miércoles, 27 de julio de 2022

FERMO! LA DISTRUZIONE AVANZA...




Foto ed elaborazione grafica di Franco Sacchetti


La distruzione avanza inesorabile. La campagna di guerra di Jovanotti contro la naturalità delle coste italiane inghiotte una spiaggia dopo l'altra. Non c'é appello al buon senso, richiamo al rispetto delle normative a tutela della biodiversità che tenga! Nella foto la spiaggia di Casabianca al 28 maggio, giorno della manifestazione pubblica "Sì Fratino, No Party". Sotto la spiaggia al 27 luglio dopo il passaggio delle ruspe per preparare l'area al Jova Beach. Un FERMO immagine della follia in atto. Chiunque abbia la consapevolezza  che le spiagge sono un ambiente vivo, non può che vedere morte e distruzione in queste fotografie. Eppure sono la perfetta sovrapposizione di quelle del 2019. Una scena già vista, che incredibilmente si ripete. Sulla spiaggia di Casabianca si consuma l'episodio più vergognoso e inaccettabile dell'intero Tour. 

Qui in basso il comunicato stampa integrale del TAG Costa Mare. Vi prego di leggerlo con attenzione per comprendere fino a che livello di indecenza e dissociazione possano spingersi gli amministratori, e quanto sia forte evidentemente negli stessi la generale percezione di impunità legata all'operazione JBP, se preferiscono rischiare conseguenze penali, smantellando ambienti protetti dalla Direttiva Habitat, e rinaturalizzati con fondi pubblici, pur di avere ancora Jovanotti sulla loro spiaggia, la "divinità del greenwashing" alla quale sacrificare piante e animali, per una vetrina effimera su un palcoscenico- la spiaggia- sempre più a rischio erosione.




Foto di Gabriele Tarsetti



Fermo 27 luglio 2022
CONFERENZA STAMPA
Oggetto: “Jova Beach Party“, 5 e 6 agosto 2022 a Lido di Fermo
A Fermo la vicenda del "Jova Beach Party" ha assunto contorni surreali.


Questa la storia in sintesi:
Il 16 dicembre 2017 si costituisce a Porto San Giorgio (Fm) un Comitato tra le maggiori Associazioni di Protezione Ambientale di interesse nazionale, presenti nelle Marche, dal nome “Torri a Guardia della Costa e del Mare Adriatico“, più conosciuto con l’acronimo “TAG Costa Mare“. Si tratta di un coordinamento tra Italia Nosta, FIAB, Legambiente, LIPU, MareVivo, Marche Rifiuti Zero, Ornitologi Marchigiani, Slow Food, Società Operaia “Garibaldi” e WWF, oltre a tanti nominativi singoli di eserti e luminari, volto promuovere la istituzione di siti Natura 2000 costieri e marini lungo la costa marchigiana.
Il TAG Costa Mare elabora, con l'aiuto volontario degli esperti che aderiscono, vari progetti per la individuazione dei siti di maggiore interesse su differenti comuni. Alcuni dei progetti sono reperibili sul sito web della Legambiente Marche QUI.
Il progetto per Fermo si chiama "Litorale Fermo 2020" e nel 2018 viene presentato in una Conferenza Stampa tenutasi a Fermo alla presenza di Sindaco ed Assessori competenti. L'entusiasmo per il progetto fu evidenziato anche nei giorni successivi con varie uscite sulla stampa.






Nei primi mesi del 2019 inizia a circolare la notizia che per un evento promosso dal cantante Jovanotti, che si sarebbe svolto sulle spiagge con temi in difesa dell'ambiente, e che il Comune di Fermo aveva espresso l'interesse ad ospitare l'evento. Il TAG Costa Mare si muove rapidamente per evitare che gli unici spazi liberi lungo la costa fossero interessati da un evento che si preannunciava assolutamente incompatibile con i progetti di tutela appena presentati.
Il Comune di Fermo, insieme alla Trident Music srl organizzatrice dell'evento, dopo aver fatto credere anche al WWF, che aveva scelto di supportare la manifestazione, che si sarebbe svolta in un luogo non delicato da un punto di vista naturalistico, delibera l'affidamento proprio dell'area di Casabianca per lo svolgimento dell'evento.
Il 21 luglio 2019 le ruspe entrano sulla spiaggia di Casabianca, Area di tutela del Fratino, dove era vietato, per ordinanza dello stesso Sindaco, persino il normale calpestio, e spianano completamente le dune embrionali presenti livellando il piano dell'arenile per la preparazione del concerto. Tutta la vegetazione dunale viene completamente distrutta e, il giorno del concerto più di 30mila persone si accalcano su quegli stessi spazi dove qualche giorno prima era interdetto l'accesso.





Nel 2020 il Comune di Fermo, resosi conto di quanto accaduto su quella spiaggia, affida ad un botanico l'incarico di avviare un restauro ambientale dell'area. Il tecnico incaricato, ricercatore dell'Università di Pisa, per poter ricreare l'ecosistema originario, che si potesse il più possibile avvicinare a quello che era andato distrutto, richiede al Comune di Fermo di avviare le pratiche per la traslocazione di piante, talee e semi di specie vegetazionali rare ancora presenti in alcune aree protette in Abruzzo e nelle Marche. Attraverso un complesso iter autorizzativo presso la Regione Marche e l'accordo con i gestori delle aree protette, Riserve Naturali e Biotopi Costieri, che hanno accettato di svolgere il ruolo di donatori di piante protette, si sono reperiti semi e talee di specie rare da traslocare.

Nel 2021, ottenuti tutti i pareri necessari, operai incaricati dal Comune di Fermo con l'aiuto prezioso di alcuni esperti delle stesse aree protette donatrici e delle associazioni ambientaliste locali, che a titolo personale hanno dato il loro apporto come volontari, si è avviata una importante opera di restauro ambientale che avrebbe consentito di sperare in una ripresa negli anni della vegetazione dunale scomparsa.
Nel 2022, anche grazie ai due anni di pandemia che ha comportato varie forme di lockdown, situazione che ha consentito anche una minore frequentazione dei luoghi in ripresa vegetazionale, i primi risultati si sono cominciati a vedere. Nel corso degli anni la spiaggia di Casabianca sarebbe potuta tornare ad essere quello che era prima della distruzione perpetrata dalla prima sciagurata edizione del JBP del 2019.

