lunes, 25 de julio de 2022

DALLA CARETTA AI MINIONS, IL PASSO E' BREVE!


Quella che vedete sulla sabbia nella foto di sinistra, in alto, è la classica “buca” prodotta da una C. Caretta che ha appena deposto le uova. Scattata da Salvatore Urso a Bova Marina. Si vedono le tipiche tracce lungo la sabbia, che indicano il percorso della tartaruga marina. Ha deposto le uova, e rapidamente le ha ricoperte con la sabbia, prima di riprendere la via del mare. 

Quella che vedete a destra è invece la buca prodotta dalle ruspe per l'allestimento dei lavori del Jova Beach Party. Lì al limite potrete vedere tracce di pneumatici o cingolati. Anche questa è stata ricoperta in fretta e furia, dopo che un cittadino ha protestato, e per bloccare i lavori -prevenendo ulteriori danni all'arenile- si è coraggiosamente infilato nella buca in attesa della Capitaneria di Porto. (leggi QUI la notizia su Baraonda News) La cosa comica è che l'articolo conclude laconicamente: "nessuna denuncia sarebbe scattata nei confronti della coppia etrusca". E per chi effettua una buca profonda due metri sull'arenile senza autorizzazione, nessuna denuncia?! Che poi, a cosa serviva questa buca? A reperire sabbia per una scultura dei Minions, una minchiata insomma, da annoverare fra le tante immagini spazzatura cui ci ha abituati questo Tour. 




Eppure, la buca al lido di Cerveteri nei giorni scorsi avrebbe potuto essere ben altra, e ne sarebbero nate vere tartarughine, non certo riproduzioni a scala umana dei personaggi di un cartoon. Perché due anni fa, il 3 agosto 2020, una C. Caretta ci provò a fare il nido sulla spiaggia di Campo di Mare. A fare una buca esattamente come quella nella foto a sinistra, da ricoprire immediatamente per proteggere le uova. Fu disturbata dai bagnanti, ansiosi di farsi dei selfie con lei, che non gradì affatto e riprese la via del mare, andando a deporre le sue uova qualche chilometro più a sud, sulla spiaggia di Palo Alto (leggi la notizia QUI su Il Mattino). Siamo oramai così “snaturati” da non riuscire più a rapportarci alle specie animali selvatiche con il dovuto contegno. Successivamente, le uova furono prese e riportate nelle immediate vicinanze del primo sito di approdo, ritenuto più idoneo al loro sviluppo, dentro il perimetro del Monumento Naturale di Torre Flavia. La circostanza -che fu interpretata da qualcuno come un furto di uova- scatenò una polemica fra le amministrazioni di Ladispoli e Cerveteri. Esattamente come avvenne per il primo concerto di Jovanotti, i due sindaci se le contesero, come se la C. Caretta fosse un personaggio famoso da utilizzare per promuovere l'immagine turistica del proprio comune. D'altronde si trattava di un avvenimento eccezionale, erano 50 anni che una tartaruga non deponeva sul litorale a nord di Roma.


Ciò che rimane della scultura dei Minions, e della spiaggia di Campo di Mare, dopo il concerto

(foto di Silvia Filippi)


Le femmine di C.Caretta impiegano circa 20 anni per diventare fertili e quindi deporre le prime uova. Dopodiché lo fanno con regolarità per tutta la loro vita, con una cadenza di 2-3 anni. Non bisogna essere dei matematici per capire che quella stessa tartaruga che era approdata a Campo di Mare nel 2020, nei giorni scorsi, due anni dopo, avrebbe potuto trovarsi nel tratto di mare antistante il Lungomare degli Etruschi, alla ricerca di un approdo. Magari nottetempo, stavolta, per evitare i cacciatori di selfie. Se sia stato così, non lo sapremo mai. Di certo nessuna tartaruga marina avrebbe mai potuto solo pensare di avvicinarsi alla spiaggia durante il Jova Beach Party. Troppo evidente e forte il disturbo fin dalle fasi di preparazione del concerto, con ruspe, trattori e tir impegnati nella loro opera di livellamento dell'arenile, e allestimento del megapalco. Mentre il sindaco, che tanto si era speso nel 2020 per il nido di quella tartaruga, emettendo addirittura un'ordinanza di divieto d'accesso all'arenile, era troppo impegnato a servire dei cocktail all'organizzatore del JBP -Alessandro Esposito- nella spiaggia dei disabili, per ascoltare il richiamo della natura. Quest'anno l'ordinanza di divieto di accesso -estesa anche agli stessi disabili beninteso- era riservata al concerto di Jovanotti. 

