Nel condividere questa straordinaria foto di CristianMontevecchi, dalla spiaggia di Rimini, viene spontaneo chiedersi se non sia
proprio quello che si vede in primo piano, il pulcino scomparso due giorni fa. Mentre
la città del divertimento cresce, lui rimane in precario equilibrio nel suo
stesso habitat di vita. Una foto tragicomica, che fa enorme tenerezza, e denuncia
piú di mille parole la paradossale condizione esistenziale del fratino.
Sullo
sfondo le impalcature in costruzione del Jova Beach Party, dove si intravedono
delle gigantesche palme, forse l’unica biodiversità che il WWF stia realmente
proteggendo in questo tour. Sul palco del concerto progressivamente appariranno,
oltre alle palme, sirene, razzi interstellari, palloncini, cappelli da cowboy
alla ricerca di nuove frontiere del divertimento da colonizzare, in qualunque
anfratto del pianeta. Per piantarvi una bandierina celebrativa dello sbarco
sulla luna, su spiagge rese sterili dai trattori Landini, suo sponsor, esattamente
come quelle lunari.
Ovunque campeggino i cartelloni pubblicitari di questo
tour, si vede Jova saltar su insieme a una tigre, sullo sfondo della
immancabile caricaturale palma, emblema di ogni lungomare italiano privato
della sua specifica identità botanica. E cosa puó essere uno spettacolo con la
tigre se non un gran circo? Non si intravede nulla, ma proprio nulla nell’iconografia,
che richiami a un minimo di consapevolezza verso gli ecosistemi locali, quelle spiagge
occupate dai concerti, niente di piú lontano da quello che potrebbe essere uno
stile comunicativo appropriato ad una associazione come il WWF, a ulteriore testimonianza
di una collaborazione basata non tanto sull’unita di intenti quanto sul reciproco
utile. In un grottesco affastellamento, appaiono in altri manifesti gorilla con
gli occhiali da sole, leoni, kimono e spade, alieni e uccelli esotici, tra irreprensibili sponsor come
gli snack Fonzies e le bevande Estathé.
Da tutto questo il fratino ovviamente è
bandito, insieme a tutta la biodiversità costiera. E quando li elimini dall’immaginario,
prepari semplicemente il terreno per la loro eliminazione fisica. I sogni che Jovanotti
e i suoi accoliti distribuiscono ne possono dopotutto fare a meno. Questo è il messaggio. Tanto vale quindi
far finta che non esistano, per meglio invitare i giovani a divertirsi in
libertà. Senza porsi troppi problemi. Basta salire sulla propria macchina,
come Jovanotti appare nella copertina dell’omonimo disco - in una rivisitazione anacronistica del mito della mobilità individuale su strada - e
partire veloci verso la spiaggia.
Caro Lorenzo, caro WWF, a che serve fare un tour plastic
free (che poi plastic free nemmeno è) se poi quello che propagandate è un
immaginario di plastica?
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