Ma come se nulla fosse accaduto, il Sindaco di Fermo annuncia che nel 2022 il Jova Beach Party tornerà a Fermo. E sin dall’inizio sembra proprio che la località scelta sia di nuovo la spiaggia di Casabianca.
Quella stessa area cioè destinata inizialmente a divenire sito Natura 2000, distrutta la prima volta dal Jova Beach Party del 2019 e poi oggetto di un importante opera di restauro ambientale-naturalistico.
Con una convocazione urgente del 2-04-2022 il TAG Costa Mare si riunisce in Assemblea e il 29-04-2022 a Porto San Giorgio (FM), alla presenza di tutte le Associazioni facenti parte il Comitato ed altre che si aggiungono, fino a 15 associazioni, si approva una mozione contro lo svolgimento del JBP sulla spiaggia di Casabianca al Lido di Fermo e si chiede la delocalizzazione in struttura adatta ad accogliere tali manifestazioni.
Hanno firmato il documento contro il Jova Beach Party al Lido di Fermo: - Italia Nostra - LEGAMBIENTE Marche - FIAB costa Macerata Fermo - LIPU Marche - MareVivo - Marche Rifiuti Zero - Slow Food Fermano - Società Operaia “G.Garibaldi” - WWF Natura Picena odv - Questione Natura - Gruppo Friday for Future Macerata-Fermo - Ambiente Basso Molise - Comunità Slow Food Cerrano - Stazione Ornitologica Abruzzese - Pro natura Marche

Il 12 maggio 2022 il Sindaco del Comune di Fermo con Ordinanza n.27 rinnova la necessità di porre sotto massima tutela l'area di Casabianca perchè sito di nidificazione del Fratino vietandone l'accesso a piedi e/o con qualunque mezzo e vietando l'accesso ai cani e ad ogni forma di potenziale disturbo fino al 20 luglio 2022.
Il 17 maggio 2022 il Comune di Fermo con la Delibera di Giunta n.164 approva lo svolgimento del Jova Beach Party presso la spiaggia di Casabianca al Lido di Fermo. La disposizione del palco, delle torri e del villaggio distruggeranno di nuovo l'area del Fratino di Casabianca. Le ruspe di nuovo, è previsto che entrino il 21 luglio 2022, il giorno dopo la chiusura della Ordinanza di protezione assoluta.





Riepilogo della documentazione che è stata prodotta nell’ordine cronologico dopo l’approvazione della Mozione:

1. la diffida al Comune di Fermo del 2 maggio 2022, con l’invio della mozione di richiesta di cambio della località (Prot. Comune Fermo n.26608 del 03-05-2022);

2. la delibera della Giunta del Comune di Fermo n.157 del 3 maggio 2022 approva il protocollo di Intesa tra Comune di Fermo e WWF Italia.

3. la delibera della Giunta del Comune di Fermo n.164 del 17-05-2022 con cui si conferma la localizzazione di Casabianca per il JBP ignorando, neanche citando per dare delle motivazioni, la diffida del TAG costa mare.

4. lo spiacevole episodio di diffida da parte dell’ufficio legale del WWF Italia, con nota del 18-05-2022, a questo al TAG costa mare, di cui il WWF è parte, di divieto dell’uso del Logo, che di conseguenza è stato cancellato dalla carta intestata. Anche se senza diffida la medesima richiesta arriva dalla FIAB.

5. la diffida ai dirigenti del Comune di Fermo del 7-07-2022 con cui il TAG ha invitato i dirigenti comunali a non dare seguito all’indirizzo fornito dalla Giunta comunale;

6. l’esposto depositato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale il giorno 8-07-2022 inerente il JBP;

7. il dirigente del settore LLPP, Protezione Civile, Ambiente del Comune di Fermo trasmette al TAG copia della nota (Prot. Comune Fermo n.39439 del 23-06-2022) inviata come riscontro fornito ai Carabinieri Forestali di Ancona e di Fermo che avevano chiesto chiarimenti rispetto alla prima diffida del TAG in cui lo stesso dirigente rassicura che non ci sono danni ambientali.

8. la relazione degli esperti TAG del 17-07-2022 geologi, naturalisti, biologi, pianificatori, esperti in materia, rileva la presenza di danni ambientali a livello di vegetazione, fauna e assetto geomorfologico e sedimentologico.




Il lido di Casabianca alla data del 28 maggio

9. la richiesta di intervento al Ministero della Transizione Ecologica e di parere all’ISPRA inviata da questo Comitato il 18-07-2022, volto a ottenere una definitiva posizione, ragionata sulla base di un parere ISPRA, da parte del Ministero che cura gli interessi ambientali del Paese.

10. l’esposto inviato alla Corte dei Conti il 20-07-2022, inerente sempre il JBP.

11. l’approfondimento del TAG del 22-07-2022 sul rispetto del Comune di Fermo sugli impegni resi nel Protocollo d’Intesa sottoscritto con il WWF Italia.

12. la richiesta motivata al WWF Italia del 24-07-2022, da parte del Tag Costa Mare, con cui si chiede di dissociarsi dalla tappa di Fermo avendo il Comune disatteso gli impegni presi nel Protocollo d’Intesa firmato con la stessa associazione come compensazione e mitigazione degli impatti del JBP di Fermo

Nonostante diffide, esposti, comunicazioni stampa, pressioni di ogni tipo, il Comune di Fermo è andato avanti dritto per la propria strada.


Il lido di Casabianca alla data del 26 luglio


Ieri, 26 luglio 2022, le ruspe sono di nuovo entrate sulla spiaggia di Casabianca distruggendo tutto il lavoro di restauro ambientale avviato e confermando che un evento come il Jova Beach Party è più importante di qualunque norma di tutela, programma di conservazione, progetto di valorizzazione naturalistica possibile. Un evento privato che utilizza il suolo pubblico demaniale a fini commerciali gravando sul patrimonio naturale dell’area.



N.B. Dai loghi delle associazioni facenti parte del TAG Costa Mare è scomparso quello del WWF Natura Picena, sezione che ha annunciato pochi giorni fa il suo scioglimento, in disaccordo con la sede nazionale a causa dei gravi eventi legati al Jova Beach Party, di cui non si può che applaudire coraggio e coerenza.





lunes, 25 de julio de 2022

DALLA CARETTA AI MINIONS, IL PASSO E' BREVE!


Quella che vedete sulla sabbia nella foto di sinistra, in alto, è la classica “buca” prodotta da una C. Caretta che ha appena deposto le uova. Scattata da Salvatore Urso a Bova Marina. Si vedono le tipiche tracce lungo la sabbia, che indicano il percorso della tartaruga marina. Ha deposto le uova, e rapidamente le ha ricoperte con la sabbia, prima di riprendere la via del mare. 

Quella che vedete a destra è invece la buca prodotta dalle ruspe per l'allestimento dei lavori del Jova Beach Party. Lì al limite potrete vedere tracce di pneumatici o cingolati. Anche questa è stata ricoperta in fretta e furia, dopo che un cittadino ha protestato, e per bloccare i lavori -prevenendo ulteriori danni all'arenile- si è coraggiosamente infilato nella buca in attesa della Capitaneria di Porto. (leggi QUI la notizia su Baraonda News) La cosa comica è che l'articolo conclude laconicamente: "nessuna denuncia sarebbe scattata nei confronti della coppia etrusca". E per chi effettua una buca profonda due metri sull'arenile senza autorizzazione, nessuna denuncia?! Che poi, a cosa serviva questa buca? A reperire sabbia per una scultura dei Minions, una minchiata insomma, da annoverare fra le tante immagini spazzatura cui ci ha abituati questo Tour. 




