sábado, 20 de agosto de 2022

VIAREGGIO: L'ULTIMO ROSPO DA INGOIARE!

 



Questa è la foto di un rospo smeraldino, trovato dal prof. Giovanni Bacaro, che nel suo POST del 18 agosto scrive: "Un ruolo importantissimo degli habitat dunali è anche quello di supportare una grandissima diversità animale... dagli insetti, agli anfibi: questa sera abbiamo incontrato il rospo smeraldino che si aggirava nella zona del Muraglione". A fianco invece la pagina della cronaca locale de La Nazione del 20/08/22 con la notizia "sorprendente" della richiesta di Autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza. Leggiamo nell'articolo di Martina Del Chicca: "La Soprintendenza raccoglie le osservazioni sollevate dagli ambientalisti. E chiede al Comune di Viareggio che il Jova Beach Party, in programma il 2 e 3 settembre, sulla spiaggia del Moletto "sia verificato nell'ambito del procedimento di autorizzazione paesaggistica".

Le basi di questa richiesta sono -dietro esposto del Forum Ambientalista- i rilievi effettuati dallo stesso prof. Giovanni Bacaro, docente associato in botanica ambientale all'Università di Trieste, che ha redatto anche una carta della vegetazione, riportata qui in basso, nella quale sono individuate 18 specie protette (tra cui Elymus Farctus, Cakile Maritima, Polygonum maritimum, Euphorbia parialis, Ammophila arenaria etc.) e almeno 3 "habitat di interesse comunitario", secondo la Direttiva 92/43 (il campionamento e i dati raccolti sono liberamente scaricabili QUI) Proprio in quella che, per il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, è semplicemente una "spiaggia di riporto formata di recente con sabbia residua riportata dalle correnti, e non mi risulta ci siano dune ma semplici accumuli". E da cosa dovrebbe essere portata la sabbia sulle spiagge se non dalle correnti? Mica piove dal cielo! A tali affermazioni possiamo dare solo l'attenuante del WWF nazionale, che soffia sull'ignoranza dei sindaci di turno, continuando a ribadire che non vi sono da nessuna parte danni ambientali, e che la manifestazione si svolge su spiagge totalmente antropizzate, sottoposte a rigorose valutazioni dai suoi esperti. "Dove le dune non vi sono da decenni" rincara Jova, asserendo che il WWF nazionale gli avrebbe mostrato anche i documenti. Bene, ne abbiamo anche noi uno, e bello pesante, ed è qui in basso! Ci potrebbero mostrare una buona volta i loro rigorosi documenti questi esperti del WWF, dietro i quali Jovanotti&Trident si nascondono da anni?






Ho scritto "sorprendente" che la Soprintendenza abbia osato chiedere questa documentazione al pirata delle spiagge, tanto siamo oramai usi al regime di sospensione della legalità che accompagna il JBP. Sembra quasi un atto di lesa maestà! Eppure c'è un importante precedente: nel 2019 a Vasto il concerto fu annullato, e tra le motivazioni si lamentava anche l'assenza di Autorizzazione paesaggistica. Vi immaginate i movimenti di sabbia necessari per tombare un fosso e renderlo calpestabile, con il taglio di tutta la vegetazione ripariale, anch'essa protetta? Eppure lo stesso concerto, nello stesso posto, a prefetto cambiato, è stato invece autorizzato quest'anno, senza Autorizzazione paesaggistica ovviamente, in uno dei tanti paradossi della collusione italiana (per approfondimenti leggi QUI). E in questo stesso momento migliaia di ragazzi stanno ballando su quello stesso fosso, intubato e ricoperto di sabbia!

Ma cosa è l'Autorizzazione paesaggistica? Gli interventi sottoposti a tale procedura sono quelli realizzati nelle aree di interesse paesaggistico, individuati dall'art. 142 del D.lgs 42/2004. Fra questi vi sono "i territori compresi in una fascia della profondità di 300mt dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare". In tali zone "I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo, di beni vincolati, se intendono realizzare opere o interventi che comportino alterazione o modificazione dello stato dei luoghi o dell'aspetto esteriore degli edifici, devono chiedere la preventiva autorizzazione." La conferma che tale autorizzazione debba essere richiesta anche per opere non comprendenti opere di edificazione, ma anche solo movimentazioni di terra è ribadito da una sentenza della Cassazione (4 febbraio 2020, n.4700): "Le attività di movimentazione terra e sbancamento su un bene a vincolo paesaggistico, e non solo i lavori edili, se realizzate senza autorizzazione paesaggistica sono illecite".

