martes, 6 de agosto de 2019

VAMOS A LA PRAIA



Pochi sanno che il tormentone dell'estate 1983, Vamos a la playa dei Righeira, che tutti abbiamo canticchiato spensierati, non era affatto un inno frivolo al divertimento balneare. Io lo scoprii solo molti anni dopo, quando i primi approcci con la lingua spagnola mi fecero ascoltare quel testo con orecchie completamente diverse. Si trattava di un vero tranello radiofonico: nella canzone si cantava in realtà di bombe che scoppiavano, di radiazioni, e insomma... era profondamente inserita nel contesto sociopolitico di quegli anni, di fine guerra fredda, come Russians di Sting per capirci.

Mi sembra la colonna sonora adeguata per commentare il viaggio verso Praia a Mare, dove oggi il Jova Beach debutta in una regione così "fortunata" da ospitare due tappe, e divertirmi a ritagliare un fotogramma del Dottor Stranamore sullo sfondo della spiaggia di Roccella Ionica, la seconda tappa, dove sembra davvero essere esplosa una bomba atomica, anche se a cortissimo raggio, che ha annientato la vita nel giro di alcuni ettari.
La ridotta sensibilità verso l'ambiente che ci circonda, alla maggior parte delle persone anche in questo caso non farà vedere che una spiaggia pulita, anzi più pulita di quel che era prima, direbbe Jovanotti, ma il prezzo di quella pulizia è stata la depilazione di ogni forma di vegetazione con la conseguente sterilizzazione di un tratto di arenile.

Fa sorridere -amaramente- allora il sindaco di Roccella quando parla di infondate motivazioni, di bloccare la possibilità che il 10 agosto si svolga il Jova Beach. Le foto parlano chiaro, come anche il parere n. 45930 del 24 luglio 2019 dell'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che mette in guardia dalla possibile compromissione di un settore costiero che conserva un’estensione ancora significativa di cordoni dunali, una buona larghezza della spiaggia e una naturalità ancora presente, che consentono l’esistenza di specie vegetali e habitat psammofili di rilievo conservazionistico, compresi habitat di interesse comunitario tutelati dalla Direttiva 92/43/CE. Oltre che possibili danni a carico delle specie animali e vegetali protette dalle normative Nazionali e Regionali, quali ad esempio il Giglio di mare (Pancratium maritimum L.) protetto dalla Legge Regionale della Calabria n. 30 del 26/11/2001”. Eppure il sindaco Zito, che farebbe bene a starsene zitto, ha affermato che Per l’area interessata dall’evento non esiste alcuna qualificazione ufficiale circa la valenza delle sue caratteristiche naturalistiche e, quindi, nessuna conseguente qualificazione della stessa come area da sottoporre a particolari vincoli di tutela. Dovrebbe sapere, quando sventola il Piano Comunale di Spiaggia che qualifica quella come zona B5 Ambito turistico “Natura Village Roccella", che le direttive europee sono sopraordinate agli strumenti di pianificazione comunale e che l'ignoranza non è mai una scusa, soprattutto per un amministratore. Tanto che a riguardo si è mosso anche il Gruppo di Intervento Giuridico Onlus nel chiedere al Ministero per l'Ambiente un Provvedimento di inibizione dello spettacolo secondo l'art. 8 della legge 349/1986.
A riportare la medesima foto, ma senza Stranamore, oggi è anche un post di Antonio Nicoletti che commenta, con la cognizione di causa di chi vive un territorio con gli occhi aperti e la memoria vigile: Contestiamo questo concerto perché è una operazione contro la natura e la biodiversità che ci riporta indietro di 20 anni quando si scoprì l'importanza del basso Jonio reggino per la presenza di nidi di tartarughe caretta caretta. Da allora si iniziò a lavorare per evitare che i comuni ogni estate anziché pulire le spiagge le spianassero. È stata una lenta crescita di consapevolezza e di tutela della Costa dei Gelsonini, sostenuta da Goletta Verde Calabria che convinse la Regione Calabria a finanziare prioritariamente solo quei comuni che attuavano la pulizia manuale delle spiagge. La spiaggia spianata di Roccella è un ritorno al passato che nessuno auspicava perché da oggi in poi chi potrà dire di no a qualsiasi utilizzo delle spiagge? Di questo sappiamo chi ringraziare e conosciamo anche i loro complici di cui non ci dimenticheremo. Viva la tribù che balla e chi utilizza il principio di precauzione a giorni alterni.

Praia a Mare è invece una spiaggia sul versante tirrenico della costa calabrese, priva delle spiccate caratteristiche di naturalità di Roccella, che però, udite udite, confina tanto per cambiare con una Riserva Marina, cosicchè la mutevole linea del suo bagnasciuga fa da ingresso a uno scrigno di tesori sottomarini che comprendono distese di Posidonia ed esemplari di Pinna Nobilis, cozza gigante in via di estinzione, e migliaia di pesci che nuotano a pelo d'acqua, attorno al'Isola di Dino. Alcuni giorni fa l'apertura della pagina fb Defendemos Isola di Dino, dalla quale ho tratto le foto in basso, ci ha immessi nell'abbagliante bellezza di questo angolo d'Italia, portandoci a comprendere quale immane affronto al buon senso e all'etica ambientale rappresenti un concerto di queste dimensioni su questa pregevole spiaggia. A difendere questi tesori sottomarini forse interverrà non una capacità di autocontrollo degli organizzatori, e di Jovanotti stesso, ma un principio di autotutela, poiché in mare non fanno buttare nessuno, o meglio tengono tutti sotto controllo con scooter acquatici e recinti. Non per rispetto dell'ambiente, sia ben chiaro, ma per pararsi il culo rispetto a possibili, anzi probabili, annegamenti di soggetti sballati in acqua. Questo ovviamente basterà solo a limitare i danni, che finora comprendono, pare, anche l'abbattimento di diecine di alberi per realizzare i parcheggi.

Tra i commenti ai post di questa pagina ho trovato chi controbatte che l'Isola è visitata da tantissimi turisti. I turisti di un solo anno superano di gran lunga i fans di giovanotti che ci vanno per una sera. Non capisco perché l'isola si distrugga totalmente per un concerto. Il.concerto avverrà all'interno di una arena che potrà contare un numero chiuso di presenze. Ed il luogo sarà pulito il mattino seguente come è accaduto a Lignano Sabbiadoro e su altri siti e lidi.. 
Sorvolando sul concetto di pulizia, per il quale basta la foto sopra, ho risposto che a Venezia nel corso di un anno vanno molti più turisti di tutti i fan che andranno ai concerti di tutte le date del Jova Beach... eppure chi non ricorda in tutto il mondo lo shock delle immagini di Piazza San Marco dopo il concerto dei Pink Floyd? Fu un punto di svolta, che fece capire come tali eventi fossero incompatibili con la tutela dei beni monumentali. Ma se il concetto di tutela di un monumento è oramai un fatto abbastanza acquisito nel nostro paese, tanto si deve ancora fare per far entrare nella comprensione collettiva il concetto di tutela di un habitat naturale. Forse per questo l'unica tappa di questo tour che si sia riusciti a bloccare, e non per ragioni tecniche, è stata quella che avrebbe dovuto svolgersi in adiacenza al Monumento Naturale di Torre Flavia...

 



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