Eppure, la buca al lido di Cerveteri nei giorni scorsi avrebbe potuto essere ben altra, e ne sarebbero nate vere tartarughine, non certo riproduzioni a scala umana dei personaggi di un cartoon. Perché due anni fa, il 3 agosto 2020, una C. Caretta ci provò a fare il nido sulla spiaggia di Campo di Mare. A fare una buca esattamente come quella nella foto a sinistra, da ricoprire immediatamente per proteggere le uova. Fu disturbata dai bagnanti, ansiosi di farsi dei selfie con lei, che non gradì affatto e riprese la via del mare, andando a deporre le sue uova qualche chilometro più a sud, sulla spiaggia di Palo Alto (leggi la notizia QUI su Il Mattino). Siamo oramai così “snaturati” da non riuscire più a rapportarci alle specie animali selvatiche con il dovuto contegno. Successivamente, le uova furono prese e riportate nelle immediate vicinanze del primo sito di approdo, ritenuto più idoneo al loro sviluppo, dentro il perimetro del Monumento Naturale di Torre Flavia. La circostanza -che fu interpretata da qualcuno come un furto di uova- scatenò una polemica fra le amministrazioni di Ladispoli e Cerveteri. Esattamente come avvenne per il primo concerto di Jovanotti, i due sindaci se le contesero, come se la C. Caretta fosse un personaggio famoso da utilizzare per promuovere l'immagine turistica del proprio comune. D'altronde si trattava di un avvenimento eccezionale, erano 50 anni che una tartaruga non deponeva sul litorale a nord di Roma.


Ciò che rimane della scultura dei Minions, e della spiaggia di Campo di Mare, dopo il concerto

(foto di Silvia Filippi)


Le femmine di C.Caretta impiegano circa 20 anni per diventare fertili e quindi deporre le prime uova. Dopodiché lo fanno con regolarità per tutta la loro vita, con una cadenza di 2-3 anni. Non bisogna essere dei matematici per capire che quella stessa tartaruga che era approdata a Campo di Mare nel 2020, nei giorni scorsi, due anni dopo, avrebbe potuto trovarsi nel tratto di mare antistante il Lungomare degli Etruschi, alla ricerca di un approdo. Magari nottetempo, stavolta, per evitare i cacciatori di selfie. Se sia stato così, non lo sapremo mai. Di certo nessuna tartaruga marina avrebbe mai potuto solo pensare di avvicinarsi alla spiaggia durante il Jova Beach Party. Troppo evidente e forte il disturbo fin dalle fasi di preparazione del concerto, con ruspe, trattori e tir impegnati nella loro opera di livellamento dell'arenile, e allestimento del megapalco. Mentre il sindaco, che tanto si era speso nel 2020 per il nido di quella tartaruga, emettendo addirittura un'ordinanza di divieto d'accesso all'arenile, era troppo impegnato a servire dei cocktail all'organizzatore del JBP -Alessandro Esposito- nella spiaggia dei disabili, per ascoltare il richiamo della natura. Quest'anno l'ordinanza di divieto di accesso -estesa anche agli stessi disabili beninteso- era riservata al concerto di Jovanotti. 

Per gli amministratori, su una spiaggia dove approda una C.Caretta, di fianco a una riserva naturale, è possibile anche fare anche un megaevento come il JBP. Non ci vedono contraddizione. Tanto, sempre e solo di promozione del proprio territorio si tratta. Non capiscono che per amministrare una comunità, che è anche una comunità di esseri viventi "biodiversi" bisogna un bel giorno fare una scelta. E la stessa diversità che hanno riconosciuto, realizzando una spiaggia per i diversamente abili, avrebbe potuto essere riconosciuta per le tartarughe, in cerca di una spiaggia per il proprio nido. 

Ma niente da fare, se la spiaggia è stata negata ai primi, durante il JBP, figuriamoci alle eventuali tartarughe! La Natura ci ha provato a dare un messaggio, un'opportunità di riflessione -lo ha affidato a una speciale "buca" per le lettere- e loro non l'hanno colta. E semmai la C.Caretta fosse passata, ora sarà lontana, lontana anni luce da una folla con i piedi sulla sabbia e la testa nel Jovaverso, stordita dalla "giusta potenza di watt" nell'afa di una spiaggia stravolta. Certe cose richiedono presenza, attesa, silenzio, certi eventi non sono megaeventi, ma sono mille volte più importanti. 



La C. Caretta approda sulla spiaggia di campo di Mare...

Roccella Jonica, altra tappa del Tour. La natura, a inizio stagione, imbuca un altro messaggio. Il primo nido della stagione in Calabria viene scoperto proprio a Roccella Jonica. Giusto lì dove, nonostante i danni del 2019, verrà replicato il concerto. Come se la C.Caretta ammonisse, è un mio sito di riproduzione, rispettatelo! E chi dovrebbe farlo se non il WWF Calabria, che opera in quel tratto di costa calabrese? Ma il WWF Calabria, figuriamoci quello nazionale, non ascolta! Nonostante a inizio stagione avesse diffuso un appello per proteggere e spiagge delle tartarughe e del fratino, che recitava esattamente così:

il successo o meno della riproduzione dipende dunque da diversi fattori, specialmente quelli legati alla presenza e alle attività dell’uomo nel periodo estivo. Primo fra tutti l’uso di mezzi meccanici, quali ruspe, trattori ecc.  per la “pulizia delle spiagge” che, oltre a impedire di fatto la ricerca delle caratteristiche tracce e l’individuazione del nido per la sua messa in sicurezza, rischia seriamente di distruggere lo stesso nido compromettendo così la sopravvivenza della specie in futuro. Ma le spiagge sono l’habitat prescelto per la nidificazione anche di due specie di piccoli uccelli, il Fratino e il Corriere piccolo, che, al pari della tartaruga, sono minacciati dalle stesse attività che stravolgono le spiagge all’inizio della stagione balneare e, con esse, la straordinaria flora mediterranea propria degli ambienti sabbiosi, a cominciare dal raro Giglio di mare”

invita pertanto tutti gli operatori del settore turistico-balneare a rispettare alcune semplici norme per consentire la sopravvivenza di tre specie di animali che hanno bisogno solo di un tratto di spiaggia per vivere e riprodursi. Il WWF consiglia di procedere manualmente e con l’uso di rastrelli alla pulizia delle spiagge, prestando attenzione alla eventuale presenza delle caratteristiche tracce che il rettile marino lascia sulla sabbia prima e dopo la deposizione delle uova e al nido di fratino, con le uova mimetiche deposte direttamente sulla sabbia.

E quindi, spiegatemi, come si fa a portare trattori, ruspe, tir, e decine di migliaia di persone in un comune dove nidifica la Caretta con una certa regolarità, e contemporaneamente sostenere che non ci sono rischi? Sorvolando sul fatto che nel 2019 sulla spiaggia di Roccella Jonica ci avesse nidificato pure il Corriere piccolo, già quell'anno feci un report sulla situazione calabrese intitolata “In Calabria il WWF tira la sua caretta” -che vi invito caldamente a leggere- nel quale illustravo con dovizia di dettagli perché la posizione del WWF Calabria fosse insopportabilmente ipocrita nell'asserire che non ci fossero nidi nell'area del concerto. 