Risulta evidente che ogni operazione di sbancamento o livellamento di una spiaggia, che ne alteri la morfologia, rimuovendo la vegetazione caratterizzante, dovrebbe essere sottoposta a questa Autorizzazione, perché nessuno ci garantisce che l'ambiente danneggiato potrà poi ricostituirsi con le medesime caratteristiche. Lo attestano non solo il caso di Fermo (leggi QUI), dove i danni del JBP richiesero un percorso di rinaturalizzazione dell'arenile con piantumazione di semi e talee di piante psammofile, ma anche lo studio sulla spiaggia di Castel Volturno, realizzato dal botanico Antonio Croce un anno dopo il concerto, che potete leggere in questo suo POST . L'assenza di Autorizzazione paesaggistica fu lamentata anche da Italia Nostra di Ravenna per l'abbattimento dei famosi 65 metri lineari di Tamerici.




Leggiamo ancora dall'articolo: "Si rammenta -scrive la Sovrintendenza al Comune- che la prescrizione 3.3b della scheda inerente il sistema costiero della Versilia, documento che è parte integrante del Pit della Regione, stabilisce che "non è ammesso alcun intervento che possa influire con la conservazione integrale degli habitat di interesse comunitario o regionale, o delle aree caratterizzate dalla presenza di specie vegetali o animali di interesse conservazionistico". Pertanto "tutto ciò premesso" conclude la Soprintendente Angela Acordon "qualora il Jova Beach Party" coinvolga direttamente o indirettamente le parti di arenile relate dal citato studio botanico, si ritiene necessario che, ai fini della tutela paesaggistica e ambientale, l'evento debba essere verificato nell'ambito del procedimento di autorizzazione paesaggistica".

Non possiamo che rallegrarci della doverosa -eppur sorprendente- presa di posizione delle autorità di controllo, ma al contempo sappiamo che, ovunque sia arrivato il JBP, delle associazioni ambientaliste o dei privati cittadini hanno parimenti fatto esposto, segnalando la presenza di specie e habitat protetti, senza che questo abbia comportato prese di posizioni analoghe e tantomeno la sospensione dei lavori. Ad esempio, a Cerveteri, la diffida del Comitato di Cittadini per l'Ambiente allegava una relazione del botanico Fanelli, attestante la presenza di molte delle stesse piante presenti nella relazione del prof. Bacaro. Cerveteri e Viareggio non fanno forse parte della stessa nazione, e la tutela dell'ambiente non è forse sottoposta ad una unica legislazione che ne determina le competenze a livello statale? Una prerogativa, a tutela della biodiversità, ribadita e rafforzata dalla modifica dell'articolo 9 della Costituzione. Quindi?! Come può accadere che quanto presuppone un livello di competenza statale, e per di più, un riferimento a Direttive Comunitarie, sia sottoposto alla discrezione o alla volontà di collaborazione delle autorità locali, che evidentemente a Viareggio si è manifestata, e altrove no?

Dell'eccezionalità del fatto si è accorta Italia Nostra nazionale, che ha emesso un Comunicato stampa (leggi QUI) per ringraziare la Soprintendente Angela Acordon di aver semplicemente svolto il suo dovere, forse l'unica ad averlo fatto fino in fondo. Ne apprendiamo che la sezione di Italia Nostra Versilia aveva tuttavia già comunicato la necessità di detto documento attraverso una PEC alle autorità competenti, e soprattutto che risulta ancora assente la Valutazione di Incidenza Ambientale (come successe anche a Ravenna.

"Nel ringraziare la Soprintendente per l’intervento, resta tuttavia da comprendere come, a soli dodici giorni dall’evento, manchi ancora un’autorizzazione fondamentale e di non semplice redazione come questa, così come sarebbe assente, pare, la Valutazione di Incidenza Ambientale relativa al sito Rete Natura 2000 poco distante dal Muraglione. Di conseguenza, mancherebbe anche l’autorizzazione per la distruzione delle piante costituenti gli habitat di interesse comunitario rilevati nel puntuale censimento realizzato sul campo dal professor Bacaro.

Nel frattempo, presumibilmente per i lavori da iniziare di lì a poco, giovedì è stato posizionato sulla vegetazione un ingombrante generatore; fatto che ha provocato l’attraversamento della duna dai mezzi pesanti. Come è stato possibile, senza autorizzazione? Su questa come sulle altre domande Italia Nostra attende chiarimenti."





Nelle ultime settimane ho condiviso sulla pagina fb di "A Chi Jova Beach Tour" molte foto sulla vegetazione di Viareggio. Consiglio di guardare il post di Arianna Chinnes, oppure quello di Loredana Atzei, dal quale ho tratto queste foto. Ritengo un piccolo miracolo naturalistico che, in una porzione di spiaggia così esigua, stretta fra il mare e il muraglione del porto, si possa trovare ancora, e nonostante tutto, tanta biodiversità. E questo ne renderebbe ancora più grave la rimozione.

