
del consenso mediatico. Per questo è necessario che l’attuale Presidenza
rassegni le dimissioni, come richiesto da una petizione popolare su Change.org,
che invito tutti a sostenere.
Quando il WWF archivierà questa esperienza e tornerà a lottare dalla
parte giusta, si accorgerà di aver levato tanto terreno alle sue stesse battaglie,
proprio quel terreno, quel tratto di litorale che risulterà eroso a causa degli
sbancamenti e delle arature portate avanti dal JBP, grazie anche alla sua copertura.
Ringrazio chiunque vorrà condividere questo appello.
Franco
Sacchetti
Non rinnovo. Presente! 🙋♀️
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