Per riassumere in dati la vicenda, alla data dell'11 agosto 2019, dei 31 nidi stagionali rinvenuti, 25 ricadevano nei 40 chilometri di costa pattugliati da Caretta Calabria Conservation. Solo 6 erano stati rinvenuti in tutto il resto della Calabria, -circa 740 km- di competenza del WWF, ma sempre su segnalazione di persone terze, ovvero non rinvenuti direttamente dall'associazione. Caretta Calabria Conservation invece ha individuato autonomamente tutti i nidi, facendo ricerca attiva, con l'aiuto di fat-bike e droni. E i risultati si vedono. Quindi, come si fa a dire che non ci sono nidi, se non si sono di fatto cercati?

Sempre nel 2019 vi fu un esposto congiunto di Legambiente Calabria, Lipu, Altura, StorCal e Caretta Calabria Conservation al fine di chiedere di annullare la tappa del tour o spostarla dopo fine agosto, in modo che non interferisse con il ciclo di riproduzione delle tartarughe marine. Vi si legge che proprio a causa dell'assenza di monitoraggi effettuati all'inizio della stagione riproduttiva di entrambe le specie, per il principio di precauzione, non potendo escludere la presenza di nidi nell'area considerata, si deve ritenere l'impatto dell'evento potenzialmente invasivo, anche in considerazione del fatto che la data scelta, il 10 agosto, rappresenta in assoluto il periodo in cui si effettua la maggior parte delle schiuse di uova di C. Caretta.



...si rende conto che c'è troppa confusione...

Nel 2022, abbiamo già avuto un nido a Roccella, al confine con Marina Gioiosa, e ben due nidi nel 2021, sempre a sud della "spiaggia di Jovanotti". Sappiamo che una femmina che ha deposto il suo primo nido, può deporre i successivi due-tre nel raggio di alcuni chilometri. Chi ci garantisce che non abbia nidificato anche nel sito prescelto per il concerto? Per saperlo bisogna cercare il nido per tempo, fare ricerca attiva! Perché se un nido non viene individuato subito, le tracce che possono rivelarcelo rapidamente scompaiono, per l'azione del vento, e del calpestio. 

E nido o meno, è forse educativo permettere di realizzare un concerto di quella portata e poi venirsene con le rituali raccomandazioni di inizio stagione per la tutela delle tartarughe? E questo si chiamerebbe tutelare la C.Caretta? No, questo significa semplicemente essere opportunisti come il sindaco Pascucci, e se dal primo te lo puoi aspettare, dal WWF non lo puoi accettare! Simili atteggiamenti omertosi, per coprire le malefatte di un Tour così impattante, non fanno che portare danno a chi, nella stessa associazione, invece ce la mette tutta per le tartarughe, i fratini e la biodiversità in generale. 

Fra luci e ombre dell'associazione, per fare un esempio, quest'anno sono sceso in Puglia per presentare i miei libri, e ho avuto la fortuna di conoscere l'attività del CRAS di Molfetta, Centro Recupero Tartarughe gestito da Pasquale Salvemini. Fare recupero e ricerca attiva sono due mestieri concorrenti alla tutela dello stesso animale, ma ben diversi. Nel tratto adriatico della costa pugliese si verificano rarissime nidificazioni, ma sono continui gli spiaggiamenti di tartarughe. E Pasquale, con il suo Centro -grazie a un accordo con i pescatori che gli restituiscono le tartarughe impigliate nelle reti- riesce a recuperarne 4-500 l'anno. Una cifra straordinaria, che richiede un impegno straordinario! Si tratta di una realtà virtuosa, sotto la sigla WWF, che merita solo elogi. Altrettanto purtroppo non si può dire della sezione Calabrese, che pure opera per le stesse tartarughe. 


...e se ne torna in mare verso Palo Alto...

Le foto della C.Caretta a Campo di Mare sono tratte dall'articolo:  https://www.romatoday.it/green/uova-tartaruga-caretta-caretta-campo-mare.html





domingo, 24 de julio de 2022

JOVANOTTI SFRATTA PURE I DISABILI!

 



Non c'è limite al peggio. Fra le categorie di persone che perdono l'accesso alla spiaggia a causa del concerto di Jovanotti ci sono anche i diversamente abili! Che vergogna. La notizia rimbalza da alcuni giorni nei siti d'informazione locale. "Jova Beach a Campo di Mare. Disagi non solo per i diversamente abili, ma anche per le gestanti" titola un eloquente articolo di Baraonda News" (leggi QUI) nel quale si raccontano le disavventure di un residente diversamente abile che si è visto sottratto il posto auto nello stabilimento che è solito frequentare, e di una donna al settimo mese di gravidanza, che dovrà rinunciare ai benefici del mare durante tutti questi giorni.

In una nota del Comitato "Cittadini attivisti per l'ambiente" che ha recentemente lanciato anche una RACCOLTA FIRME contro i Grandi Eventi in spiaggia si legge: "Poco più di un mese fa l'amministrazione comunale ha inaugurato con toni trionfali la spiaggia attrezzata per disabili "Liberamente', una vera salvezza per chi è costretto a vivere la sua vita in condizioni di forte disagio, potendo godersi il mare che è un bene comune. Peccato però che il lido sia stato letteralmente "occupato" dallo staff del cantante Jovanotti, che lo ha trasformato in area tecnica e quartier generale della manifestazione, lasciando di fatto a casa i disabili. Ci chiediamo se la nuova era di Jovanotti sia davvero inclusiva o, piuttosto, esclusiva e pronta a sopprimere i diritti inviolabili delle categorie più deboli e fragili". 


Foto di Silvia Filippi

Nelle foto si vede, sullo sfondo del palco in costruzione, la spiaggia "Liberamente" al 17 luglio con sedie a rotelle, sedie job, lettini, e operatori. Tutto adesso è stato levato e la struttura che vedete nella foto è diventato il backstage, ovvero quartier generale del Jova, dove alcuni cittadini riferiscono di aver visto l'ex sindaco Pascucci servire un cocktail ad Alessandro Esposito, capo della macchina organizzativa.


Foto di Silvia Filippi

Nella seconda foto potete leggere lo slogan della Spiaggia Liberamente: "la prima spiaggia pubblica, accessibile, gratuita, organizzata, agevole". Solo fino all'arrivo di Jovanotti ovviamente. Ah! Non perdetevi lo splendido dettaglio delle bottiglie di plastica lasciate al sole per abbeverare le mandrie del Tour Plastic Free.

Che dire, i fruitori della spiaggia "Liberamente" dovranno starsene a casa, ma potranno comunque sempre farsi un tour nel backstage di Jovanotti grazie al Metaverso - anzi JOVAVERSO - la realtà aumentata, che diminuisce le possibilità di accesso ai diversamente abili. Che fortunati! Se non c'erano dubbi sul fatto che per fare spazio al JBP si azzera la biodiversità, ora appare chiaro che anche la diversità non se la passa bene! 




viernes, 22 de julio de 2022

SOLIDARIETA' AL WWF NATURA PICENA


"In disaccordo con la decisione del WWF Nazionale di collaborare con il JOVA BEACH PARTY ”il 15/07/2022 è stata deliberata dall’assemblea dei soci la chiusura e liquidazione della sezione locale di Fermo del WWF e precisamente della “O.A. WWF NATURA PICENA ODV”

La notizia è diventata ufficiale: prima ancora che le ruspe possano di nuovo violare il lido di Casabianca, dove la tappa del Jova Beach Party è prevista per il 5 e 6 agosto, la sezione WWF Natura Picena si scioglie. Ancora una volta sconcerta la scelta "chirurgica" del sito: l'unica spiaggia delle Marche meridionali dove nidifica il fratino! Quasi a sbeffeggiare l'impegno dei volontari sul campo. 