Mentre scrivo queste parole mi è giunta la notizia dello "spianamento" avvenuto sulla spiaggia di Castel Volturno, prossima tappa del Tour. Il Nulla avanza inesorabilmente, come nel romanzo di Ende! Ancora una volta il botanico Antonio Croce, come risulta da questo POST della pagina "Una spiaggia per il Fratino", ha effettuato un rilievo delle piante presenti, prima del passaggio delle ruspe, che potrà essere efficace in sede di denuncia.

Ci rimane dunque solo la spiaggia di Viareggio: l'ultima spiaggia! Non solo per la biodiversità, ma anche per la legalità. Mi sarebbe piaciuto poter partecipare a un presidio permanente davanti a quelle dune, le ultime che rimangono dal passaggio di questo devastante tour, ma non è stato evidentemente possibile organizzarlo in tempo, da parte delle associazioni locali. Sarebbe stato bello, e simbolicamente pregnante, formare una lunga catena umana a difesa delle "ultime" dune. Tuttavia, una volta tanto, sono state le autorità a mobilitarsi per impedire che le ruspe distruggano ciò che dovrebbe essere invece preventivamente sottoposto ad Autorizzazione paesaggistica. Una richiesta che equivale ad un decreto di annullamento della tappa viareggina, o al suo spostamento in un sito adeguato come lo stadio o il centro urbano (già è arrivato un appello in tal senso dai Giovani Europeisti Verdi - leggi QUI) perché i tempi per l'Autorizzazione paesaggistica sono di 60 giorni, per quella semplificata, e 120 per quella ordinaria. Mentre il concerto è previsto fra 12 giorni.




Nella pagina del La Nazione si nota anche un altro titolo interessante, in basso: "Soldi al maxi evento e alcun sostegno alle Onlus". La veemente protesta delle Onlus di fronte alla profusione di denaro pubblico (250.000€!) e di agevolazioni (sul pagamento del suolo pubblico ad esempio) garantita per un'azienda come la Trident, che fattura milioni di euro, ma non per le attività delle associazioni locali. Le quali sono radicate nel territorio e vi apportano benefici certi, come quelle piante dunali la cui eradicazione acquisisce un carattere quanto mai simbolico. A conferma che danno ambientale e danno sociale non sono mai disgiunti e che la difesa dei Beni Comuni li previene entrambi. Per questo sarebbe importante che le associazioni viareggine si mobilitassero anche in difesa delle dune.

Nel frattempo le ruspe, le maestranze, sono lì, bloccate temporaneamente dalle autorità. Non possono iniziare i lavori, mettere le mani sulla spiaggia, come impone l'ideologia predatoria e accaparratrice del Capitalismo "green". Potrebbero certo tentare un colpo di mano: tanto poi pagherebbero forse solo una multa di 7000 euro -e se la possono permettere, dato che ottengono l'affitto delle spiagge quasi gratuitamente- convinti che la cosa non avrà strascichi penali, sicuri come sono della propria impunità.

Non sappiamo come si risolverà questa situazione: prevarrà la legge dello Stato Italiano o la legge del Potere Mediatico? Ci sarà un'altra monumentale sospensione delle norme di tutela ambientale, per fare passare il galeone del pirata a depredare l'ultima spiaggia, o finalmente è arrivato il momento porre un argine alla devastazione? Come sintetizza efficacemente Silvio Bertoldi, nel suo ottimo articolo "Jova Beach a rischio sulla spiaggia di Viareggio" su Toscana Today:  "è mai possibile che prima di mettere in moto una macchina gigantesca come il Jova Beach Party non ci sia stata la chiusura del tavolo delle autorizzazioni? Certo è che a 12 giorni dall’inizio del “più grande spettacolo dopo il Big Bang”, dover porre domande del genere è imbarazzante anche a scriverlo".




Personalmente preferisco veder saltare sulle spiagge un rospo smeraldino, piuttosto che un 55enne bollito e travestito da pirata, il quale figurerebbe meglio su un carrozzone del carnevale di Viareggio, con tutto il rispetto per la storica manifestazione, ben più seria e densa di contenuti culturali. Ma qui non si tratta di gusti, si tratta di norme che regolano le nostre azioni, allo scopo di tutelare la VITA. E per realizzare il Jova Beach Party bisogna saltarne un bel po'!

Guardo ancora la foto del rospo smeraldino, con il cuore spezzato, se penso che potrebbe essere l'ultima della lunga scia di vittime di questo Tour. E mi chiedo tuttavia se quest'ultimo rospo lo dovremo ingoiare noi, o piuttosto, finalmente, l'accoppiata Trident-Jovanotti!









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