Per gli amministratori, su una spiaggia dove approda una C.Caretta, di fianco a una riserva naturale, è possibile anche fare anche un megaevento come il JBP. Non ci vedono contraddizione. Tanto, sempre e solo di promozione del proprio territorio si tratta. Non capiscono che per amministrare una comunità, che è anche una comunità di esseri viventi "biodiversi" bisogna un bel giorno fare una scelta. E la stessa diversità che hanno riconosciuto, realizzando una spiaggia per i diversamente abili, avrebbe potuto essere riconosciuta per le tartarughe, in cerca di una spiaggia per il proprio nido. 

Ma niente da fare, se la spiaggia è stata negata ai primi, durante il JBP, figuriamoci alle eventuali tartarughe! La Natura ci ha provato a dare un messaggio, un'opportunità di riflessione -lo ha affidato a una speciale "buca" per le lettere- e loro non l'hanno colta. E semmai la C.Caretta fosse passata, ora sarà lontana, lontana anni luce da una folla con i piedi sulla sabbia e la testa nel Jovaverso, stordita dalla "giusta potenza di watt" nell'afa di una spiaggia stravolta. Certe cose richiedono presenza, attesa, silenzio, certi eventi non sono megaeventi, ma sono mille volte più importanti. 



La C. Caretta approda sulla spiaggia di campo di Mare...

Roccella Jonica, altra tappa del Tour. La natura, a inizio stagione, imbuca un altro messaggio. Il primo nido della stagione in Calabria viene scoperto proprio a Roccella Jonica. Giusto lì dove, nonostante i danni del 2019, verrà replicato il concerto. Come se la C.Caretta ammonisse, è un mio sito di riproduzione, rispettatelo! E chi dovrebbe farlo se non il WWF Calabria, che opera in quel tratto di costa calabrese? Ma il WWF Calabria, figuriamoci quello nazionale, non ascolta! Nonostante a inizio stagione avesse diffuso un appello per proteggere e spiagge delle tartarughe e del fratino, che recitava esattamente così:

il successo o meno della riproduzione dipende dunque da diversi fattori, specialmente quelli legati alla presenza e alle attività dell’uomo nel periodo estivo. Primo fra tutti l’uso di mezzi meccanici, quali ruspe, trattori ecc.  per la “pulizia delle spiagge” che, oltre a impedire di fatto la ricerca delle caratteristiche tracce e l’individuazione del nido per la sua messa in sicurezza, rischia seriamente di distruggere lo stesso nido compromettendo così la sopravvivenza della specie in futuro. Ma le spiagge sono l’habitat prescelto per la nidificazione anche di due specie di piccoli uccelli, il Fratino e il Corriere piccolo, che, al pari della tartaruga, sono minacciati dalle stesse attività che stravolgono le spiagge all’inizio della stagione balneare e, con esse, la straordinaria flora mediterranea propria degli ambienti sabbiosi, a cominciare dal raro Giglio di mare”

invita pertanto tutti gli operatori del settore turistico-balneare a rispettare alcune semplici norme per consentire la sopravvivenza di tre specie di animali che hanno bisogno solo di un tratto di spiaggia per vivere e riprodursi. Il WWF consiglia di procedere manualmente e con l’uso di rastrelli alla pulizia delle spiagge, prestando attenzione alla eventuale presenza delle caratteristiche tracce che il rettile marino lascia sulla sabbia prima e dopo la deposizione delle uova e al nido di fratino, con le uova mimetiche deposte direttamente sulla sabbia.

E quindi, spiegatemi, come si fa a portare trattori, ruspe, tir, e decine di migliaia di persone in un comune dove nidifica la Caretta con una certa regolarità, e contemporaneamente sostenere che non ci sono rischi? Sorvolando sul fatto che nel 2019 sulla spiaggia di Roccella Jonica ci avesse nidificato pure il Corriere piccolo, già quell'anno feci un report sulla situazione calabrese intitolata “In Calabria il WWF tira la sua caretta” -che vi invito caldamente a leggere- nel quale illustravo con dovizia di dettagli perché la posizione del WWF Calabria fosse insopportabilmente ipocrita nell'asserire che non ci fossero nidi nell'area del concerto. 