Non possiamo che testimoniare profonda solidarietà a tutti i componenti del gruppo, oltre che ammirazione per la loro coerenza e il loro coraggio; un esempio che altre sezioni locali dovrebbero seguire, in quest'ora buia per la storia dell'associazione. Si tratta della testimonianza più drammatica di quello scollamento in atto da anni -ed esacerbatosi con il JBP- fra la sezione centrale del WWF e quelle locali (discorso che si potrebbe estendere anche ad altre associazioni). Due visioni oramai inconciliabili: da un lato chi, nelle basi locali, vuole tenere fede ai sacri principi dell'ambientalismo e dello statuto stesso dell'associazione, quindi difendere strenuamente i presidi naturalistici del territorio, dall'altro chi, nei piani alti oramai ritiene che Parigi val bene una massa di persone al Jova Beach Party, anche se questo comporta il sacrificio del nido di un Fratino o di una Caretta.

"In questi anni, con grandi sforzi, - continua il Comunicato stampa- si è cercato di riportare localmente e, non solo, il WWF e le sue attività, fungendo da riferimento dell’Associazione su tutto il territorio del Piceno. Purtroppo, negli ultimi due anni si sono verificati spiacevoli inconvenienti. Già nel 2019 il WWF Nazionale con la sua decisione di collaborare con il Jova Beach Party aveva messo in crisi le nostre figure di volontariato per le critiche piombateci addosso come “lapilli di lava”.

Dopo il concerto tutte le associazioni, compresa la nostra, si sono prodigate per il ripristino e la riqualificazione della zona “Lido di Fermo”. Ma ancora una volta il Comune di Fermo ha dato il consenso per un nuovo concerto che si terrà in agosto e, ancora una volta, il WWF Nazionale ha deciso di collaborare. Tale faticosa opera di ripristino ecologico verrebbe totalmente cancellata e vanificata dal nuovo Jova Beach Party previsto per il prossimo agosto, a tutto danno del fragile habitat dunale in quanto tale e come luogo ospite del Fratino".




Si tratta di una notizia che mi tocca personalmente, non solo per la solidarietà umana verso chi vive come me un percorso di militanza sul fronte di una spiaggia sempre più aggredita, ma anche e soprattutto perché sono stato testimone del primo annuncio pubblico dell'imminente scioglimento, da parte di Andrea Scavella, durante una serata pubblicizzata da una mia vignetta, quella stessa che fa copertina al dossier A Chi Jova Beach Party. L'incontro "Sì Fratino, No Party!" del 28 maggio a Fermo, era una prima mobilitazione pubblica contro la riproposizione del concerto, finalizzata principalmente a divulgare i contenuti della Diffida al Comune di Fermo da parte del Comitato TAG Costa Mare. 

Cosa vedete in basso nella locandina? Tanto il logo del WWF, quanto il logo della Fiab. Incredibile, no?! Eppure è una cosa abbastanza logica se ci pensate, perché entrambe le associazioni  facevano parte  -a quella data- dello stesso TAG Costa Mare, un coordinamento che unanimemente si era espresso contro la realizzazione del concerto. Ebbene, la locandina definitiva non riportava più né il logo Fiab, né quello WWF! Se il primo è stato rimosso a seguito di richieste non formali da parte della dirigenza Fiab, per il secondo invece è arrivata alla sezione picena addirittura una diffida dal WWF nazionale, a segnalare l’assoluto divieto di utilizzare marchio e nome, senza la preventiva autorizzazione dello stesso. La definitiva, amara constatazione di una "assoluta mancanza di stima e rispetto, verso coloro che operano sul territorio come volontari e senza interesse alcuno e non hanno nessuna intenzione di tradire i principi fondamentali dell’ambientalismo" come riportato nell'ultimo verbale dell'associazione, che ne decreta lo scioglimento.

“Come soci credevamo di far parte di una associazione che si prendesse cura dell’ambiente e che permettesse a noi locali di portare avanti progetti sul ripristino di aree, come quello di Lido di Fermo.

Una scelta, quella del WWF Nazionale che contrasta nettamente con quella che era la nostra idea di ambientalismo e anziché essere i nostri “Paladini Eroi” e combattere al nostro fianco, si sono arroccati nelle loro idee, guardandoci dall’alto verso il basso come “Giustizieri della notte”. In questo tsunami che sta spazzando ambienti naturali e specie che tra l’altro dovrebbero essere protette, anche se oramai non si capisce da chi, non ci sentiamo più di rivestire questo incarico di referenti di questa associazione.”

Parole che pesano come un macigno, e condannano fermamente la deriva “politica” del WWF oramai impegnato dai piani alti a proporre un modello di ambientalismo 2.0 funzionale al sistema capitalista, che fa più danni di quelli che risolve, assegnando bollini green a eventi devastanti, e associandosi con aziende impegnate in operazioni di greenwashing. Una deriva che li allontana inesorabilmente dalla propria base di volontariato. E così, le prime vittime del JBP -a parte animali e piante- non possono che essere gli attivisti stessi del WWF, quelli che ancora fanno militanza di trincea, e danno fastidio, perché come sentinelle di un territorio entrano in conflitto con chi ne reclama il diritto di uso e abuso.

Sulla spiaggia di Fermo si consuma un dramma che è emblematico di un momento storico nel quale anche l'ambientalismo in generale tende a svincolarsi dall'appartenenza ai territori per diventare un'espressione green del capitalismo finanziario. Mi ha colpito recentemente la promozione, da parte del WWF nazionale, di una raccolta firme (leggi QUIper chiedere al governo l’urgente e totale fuoriuscita del nostro paese dalla dipendenza dalle forniture russe, promuovendo un uso "selvaggio" dell'energia eolica. Il vento è cambiato e bisogna prenderne atto. Il fondo mondiale per la fauna selvatica, in questo caso - e analogamente a quanto sta avvenendo con il JBP - si disinteressa delle sorti della biodiversità, in specie di aquile, nibbi, e compagnia alata, per occuparsi prioritariamente degli aspetti ambientali legati alla gestione di equilibri politici nazionali ed internazionali. 

Ai piani alti oramai pretendono di operare ad un livello superiore di conservazione dell’ambiente e di sensibilizzazione che deve venire a patti con l’inevitabile, come ad esempio, nel nostro caso, il concerto di Jovanotti. Per loro il problema non è già più se i grandi eventi sulle spiagge si debbano o non debbano fare, ma come. Per questo costruiscono nuovi protocolli di gestione, mitigazione e compensazione ambientale. Noi attivisti di trincea siamo ancora fermi ad una visione manichea, improduttiva e sterile che ci porterà inevitabilmente -secondo loro- all’isolamento e all’estinzione  (insieme al fratino). E difatti, la sezione del WWF piceno si è estinta, come è scomparso il fratino che non torna a nidificare a Fermo dal 2019, anno del primo JBP.


