Succedono cose strane a Ravenna, come d'altronde normalmente accade in ogni Comune che entri a far parte del circuito del Jova Beach Party: 65 metri di tamerici abbattute per fare spazio all'evento sulla spiaggia di Marina di Ravenna!
È una notizia datata: la denuncia di Italia Nostra risale al 2 aprile 2022 (qui articolo su La Cronaca di Ravenna) ma conviene riprenderla visto che oggi il più devastante spettacolodopo il Big Bang fa tappa proprio a Ravenna. Si tratta probabilmente del primo scempio ambientale accertato del Tour 2022, che va ad aggiungersi alla lunga lista del 2019. Fin qui niente di veramente strano, mi direte: si tratta infatti di normale amministrazione per un Tour che pretende di calare sulle spiagge un villaggio dei divertimenti dalla dimensione di una portaerei (solo per Ravenna l'area prevista a servizio del concerto è di circa 120x280 metri). Già nel 2019 si erano verificati abbattimenti di siepi, ed alberi, dovuti alla necessità di garantire un'adeguata circolazione per la bellezza di 30.000 persone, con vie di fuga ed accesso adeguate agli standard di sicurezza.
Potrebbe risultare ancora più strano che per questa azione di abbattimento, non risultino le necessarie autorizzazioni e che questo sia avvenuto in un periodo di riproduzione dell'avifauna, durante il quale il Regolamento del Verde del Comune di Ravenna prescrive la sospensione di simili attività. O meglio, sussisteva solo una autorizzazione a espiantare, quindi spostare le tamerici (immaginatevi lo stress di queste povere piante!). E in effetti le hanno spostate, a miglior vita.
Ma anche qui, normale amministrazione per il tour di Jovanotti, che appare ben lontano dall'essere virtuoso, in termini di permessi, autorizzazioni, e in generale rispetto delle leggi. Alcuni giorni fa (qui articolo su Ravennawebtv) la Rete di Associazioni Salviamo il fratino della costa ravennate lamentava l'assenza di Valutazione di Incidenza Ambientale (necessaria per la vicinanza alla Riserva Naturale dello Stato “Pineta di Ravenna” e al Parco del Delta del Po) e Autorizzazione Paesaggistica, nonché dei chiarimenti promessi in merito agli accordi di compartecipazione fra Comune e Trident, arrivando ad equiparare il Jova Beach a un Rave party -per sua natura evento sprovvisto di autorizzazioni- che si può svolgere solo con la connivenza degli Enti. “Sconcertante silenzio da parte degli enti: Comune, Regione, Parco del Delta del Po, Carabinieri Forestali Biodiversità, Soprintendenza. A due settimane dallo show, a Ravenna si possono vendere ed acquistare biglietti per uno spettacolo senza che questo non abbia ancora ricevuto alcuna autorizzazione”.
Devo ammettere che a me piace la definizione di Rave Party legalizzato, la trovo perfettamente calzante. Invece ecco che, in extremis, salta fuori Giacomo Costantini, l'assessore al turismo di Ravenna, rassicurando tutti che tutto è a posto (qui articolo sul Resto del Carlino). Scopriamo così che la Valutazione di Incidenza Ambientale è stata presentata due giorni fa, laddove dovrebbe essere garantito un periodo di 30 giorni per permettere le osservazioni al documento, e scopriamo inoltre che non sarebbe necessaria l'Autorizzazione Paesaggistica. "Il 19 maggio scorso – precisa l’assessore Costantini –, è arrivato il parere della commissione sulla non assoggettività dell’evento ad autorizzazione paesaggistica. Il 13 giugno quello della Sovrintendenza. Inoltre il 26 giugno è arrivato il nulla osta dei Carabinieri forestali e il giorno dopo il parere positivo del Parco del Delta del Po. Non è previsto- aggiunge l’assessore- che ci siano giorni per presentare delle osservazioni pubbliche". Insomma "è tutto regolare, gli amministratori, i dirigenti e gli uffici osservano le normative attentamente e si sono comportati in maniera corretta".
Ma dico, mai possibile che dei pareri così importanti pervengano a pochissimi giorni dai concerti, con i biglietti già interamente venduti? Peccato però che, ad esempio, a Vasto il concerto sia stato annullato l'anno scorso, e che la Commissione per la Sicurezza, abbia lamentato, fra le tante, l'assenza dell'Autorizzazione Paesaggistica, a parte una V.Inc.A. lacunosa, che ometteva l'esistenza di un corso d'acqua. Certo, non voglio entrare qui in una discussione strettamente tecnica, e mi rendo conto che si tratta comunque di luoghi e situazioni diverse, anche se risulta davvero strano che in nessuna delle tappe, per quanto ne so, questo documento sia mai stato presentato.
Insomma, alla fine per Costantini risulta tutto regolare! E guarda un poco, dalle sue dichiarazioni (qui articolo su La Cronaca di Ravenna) risulta che alla fine, ad essere abusive, erano proprio le povere tamerici abbattute – anzi “i tamerici” come risulta dall'articolo- presenti almeno da qualche decennio tra il bagno Ulisse e la zona della sede dell’Associazione nazionale dei marinai d’Italia, a Marina di Ravenna.
Devo dire che mi sconcerta non poco sentir parlare di abusivismo a riguardo di esseri viventi che, in tanti anni, hanno contribuito a fornire servizi ecosistemici fondamentali, tanto per la nostra sopravvivenza, quanto per quella di altre specie animali. Può forse un essere vivente essere definito abusivo?! Ed è mai possibile che questo presunto abusivismo salti all'occhio degli zelanti amministratori solo a pochi mesi dal concertone, e per di più in periodo di nidificazione? A parte il fatto che, nell'Autorizzazione dirigenziale del 15/03/22, le tamerici vengono identificate come Tamarix africana, ovvero una specie alloctona (per questo abusiva, capite?) laddove un illuminato parere del naturalista Federico L. Montanari, già responsabile del tema “Natura e Biodiversità” presso la Direzione tecnica di Arpa Emilia Romagna, abbia invece chiarito che si trattava dell'autoctona Tamarix Gallica. E lo stesso Comune, per bocca dell'Istituto Delta, nel parere tecnico allegato alla delibera, abbia dichiarato che trattavasi presumibilmente di Tamarix gallica!
Un gran guazzabuglio insomma, sul quale sarebbe bene che la magistratura indagasse. Ciò che mi rimane nella testa alla fine è l'articolo determinativo maschile plurale “i” utilizzato scorrettamente per indicare “i tamerici” della spiaggia di Marina di Ravenna. Qualcosa che stona immediatamente alle orecchie di chi, come me, fin dai tempi della scuola, serba nella memoria “le tamerici salmastre ed arse” della dannunziana Pioggia nel pineto. Sarà una coincidenza, ma il sito del concerto è anche vicinissimo alla “Pineta di Ravenna”.
L'assessore Costantini è dunque sgrammaticato, o forse si tratta solo una svista del giornalista di turno? D'un tratto mi torna in mente una sgrammaticatura analoga, dai versi di una canzone, non certo memorabile, di Jovanotti: “No Vasco”, Sanremo 1989. “Vai così, è una figata, perché una storia così non c'è mai stata, che ci ammazziamo, ci divertiamo, facciamo i scemi”... ah ecco, ho capito tutto. Assessore, facciamo “i” scemi? O meglio, come dicono a Ravenna, "i semi"?!
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