Vi invito a leggere l'ottimo DOSSIER COSTE del WWF, di cui riporto qui in basso il testo delle prime significative pagine - che quantificano in ben 841, i chilometri delle nostre coste interessati da erosione, e mi chiedo: esistono due WWF, uno che promuove il Jova Beach Party, e uno che promuove la conoscenza e la tutela dei litorali attraverso questi studi scientifici, oppure una sola associazione in preda a evidente e clamorosa dissociazione? Alla luce delle parole che leggete sotto, come fa il Comitato Scientifico dell'associazione a non condannare fermamente il Tour di Jovanotti?! Rinnovo il mio appello: persone serie e stimate dell'associazione, tra cui ho tanti amici, vi prego, fate sentire la vostra voce! Siete ostaggi di un saltimbanco che sta minando la credibilità del WWF, una credibilità che vi siete guadagnati in tanti anni di servizio alla natura e alla comunità, anche grazie al contributo di persone che ora non ci sono più. Non tacete proprio voi, mentre si moltiplicano giorno dopo giorno gli interventi e gli appelli per cessare questa oscenità nazionale, dalla LIPU (leggi qui), dall'ENPA (leggi qui), da Italia Nostra (leggi qui), e in ultimo da Legambiente, oltre che dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (leggi qui), un'ente che in termini di erosione delle coste, quella di cui si parla nel vostro dossier, dovrebbe saperne qualcosa...
"Le coste dell’Italia contano circa 7.500 chilometri e un elevato numero di ecosistemi. Dalle dune sabbiose fino ai fondali bassi, queste sono aree chiave per la nostra sopravvivenza e benessere. Gli ambienti costieri forniscono servizi ecosistemici che sostengono la nostra economia, proteggono da onde e mareggiate e forniscono perfino l’aria che respiriamo. Sono, però, sotto attacco. Il profilo costiero italiano ha una morfologia estremamente diversificata, alternando coste alte e rocciose a litorali bassi e sabbiosi, e include habitat fragili come le dune. L’ambiente marino è ugualmente diversificato, con fondali sabbiosi e rocciosi, foreste algali, praterie di posidonia e concrezioni di coralligeno. Tale eterogeneità, oltre ad ospitare circa il 60% della popolazione italiana e a sostenerne virtualmente la totalità, è ricca di biodiversità: - macchia mediterranea, specie protette di uccelli come il fratino (Charadrius alexandrinus), fanerogame marine, un gran numero di crostacei, molluschi e specie ittiche. Sono anche aree essenziali per specie carismatiche e minacciate come tartaruga comune (Caretta caretta), tursiope (Tursiops truncatus) e alcune specie di elasmobranchi. Mantenere gli ecosistemi costieri in salute è fondamentale per preservare questa biodiversità, ed ugualmente importante per il nostro benessere. I servizi che i sistemi naturali in salute ci offrono gratuitamente e quotidianamente (i cosiddetti servizi ecosistemici) includono, tra altri, la produzione di risorse alimentari e il sequestro di carbonio atmosferico. Questi sono alla base dei processi economici, dello sviluppo e del benessere delle società umane, e vengono a mancare quando gli ecosistemi sono degradati ed alterati dalle attività umane.
Le coste italiane sono la porzione di territorio che, negli ultimi 50 anni, ha subito le maggiori trasformazioni. Trovandosi all’interfaccia tra il mare e la terra, le coste subiscono l’influenza cumulativa e sinergica delle attività umane che si svolgono in entrambi i sistemi, sia essa diretta o indiretta. Installazioni industriali, edificazioni massicce, deforestazione e rasatura delle dune costiere hanno alterato quasi interamente il profilo del nostro litorale, con conseguenze anche importanti sugli ecosistemi adiacenti. Cambiamento climatico, inquinamento da plastica, specie aliene, ancoraggi indiscriminati e pesca eccessiva stanno deteriorando invece gli ecosistemi marini.
L’ erosione ha radicalmente trasformato il profilo delle coste italiane nel corso del tempo. Definita come il cambiamento della linea di costa, è un fenomeno naturale che è stato esacerbato delle attività antropiche. In particolare, la manomissione dei fiumi e la demolizione delle dune costiere hanno, rispettivamente, ridotto l’apporto di materiale per la formazione delle spiagge e rimosso lo stesso, risultando nel periodo 2006-2019 in un totale di 841 km di costa caratterizzati da erosione. Il consumo di suolo e la cementificazione hanno ulteriormente “mangiato” suolo costiero, a causa soprattutto dell’ampliamento degli insediamenti urbani e della costruzione di infrastrutture. Il 51% dei paesaggi costieri italiani (circa 3.300 km) sono stati LE MINACCE DALLA TERRA trasformati e degradati da case, alberghi, palazzi, porti e industrie. Solamente 1.860 km (il 23%) di tratti lineari di costa più lunghi di 5 km nel nostro Paese, isole comprese, possono essere considerati con un buon grado di naturalità. Anche laddove la costa è sopravvissuta inalterata, però, non mancano attività antropiche dannose per la biodiversità. La pulizia meccanica delle spiagge può portare alla distruzione di nidi di tartaruga comune e fratino, e le conseguenze della rimozione dei frammenti di Posidonia oceanica accumulati sulla spiaggia sono spesso trascurate. Le banquette di posidonia, infatti, proteggono le spiagge dall’erosione delle onde e rappresentano una risorsa di nutrienti fondamentale per gli ecosistemi costieri e per le stesse praterie di posidonia".
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