Il lido di Casabianca oggi, dopo l'opera di rinaturalizzazione

Insomma, terminando di scorrere il Comunicato del WWF Natura Picena, la spiaggia non è affatto una distesa libera e spianata dove divertirsi, fare falò e allestire concerti: al contrario è un coacervo di esseri viventi, piante e animali, che vivono in simbiosi fra loro e che vanno protetti prima che sia troppo tardi,

Se vogliamo dirigere la nostra sensibilità ambientale verso qualcosa di veramente utile dobbiamo fare in modo di spingere perché questi eventi avvengano in luoghi più antropizzati. Non nelle spiagge, nelle nostre dune fragili, ma in posti che, in un certo senso, sono già adibiti a questo tipo di attività che disturbano molto poco il resto degli animali e delle piante, come le piazze e gli stadi dove già avvengono i concerti.

Pertanto, non ritenendo più plausibile assecondare le deturpazioni previste e volte ad appoggiare un comportamento non consono al proprio credo e contrario al rispetto dei principi sacri dell’ambientalismo e dello statuto si è giunti alla decisione di chiudere la sede locale. Chiudere la sede è una chiara dimostrazione del dissenso nei confronti di chi governa il Wwf oggi in Italia e che con tale iniziativa ha prestato il fianco ad un tale scempio.

Sicuramente non è una resa da parte dei soci ed attivisti, i quali continueranno a praticare la propria passione con lo spirito di portare avanti i propri principi rivolti al rispetto della natura e salvaguardia dell’ambiente. 

Era doveroso riportare per intero questo documento, che possiamo già definire una pietra miliare della storia dell'ambientalismo italiano, nell'ambito del quale il Jova Beach Party rappresenta uno spartiacque. Mai come prima, si era manifestata una simile spaccatura all'interno del mondo ecologista, con linee di frattura profonda che si sono propagate anche all'interno delle associazioni stesse. E si spera che la nuova Presidenza WWF di Luciano Di Tizio possa cambiare rotta e contribuire a mitigare questo conflitto.

Quella del lido di Casabianca a Fermo è una storia horror, che viene raccontata nel dettaglio da Fabio Vallarola in questo POST, per chi voglia approfondire. La storia di un giardino dunale che rimane in bilico per anni fra riconoscimento della sua naturalità e annullamento della stessa. Tra paradiso e inferno. Tra illuminazione e blackout dei cervelli in Giunta comunale. Già prima del primo JBP era destinato a diventare un Sito di Interesse Comunitario, salvo poi essere azzerato dalle ruspe. Dopo una doverosa opera di restauro ambientale, che ha richiesto la ripiantumazione di alcune piante psammofile -tra cui i gigli di mare- e l'apposizione di una segnaletica- il lido di Casabianca era destinato a tornare al suo splendore ed essere finalmente gestito dal WWF Natura Picena. 

Lieto fine? No. Jovanotti torna a bussare al portone, e gli sconsiderati dell'amministrazione gettano di nuovo incredibilmente tutto all'aria: così la spiaggia rischia di tramutarsi ancora in discoteca, per il divertimento di uno, anzi due giorni, mentre il WWF ha perso una delle sue sezioni locali, vanificando il patrimonio di un'esperienza pluridecennale. Ma forse ai piani alti, tutto ciò non interessa granché. Come non li ha interessati la nobile proposta di affidare a dei giovani la conduzione della Sezione locale, piuttosto che chiuderla. 

Niente da fare quindi, l'albero raffigurato nel logo viene abbattuto, esattamente come le tamerici abbattute a Marina di Ravenna. Il WWF Natura Picena chiude. Lascia una voragine nella comunità, esattamente come quella scavata dalle ruspe sulla spiaggia di Marina di Cerveteri (leggi QUI), per fare una grande scultura in sabbia dei Minions, uno fra i tanti sponsor del concerto!

A chi Jova tutto questo?



miércoles, 20 de julio de 2022

HIGHLANDER E LA DE-RIMINIZZAZIONE

 



I luoghi comuni son duri a morire. Fra i tanti, tantissimi appelli per difendere la naturalità delle spiagge italiane dalla macchina da guerra di Jovanotti, ha richiamato particolarmente la mia attenzione -qualche giorno prima del concerto di Marina di Ravenna - quello dello scrittore Eraldo Baldini (leggi QUI) , per il quale “Marina di Ravenna non è Rimini” e dunque “non è adatta per certe cose”. Quale luogo più adatto della capitale del divertimento balneare per eccellenza? In effetti il JBP a Rimini c'è passato, nel 2019, ma -guarda un po'- proprio nell'area del concerto erano in corso d'opera ben due nidificazioni del fratino. Si tratta di una storia toccante, e avvincente, con la quale ho iniziato il blog A chi Jova Beach Tour , Nel primo post (leggi QUI) ho parlato di Roberto il bagnino, contento perché “anche a Rimini abbiamo queste espressioni della bellezza della natura”. Contro tutti i luoghi comuni, grazie all'ammirevole tenacia degli attivisti, ma soprattutto alla straordinaria capacità di resistenza del Fratino, tra Rimini e Riccione dal 2009 ad oggi vi sono state almeno 50 nidificazioni. Con un picco di 11 nidificazioni solo nel 2020. Si tratta di cifre ben superiori a quelle del litorale di Marina di Ravenna, benché non abbia senso mettersi a fare confronti fra due realtà tanto diverse. Anche perché la foce del Bevano è una roccaforte storica della nidificazione del fratino e nel suo complesso il litorale ravennate, che rientra nel perimetro del Parco del Delta del Po, esprime dei valori naturalistici superiori a quelli della costa riminese. Ma questi numeri ci possono insegnare qualcosa: la Natura può erompere ovunque con le “espressioni della sua bellezza”, sempre pronta a sorprenderci e contraddire i nostri luoghi comuni. Non siamo noi a decidere dove un fratino farà il nido, o una caretta, dove un giglio di mare aprirà la sua corolla. Può accadere nei luoghi più impensati, dove la Natura torna a ricordarci, pur nei paesaggi più sterilmente antropizzati, tra cementificazioni e smog da traffico veicolare, che noi facciamo parte del suo ecosistema. Per questo le coste italiane vanno sottoposte interamente a tutela. In effetti già lo sarebbero, perché tutti i territori costieri sono sottoposti a vincolo paesaggistico, e gli habitat dove siano presenti piante psammofile e dune sono sempre tutelati da una Direttiva europea. La legge c'è, ma rimane sulla carta, i vincoli ambientali servono a ben poco nel nostro Paese, e il JBP ne è la rappresentazione monumentale.