Per riassumere in dati la vicenda, alla data dell'11 agosto 2019, dei 31 nidi stagionali rinvenuti, 25 ricadevano nei 40 chilometri di costa pattugliati da Caretta Calabria Conservation. Solo 6 erano stati rinvenuti in tutto il resto della Calabria, -circa 740 km- di competenza del WWF, ma sempre su segnalazione di persone terze, ovvero non rinvenuti direttamente dall'associazione. Caretta Calabria Conservation invece ha individuato autonomamente tutti i nidi, facendo ricerca attiva, con l'aiuto di fat-bike e droni. E i risultati si vedono. Quindi, come si fa a dire che non ci sono nidi, se non si sono di fatto cercati?

Sempre nel 2019 vi fu un esposto congiunto di Legambiente Calabria, Lipu, Altura, StorCal e Caretta Calabria Conservation al fine di chiedere di annullare la tappa del tour o spostarla dopo fine agosto, in modo che non interferisse con il ciclo di riproduzione delle tartarughe marine. Vi si legge che proprio a causa dell'assenza di monitoraggi effettuati all'inizio della stagione riproduttiva di entrambe le specie, per il principio di precauzione, non potendo escludere la presenza di nidi nell'area considerata, si deve ritenere l'impatto dell'evento potenzialmente invasivo, anche in considerazione del fatto che la data scelta, il 10 agosto, rappresenta in assoluto il periodo in cui si effettua la maggior parte delle schiuse di uova di C. Caretta.



...si rende conto che c'è troppa confusione...

Nel 2022, abbiamo già avuto un nido a Roccella, al confine con Marina Gioiosa, e ben due nidi nel 2021, sempre a sud della "spiaggia di Jovanotti". Sappiamo che una femmina che ha deposto il suo primo nido, può deporre i successivi due-tre nel raggio di alcuni chilometri. Chi ci garantisce che non abbia nidificato anche nel sito prescelto per il concerto? Per saperlo bisogna cercare il nido per tempo, fare ricerca attiva! Perché se un nido non viene individuato subito, le tracce che possono rivelarcelo rapidamente scompaiono, per l'azione del vento, e del calpestio. 

E nido o meno, è forse educativo permettere di realizzare un concerto di quella portata e poi venirsene con le rituali raccomandazioni di inizio stagione per la tutela delle tartarughe? E questo si chiamerebbe tutelare la C.Caretta? No, questo significa semplicemente essere opportunisti come il sindaco Pascucci, e se dal primo te lo puoi aspettare, dal WWF non lo puoi accettare! Simili atteggiamenti omertosi, per coprire le malefatte di un Tour così impattante, non fanno che portare danno a chi, nella stessa associazione, invece ce la mette tutta per le tartarughe, i fratini e la biodiversità in generale. 

Fra luci e ombre dell'associazione, per fare un esempio, quest'anno sono sceso in Puglia per presentare i miei libri, e ho avuto la fortuna di conoscere l'attività del CRAS di Molfetta, Centro Recupero Tartarughe gestito da Pasquale Salvemini. Fare recupero e ricerca attiva sono due mestieri concorrenti alla tutela dello stesso animale, ma ben diversi. Nel tratto adriatico della costa pugliese si verificano rarissime nidificazioni, ma sono continui gli spiaggiamenti di tartarughe. E Pasquale, con il suo Centro -grazie a un accordo con i pescatori che gli restituiscono le tartarughe impigliate nelle reti- riesce a recuperarne 4-500 l'anno. Una cifra straordinaria, che richiede un impegno straordinario! Si tratta di una realtà virtuosa, sotto la sigla WWF, che merita solo elogi. Altrettanto purtroppo non si può dire della sezione Calabrese, che pure opera per le stesse tartarughe. 


...e se ne torna in mare verso Palo Alto...

Le foto della C.Caretta a Campo di Mare sono tratte dall'articolo:  https://www.romatoday.it/green/uova-tartaruga-caretta-caretta-campo-mare.html





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