miércoles, 17 de julio de 2019

JOVANOTTI SPROFONDA!




Per chi abbia seguito nei miei precedenti post (1 e 2) le vicende di Jovanotti, precipitato giù dallo scintillante video di Prima che diventi giorno e finito in un fosso a Vasto Marina, di nome Fosso Marino, non si sorprendera' di vedere la sua auto oramai completamente infossata a seguito delle parole del prefetto di Chieti, Giacomo Barbato, nel video diffuso da Rete8

Parole clamorose, che attestano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la disarmante sprovvedutezza degli organizzatori che, pur avendo già venduto 30.000 biglietti  “si sono presentati in questura senza il piano (di sicurezza)” richiesto. Un ulteriore colpo alla credibilità di questo sconcertante Tour. Il prefetto, fa giustamente valere il suo ruolo di tutore dell’ordine pubblico, ma sembra piuttosto di sentire un maestro che bacchetta i suoi alunni per non aver fatto i compitini a casa, e non professionisti nell’organizzazione di eventi che coinvolgono la vita e la sicurezza di centinaia di migliaia di persone, e, non dimentichiamolo, centinaia di migliaia di animali nei paraggi. Una notizia che è cominciata a circolare mentre migliaia di persone, in una surreale coincidenza, erano impossibilitate a circolare con la loro auto per via di un mega imbottigliamento, guardacaso originato dal concerto di Jovanotti a Cerveteri, che ha infine determinato la chiusura dell’uscita dell’autostrada, per evitare il caos totale. “Ma si puo chiudere il 17 agosto, sabato, bollino rosso, l’autostrada adriatica?” Si chiede ancora il prefetto di Chieti, riferendosi a quanto scritto nel piano di sicurezza redatto dai Jovanotti per la data di Vasto.

Consiglio di leggere l’articolo di Orticaweb, la cronaca di un disastro annunciato, nel “calvario patito da migliaia di persone, sia quelle barricate nelle proprie abitazioni, sia quelle che hanno avuto la sfortuna di voler tornare a casa a Marina di Cerveteri, Cerveteri e Ladispoli dopo una giornata di lavoro”. Tante persone che pure avevano il biglietto non sono riuscite nemmeno a raggiungere il concerto, o comunque vi hanno rinunciato. E se nell’articolo si invita il sindaco di Cerveteri a chiedere semplicemente scusa, il Codacons nazionale, in una sua nota stampa, si spinge a chiedere un vero risarcimento per chi è rimasto danneggiato dall’evento, denunciandone gli esiti contraddittori. “Un concerto a fini ambientali che ha finito per aumentare l’inquinamento atmosferico e creare enormi disagi ai cittadini. Migliaia di cittadini sono rimasti imprigionati in auto a causa dei 16 km di coda registrati sulla A12 per via dell’evento. Il concerto, che aveva a tema proprio l’ambiente, ha finito così per aumentare l’inquinamento atmosferico, paralizzando la viabilità sull’autostrada e in tutta l’area in prossimità di Cerveteri, creando disagi sia ai residenti, sia a chi si trovava a percorrere la A12 per raggiungere altre destinazioni. E’ impensabile organizzare simili manifestazioni in aree che non si prestano ad accogliere una partecipazione di massa, e ci chiediamo quali provvedimenti le autorità locali e le forze dell’ordine abbiano preso per evitare il caos registrato ieri. Farebbe bene inoltre il cantante a risarcire in qualche modo tutti coloro che sono rimasti imprigionati in auto a causa del suo concerto”.

I Radiohead, esempio di coerenza, invitavano i fan ad andare ai concerti solo con i mezzi pubblici, per minimizzare l’impatto ambientale  generato dai trasporti, ma risulta impossibile farlo se il concerto viene organizzato laddove non arrivano sufficienti mezzi pubblici, non esistono infrastrutture adeguate né l’organizzazione, per inettitudine o leggerezza, riesce a sopperire altrimenti.
Johnny Greenwood e Thom Yorke dei Radiohead, si sono inoltre esibiti, nel 2017, in un concerto di beneficenza per i terremotati, allo Sferisterio di Macerata. L’anno dopo Jovanotti ha cantato in un evento analogo, di solidarietà ai terremotati, scegliendo peró di esibirsi sui Monti Sibillini, portando diecine di migliaia di persone a calpestare prati di alta quota, violando il senso e il silenzio di un luogo protetto. Con il senno di poi, una prova generale del Jova Beach Party, e di una tendenza culturale, o piuttosto anticulturale, di cui Jovanotti si fa apripista, delineata bene da queste parole di Mario Kalby:

 Sicuramente il Fratino è la punta dell'iceberg, ma il discorso è ovviamente molto più ampio, e coinvolge parte della Cultura e la Tutela e Gestione dell'Ambiente Naturale nella Penisola italiana, Sardegna e Sicilia.Oggi si usa il grimaldello della Cultura, eventi artistici che possono essere Concerti di musica leggera e musica classica ma anche rappresentazioni teatrali e/o l'installazione di opere d'arte contemporanea in luoghi naturali, per conquistare nuovi territori altrimenti preclusi all'attività umana, in parte perché marginali e "abbandonati" e quindi riconquistati dalla Natura, in parte perché tutelati da vincoli europei, nazionali e regionali e quindi protetti e non fruibili.

Che salti o meno la tappa di Vasto, perché possiamo attenderci un colpo di coda, come accaduto a Castel Volturno, dove l’area del concerto, sequestrata per bonifica illegale, è stata dissequestrata a pochi giorni dal concerto per permetterne lo svolgimento, che si riescano o meno, sulla scia di Vasto, a bloccare altre date critiche, come Roccella Ionica, o Lido degli Estensi, il problema rimane la strada che Jovanotti ha aperto, grazie anche al sostegno e alla protezione che ottiene dal sistema mediatico, in un paese nel quale le leggi si piegano facilmente alle opinioni, e piu grande è la mistificazione più si riesce a farla passare come buona. Come scritto sul sito Disinformazione naturalistica: L’estate del 2019 verrà ricordata come il periodo in cui assembramenti di 50mila persone urlanti, musica a palla, luci stroboscopiche e trattori in ambienti delicati come spiagge e dune si sono trasformati in un’icona di rispetto per l’ambiente. Questo è accaduto grazie a chi aveva promesso di tutelare le specie a rischio e gli ambienti in cui vivevano.
 
Giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, rimuovendo ostacoli e argini legislativi, questo Tour sta assumendo un rilievo culturale - tanto che molti giornali hanno scomodato il paragone con Woodstock - e una valenza simbolica primaria, che giustifica l'impegno di tanti, che stanno passando buona parte della loro estate in trincea, magari perchè vi sono stati costretti loro malgrado, attivisti che si sono ritrovati ad aggiungere impegno volontario su impegno volontario, e paradossalmente per contrastare una iniziativa sostenuta dal WWF sul loro territorio. Come per le 5 associazioni, SOA, Ornitologi marchigiani, ASOER, ARDEA e GAROL, che hanno scritto direttamente al Ministero per l'ambiente una lettera che fa efficacemente il punto della situazione,  mettendo in guardia contro il "rischio emulazione" di una simile iniziativa.

Concludo ancora con le parole di Mario Kalby che suggerisce un’altra interessante iniziativa: Bisogna reagire, e la reazione contro il Jova Beach Party (JBP) è sicuramente ottima e molto ampia, ma occorre fare di più e fermare questo scempio, altrimenti nei prossimi mesi e anni andrà sempre peggio, soprattutto con la scellerata gestione (non di tutti ovviamente) degli Enti creati per tutelare e gestire il Territorio e l'Ambiente naturale.
Si può creare un elenco di artisti impegnati nei vari campi della Cultura (cantanti, attori, scultori, ballerini, architetti) che sottoscrivono una dichiarazione breve e sintetica ma chiara con la quale si impegnano a non portare mai loro spettacoli o performances in luoghi naturali (protetti o meno non importa), pubblicizzando al massimo queste adesioni e questo "Manifesto" per contrapporlo al fronte Jovanotti WWF che si spaccia per ecologista e ambientalista.

Una bellissima idea. Spero che prenda il volo. So che Johnny Greenwood ha preso casa nelle Marche, a Monsampietro Morico, ragione del suo impegno per i terremotati. Tramite qualche conoscenza diretta del posto, potremmo forse invitarlo a firmare una simile petizione. Intanto potremmo cominciare dai Train de vie, gli artisti che hanno realizzato una straordinaria controcover dell’Ombelico del mondo, una vera rinfrancante colonna sonora per tutti noi che ci continuiamo a chiedere a chi Jova tutto questo.

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