Nella foto in copertina vedete Highlander, un fratino nato a Rimini quest'anno. Il nome gli è stato assegnato come un auspicio di lunga vita nonostante i mille pericoli dell'ambiente balneare durante la stagione estiva. Purtroppo Highlander non ce l'ha fatta: è scomparso durante i lavori di preparazione di un concerto -o meglio di una serie di concerti- esattamente come uno di quei 5 uovanotti, nati dalle uova in area Jovanotti, che scomparve il giorno stesso del JBP riminese, il 10 luglio 2019. La triste storia si ripete. Potete leggerla in questo POST dalla pagina Salviamo il fratino a Rimini e Riccione,  che comincia così: "Ciao a tutti, mi chiamavo HIGHLANDER, così mi aveva chiamata la mia mamma adottiva, perchè assieme a me ne sono nati altri 3 di fratellini/cugini, lo stesso giorno, il 04/06 attorno alle 12:00... io ero l'UNICO SOPRAVISSUTO!!! Avevo un recinto stupendo con delle bellissime dune e tanta bella vegetazione, mi serviva per nutrirmi, e per nascondermi da predatori e/o umani che mi camminavano vicini senza saperlo ma, appena mio babbo lanciava il grido di allarme, mi potevo nascondere!!!"




In questa guerra che gli uomini insensatamente combattono contro la natura, che vede i fratini sempre in prima linea, la riconquista di Rimini -come luogo di nidificazione- da parte loro, è stata una notizia sensazionale: l'avvio di un processo di "de-riminizzazione" dell'immaginario balneare che ci dovrebbe finalmente riportare a percepire come “normale” la vegetazione sulla spiaggia. A classificare un ravastrello come espressione della bellezza -e dell'ingegnosità- della natura, e non come erbaccia da estirpare, per non sfigurare con i turisti. Sul cammino di questa realizzazione civile è stato davvero importante che a Rimini, proprio quest'anno, e sempre nell'area già invasa da Jovanotti, fosse stata recintata un'area del fratino. Un'oasi di 70x70 metri dedicata alla naturalità della spiaggia, e alla tutela della sua biodiversità, nel cuore del litorale più commerciale d'Italia. Il compimento di tanti sforzi portati avanti negli ultimi anni da Roberta, Fabio, Cristian e tutti i volontari impegnati sul campo. Pensate, potremmo parlare della prima spiaggia di Rimini ad essere ufficialmente de-riminizzata! (qui il POST di entusiasmo e  ringraziamento all'amministrazione, sulla pagina Salviamo il Fratino a Rimini e Riccione) 

Un applauso all'amministrazione riminese dunque? No, purtroppo non possiamo proprio farglielo, perché per un evidente problema di dissociazione mentale la stessa amministrazione ha destinato quell'area -proprio la stessa- alla realizzazione del Beach Arena, una serie di grandi concerti (qui il controPOST di delusione e rabbia sulla pagina Salviamo il Fratino a Rimini e Riccione). I primi ci furono nel 2019, sulla scia di Jovanotti. Finiamo per parlare sempre di lui, anche quando non ne parliamo Anche a Montesilvano, la spiaggia dove si fece il concerto di Jovanotti, oramai comunemente chiamata la spiaggia del Jova, viene destinata normalmente a festival e concerti: quest'anno ci sono i Gemelli Diversi (leggi QUI).  Idem a Cerveteri, sulla spiaggia di Campo di Mare. Ciò significa che anche quando non c'è lui, è come se ci fosse, il che conferma come Jovanotti non sia che la testa d'ariete di un esercito di piccoli e grandi eventi, l'alfiere di un capitalismo green che mira all'occupazione totale dei territori e dell'immaginario che questi possono veicolare. 


La spiaggia del Fratino a Miramare prima

Ma torniamo a Rimini: l'amministrazione, incapace di comprendere quale miracolo naturalistico fosse avvenuto sulla spiaggia più discotecara d'Italia, non solo ha destinato quell'area ai grandi concerti (nemmeno un francobollo di 70x70 mt. potevano lasciargli al fratino!) tradendo le sue promesse, ma ha fatto iniziare i lavori addirittura prima che Highlander potesse acquisire gli strumenti per diventare "immortale" -ovvero lo sviluppo pieno delle sue ali- inviando le ruspe a distruggere dune e vegetazione necessari alla sua sopravvivenza! Un'amministrazione, come tante, che fanno e disfanno. Capiscono ma non capiscono mai. Che mostrano di interessarsi alla natura, solo prima che arrivino gli interessi, quelli veramente "green". Troppo facile! Una storia che tanto somiglia a quella di Fermo, altra tappa dello sciagurato JBP, dove “la spiaggia del Fratino” destinata a diventare Sito di Interesse Comunitario, viene piallata per il concerto nel 2019. Il Comune successivamente riconosce i danni del JBP e avvia una opera di rinaturalizzazione, con soldi pubblici, salvo poi contraddirsi nuovamente e far saltare tutto in aria di nuovo, per predisporre una nuova passerella di sterilizzazione al Dio Jova. Follia e dissociazione allo stato puro!


La spiaggia del Fratino a Miramare dopo

Vi invito a guardare questo servizio di Teleromagna  sul misfatto di Rimini. Roberta Corsi, ornitologa dell'associazione Asoer, “madre adottiva” dei tanti fratini riminesi, e Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacei spiegano perfettamente le conseguenze di questi megaeventi in spiaggia: da un lato l'evidente distruzione di biodiversità, anche quando si tratta di piante e animali protetti, con danni gravissimi che si spingono fino al regno sommerso del mare, dall'altro la chiusura e privatizzazione delle spiagge libere -rese arena di concerti- che ne impediscono il naturale accesso a coloro -sempre di più!- che non si possono permettere di affittare un ombrellone. A una crisi ambientale corrisponde sempre una crisi umanitaria e sociale, e nel suo piccolo la storia di Highlander ce lo ricorda: la spiaggia libera di Miramare a Rimini permetteva una libera coesistenza tra esseri umani e fratini, rappresentanti di un intero ecosistema. Arrivato il Beach Arena, sono scomparsi gli uni e gli altri. O meglio, i primi ci sono, ma devono pagare un sonante biglietto per poter ancora usufruire di un bene demaniale, quindi collettivo. Ciò rientra perfettamente nel quadro della progressiva, inarrestabile rarefazione di spazi e servizi collettivi nel nostro paese. Io ancora mi stupisco e indigno di non riuscire più a trovare una panchina in molte stazioni ferroviarie. Abolite anche tante sale d'aspetto, con la scusa del Covid. Però se paghi un biglietto Freccia Rossa ecco per te un salottino con poltrone rosse e aria condizionata, dove il Covid non esiste. Se devi prendere invece un semplice regionale, oppure un Intercity, non hai diritto a sederti da nessuna parte se non sul pavimento, anche se sei con un bambino, e fuori ci sono 41 gradi, come mi è accaduto a Firenze due settimane fa. In compenso tanti locali della Stazione sono stati adibiti a Libreria Feltrinelli. Ci sono anche dei bar, e il concetto è che in fondo ti puoi ancora sedere dove e come vuoi, ma non in quanto semplice essere umano, bensì compratore o consumatore. La logica odiosa che sottende il JBP è esattamente la stessa: se sei un semplice fruitore della spiaggia, perdi il diritto al libero e gratuito godimento dell'ambiente naturale, nel bel mezzo della stagione balneare. La spiaggia diventa di chi paga l'ingresso. I residenti perdono il diritto di libera circolazione e di parcheggio, e si ritrovano sequestrati nelle loro case, in mezzo al caos, ostaggio di Jovanotti. 




Parafrasando Celine, possiamo dire che “il JBP è il luna park della privatizzazione”. Un luogo in cui è possibile divertirsi fino allo stordimento, stordimento utile a dimenticare che ti stanno fregando, che quell'arenile sul quale balli "con giusta potenza di watt" ti è stato sottratto senza contropartita economica, mentre il capitalismo sta erodendo tutti gli spazi pubblici, gli spazi di reale confronto intorno a te, il potere d'acquisto, la libertà. Esattamente come i concerti, distruggendo dune e vegetazione psammofila, pulendo le spiagge e rendendole sterili, contribuiscono a erodere, centimetro dopo centimetro, la spiaggia. Così come avviene per i porticcioli turistici, vera piaga delle coste italiane: quante spiagge sono scomparse a causa della realizzazione di queste infrastrutture d'inutilità collettiva, in virtù di una odiosa logica classista? Per permettere un posto barca a quelli che se la possono permettere, andiamo a distruggere -o rischiamo di compromettere seriamente- un bene di tutti. Così, l'erosione della spiaggia diventa una rappresentazione reale e al tempo stesso metaforica dell'erosione dello spazio pubblico.


Foto di Cristian Montevecchi e Sabina Buciolacchi

viernes, 15 de julio de 2022

IL DOSSIER COSTE DEL WWF (e Jovanotti quindi?)

 


Vi invito a leggere l'ottimo DOSSIER COSTE del WWF, di cui riporto qui in basso il testo delle prime significative pagine - che quantificano in ben 841, i chilometri delle nostre coste interessati da erosione, e mi chiedo: esistono due WWF, uno che promuove il Jova Beach Party, e uno che promuove la conoscenza e la tutela dei litorali attraverso questi studi scientifici, oppure una sola associazione in preda a evidente e clamorosa dissociazione? Alla luce delle parole che leggete sotto, come fa il Comitato Scientifico dell'associazione a non condannare fermamente il Tour di Jovanotti?! Rinnovo il mio appello: persone serie e stimate dell'associazione, tra cui ho tanti amici, vi prego, fate sentire la vostra voce! Siete ostaggi di un saltimbanco che sta minando la credibilità del WWF, una credibilità che vi siete guadagnati in tanti anni di servizio alla natura e alla comunità, anche grazie al contributo di persone che ora non ci sono più. Non tacete proprio voi, mentre si moltiplicano giorno dopo giorno gli interventi e gli appelli per cessare questa oscenità nazionale, dalla LIPU (leggi qui), dall'ENPA (leggi qui), da Italia Nostra (leggi qui), e in ultimo da Legambiente, oltre che dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (leggi qui), un'ente che in termini di erosione delle coste, quella di cui si parla nel vostro dossier, dovrebbe saperne qualcosa...

"Le coste dell’Italia contano circa 7.500 chilometri e un elevato numero di ecosistemi. Dalle dune sabbiose fino ai fondali bassi, queste sono aree chiave per la nostra sopravvivenza e benessere. Gli ambienti costieri forniscono servizi ecosistemici che sostengono la nostra economia, proteggono da onde e mareggiate e forniscono perfino l’aria che respiriamo. Sono, però, sotto attacco. Il profilo costiero italiano ha una morfologia estremamente diversificata, alternando coste alte e rocciose a litorali bassi e sabbiosi, e include habitat fragili come le dune. L’ambiente marino è ugualmente diversificato, con fondali sabbiosi e rocciosi, foreste algali, praterie di posidonia e concrezioni di coralligeno. Tale eterogeneità, oltre ad ospitare circa il 60% della popolazione italiana e a sostenerne virtualmente la totalità, è ricca di biodiversità: - macchia mediterranea, specie protette di uccelli come il fratino (Charadrius alexandrinus), fanerogame marine, un gran numero di crostacei, molluschi e specie ittiche. Sono anche aree essenziali per specie carismatiche e minacciate come tartaruga comune (Caretta caretta), tursiope (Tursiops truncatus) e alcune specie di elasmobranchi. Mantenere gli ecosistemi costieri in salute è fondamentale per preservare questa biodiversità, ed ugualmente importante per il nostro benessere. I servizi che i sistemi naturali in salute ci offrono gratuitamente e quotidianamente (i cosiddetti servizi ecosistemici) includono, tra altri, la produzione di risorse alimentari e il sequestro di carbonio atmosferico. Questi sono alla base dei processi economici, dello sviluppo e del benessere delle società umane, e vengono a mancare quando gli ecosistemi sono degradati ed alterati dalle attività umane.

Le coste italiane sono la porzione di territorio che, negli ultimi 50 anni, ha subito le maggiori trasformazioni. Trovandosi all’interfaccia tra il mare e la terra, le coste subiscono l’influenza cumulativa e sinergica delle attività umane che si svolgono in entrambi i sistemi, sia essa diretta o indiretta. Installazioni industriali, edificazioni massicce, deforestazione e rasatura delle dune costiere hanno alterato quasi interamente il profilo del nostro litorale, con conseguenze anche importanti sugli ecosistemi adiacenti. Cambiamento climatico, inquinamento da plastica, specie aliene, ancoraggi indiscriminati e pesca eccessiva stanno deteriorando invece gli ecosistemi marini.

L’ erosione ha radicalmente trasformato il profilo delle coste italiane nel corso del tempo. Definita come il cambiamento della linea di costa, è un fenomeno naturale che è stato esacerbato delle attività antropiche. In particolare, la manomissione dei fiumi e la demolizione delle dune costiere hanno, rispettivamente, ridotto l’apporto di materiale per la formazione delle spiagge e rimosso lo stesso, risultando nel periodo 2006-2019 in un totale di 841 km di costa caratterizzati da erosione. Il consumo di suolo e la cementificazione hanno ulteriormente “mangiato” suolo costiero, a causa soprattutto dell’ampliamento degli insediamenti urbani e della costruzione di infrastrutture. Il 51% dei paesaggi costieri italiani (circa 3.300 km) sono stati LE MINACCE DALLA TERRA trasformati e degradati da case, alberghi, palazzi, porti e industrie. Solamente 1.860 km (il 23%) di tratti lineari di costa più lunghi di 5 km nel nostro Paese, isole comprese, possono essere considerati con un buon grado di naturalità. Anche laddove la costa è sopravvissuta inalterata, però, non mancano attività antropiche dannose per la biodiversità. La pulizia meccanica delle spiagge può portare alla distruzione di nidi di tartaruga comune e fratino, e le conseguenze della rimozione dei frammenti di Posidonia oceanica accumulati sulla spiaggia sono spesso trascurate. Le banquette di posidonia, infatti, proteggono le spiagge dall’erosione delle onde e rappresentano una risorsa di nutrienti fondamentale per gli ecosistemi costieri e per le stesse praterie di posidonia".